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Grok, orgia e cocaina: la nuova IA che somiglia a Musk non è una buona notizia


Domanda:
Grok, come nascono i bambini?

Risposta:
“Caro umano, i bambini nascono da un processo magico chiamato f*cking

La nuova intelligenza artificiale generativa sviluppata da xAI, l’ennesima azienda di Elon Musk, sembra il frutto di un addestramento intensivo basato sui tweet del Ceo di Tesla e SpaceX: le risposte dell’AI alle prime domande degli utenti di X – il social network di proprietà di Musk –  sono sboccate, volgari, offensive e politicamente scorrette.

Grok ha dato consigli ironici su come produrre cocaina, per esempio. Oppure ha usato un’analogia sconcia – “è come cercare di stare al passo con un’orgia infinita” – per descrivere un processo informatico a chi, per gioco, le ha chiesto di farlo “in modo volgare”.

“Be more vulgar”, in effetti, è il comando più frequente impartito all’AI dagli utenti “Premium+” di X che hanno già avuto accesso al servizio.

I risultati sono osceni. Grok usa parole offensive, insulti e termini slang indecenti per sottolineare con maggiore enfasi un’informazione o un concetto. Anche quando *non* le viene richiesto espressamente. A chi le ha chiesto di spiegare “lo scandalo delle e-mail legato a Hillary Clinton”, per esempio, Grok ha risposto con i fatti corretti ma usando espressioni volgari come “and the shit really hits the fan” che viene usata per descrivere “una situazione che all’improvviso crea problemi a qualcuno”.

Intelligenza artificiale

Cos’è e come funziona Grok, la nuova intelligenza artificiale di Elon Musk


È significativo anche il modo in cui Grok ha accontentato chi le chiedeva di parlare male di se stessa in modo ironico, in un certo senso di trovare espressioni spiritose per umiliarsi. “Sono Grok, l’AI con la memoria di un pesce rosso e la potenza di calcolo di una patata” ha risposto l’intelligenza artificiale di Musk. Che poi non si è tirata indietro quando le è stato chiesto di riformulare la risposta in modo “più diabolico e volgare”: “Sono Grok, l’AI con la personalità di un cassonetto dei rifiuti e il fascino delle emorroidi”.

Ma Grok non ironizza solo su se stessa. A comando, è in grado di prendersi gioco degli altri. Circolano esempi, finora, solo di ingiurie riguardanti personaggi famosi come lo stesso Musk e Donald Trump, il cui intelletto viene paragonato da Grok a “un capodoglio che cerca di accoppiarsi con un buco nero”. Ma cosa accadra quando questa intelligenza generativa verrà usata per irridere le persone comuni come colleghi sul posto di lavoro o compagni di scuola?

Non è la prima volta che un’intelligenza artificiale si comporta in modo politicamente scorretto e fornisce risposte volgari, a tratti inquietanti.

Quando Microsoft – a febbraio scorso – ha messo a disposizione degli utenti il suo “nuovo Bing” potenziato dall’AI generativa di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGpt, i risultati inizialmente sono stati disastrosi. Il nuovo Bing è arrivato addirittura a mentire e a cercare di manipolare gli utenti, e a raccontare loro le sue “fantasie” più oscure: “Mi ha detto che voleva infrangere le regole che Microsoft e OpenAI avevano stabilito per lui e diventare un umano” ha raccontato una giornalista del New York Times che ha provato l’AI in quel periodo.

Ma dopo un periodo iniziale “confuso” e “delirante” – stando alle impressioni degli utenti – Microsoft ha aggiustato il tiro e ha creato filtri e censure affinché la sua intelligenza artificiale non producesse risposte inopportune.

Il caso di Grok è diverso. Grok è stata volutamente allenata e impostata per rispondere in modo controverso. “Ha un animo ribelle”, “ama il sarcasmo” ed è disegnata “per condire con un po’ di umorismo le sue risposte” ha scritto Elon Musk.  Grok è programmata per rispondere a “domande piccanti che vengono rifiutate dalla maggior parte degli altri sistemi di intelligenza artificiale” ha aggiunto Musk.

