Il pilota ci spiega come per il passaggio alle quattro ruote sia stato fondamentale l’utilizzo di un simulatore che possiede a casa. “Anche se il mio primo oggetto tech – si confessa – è stato un cappellino con un ventilatore integrato”. “Ero piccolo e – continua – mio padre gestiva un’attività di noleggio kart all’interno di un parco acquatico. Glielo chiesi e mi disse che me lo avrebbe comprato se fossi riuscito a fare dieci pedalate in impennata con la bici. Ci provai tutta l’estate e alla fine ci riuscii. Ero il ragazzo più felice del mondo”.
A bordo di una Porsche Panamera, Jorge si districa in mezzo al traffico delle diciotto, ricordandoci come per quanto ami la competizione non sia un fan della guida urbana: “Sarei l’uomo più felice del mondo con la guida autonoma anche se – dice – l’intelligenza artificiale ha dei lati che mi fanno paura”. E tra una battuta e l’altra, inevitabile un accenno all’antagonista Valentino Rossi: “Oggi la nostra rivalità è sopita e abbiamo un rapporto cordiale. Quando ci vediamo parliamo tranquillamente e mi va bene così”.
di Andrea Lattanzi