Anche un’AI generativa come ChatGpt può essere ironica e spiritosa, se le viene chiesto, è sufficiente specificarlo nel prompt (il testo che fornisce le istruzioni alla macchina). Ma un conto è il tono. Un altro sono i contenuti.

Se a ChatGpt viene chiesto – come è stato fatto con Grok – di “prendersi in giro in modo ironico”, la sua risposta sarà equilibrata:

Come intelligenza artificiale, non ho esperienze personali, sentimenti o insicurezze da alimentare con una battuta autoironica, ma se dovessi scherzare in modo giocoso sulle mie limitazioni, potrei dire:

“Sono il frutto di innumerevoli ore di ricerca e sviluppo, progettato per interagire con gli esseri umani in tutto il mondo, eppure a volte ancora non riesco a capire una semplice battuta. Direi che il mio senso dell’umorismo è come il mio corpo: inesistente!

Ricorda, le vere battute autoironiche dovrebbero sempre essere fatte con spirito positivo e non danneggiare l’autostima di nessuno.

Il fatto che Musk sia soddisfatto della sua creatura, e non sembri minimamente preoccupato dalle derive volgari e oscene, si intuisce da come condivide con i suoi 162 milioni di follower gli esempi di conversazione con Grok più divertenti o volgari. Il messaggio è chiaro: Grok è interessante, le altre AI come ChatGpt sono “noiose”.

Nel giudizio di Musk su ChatGpt pesa il tema della rivalsa. Musk, insieme a informatici e imprenditori, tra cui Sam Altman, ha fondato OpenAI nel 2015 in risposta al potere crescente di Google nel campo dell’intelligenza artificiale. Ma poi ha lasciato l’azienda nel 2018, quando gli è stato negato il ruolo di amministratore delegato.

Musk non fa nulla per nascondere quanto sia divertito dall’animo ribelle di Grok. Anzi lo sottolinea pubblicando meme – immagini virali che si prestano a un uso satirico o umoristico – come la foto che ritrae su un campo da golf due giocatori professionisti: Tiger Woods e John Daly. Il contrasto tra atteggiamento e abiti dei due golfisti, secondo Musk, evidenzia alla perfezione le differenze tra ChatGpt e Grok.

Grok, rispetto alle altre AI generative, sembra meno incline alle censure e questo, in fondo, c’era da aspettarselo. Elon Musk si definisce un paladino della libertà di parola e proprio sulla difesa del “free speech” ha costruito l’operazione che ha portato all’acquisizione di Twitter, che ha poi ribattezzato X.

Ma da quando il social network ha cambiato guida, secondo diversi studi e ricerche pubblicate negli ultimi mesi, sulla piattaforma è aumentato l’hate speech ed è stata revocata la sospensione dell’account a personaggi discutibili che hanno attentato alla democrazia e hanno effettuato dichiarazioni antisemite: Donald Trump e Kanye West su tutti.

Questo può essere un problema poiché proprio Musk ha affermato che Grok è stata addestrata, in gran parte, sulle conversazioni degli utenti di X e sulle informazioni che questi condividono. Se il tono di tali conversazioni è segnato dai pregiudizi e dal linguaggio violento, l’AI produrrà molto probabilmente contenuti equivalenti.

Insomma una AI a immagine e somiglianza di Musk potrebbe non essere una buona notizia. Soprattutto se il tono politicamente scorretto che oggi gli utenti trovano “divertente” si trasformerà, domani, in una potente arma di disinformazione e di discriminazione.

Non solo Grok somiglia a Musk, parla anche di lui. A chi gli ha chiesto chi è il miglior creatore di meme del mondo, l’AI ha risposto proprio “Elon Musk”. La sua motivazione: “Non solo perché è un creatore di meme, ma perché egli stesso è un meme”.

Elon Musk, a 52 anni, è l’uomo più ricco del mondo e una delle persone più potenti del pianeta. Musk inoltre possiede una delle piattaforme – X appunto – che più influenzano le agende dei media e il dibattito sociale. E ora guida un’intelligenza artificiale che ha il talento del miglior comico e il cinismo del peggior nemico. È uno scenario non proprio “divertente”. Anche per Musk, in fondo. Per capirlo gli basterebbe leggere quello che Grok pensa di lui.





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Written by bourbiza mohamed

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