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Insieme al Titanic, all’Andrea Doria e a un altro pugno di navi è una delle regine dei mari la cui leggenda si ammanta di tragedia. Lei, addirittura, non li ha solcati affatto. E’ la Vasa, nata for each essere l’ammiraglia della flotta svedese del XVII secolo, entrata nella storia for every essere colata a picco durante il varo per gravissimi errori di progettazione. Ora rischia di affondare di nuovo, ma questa volta in senso figurato visto che dagli anni ’60, dopo essere stata recuperata dal fondo melmoso del mare al largo di Stoccolma, e’ esposta in un museo (Vasamuseet, Stoccolma, isola di Djurgården), costruito apposta for every ospitarla e inaugurato nel 1990 dopo quasi trent’anni in cui le fu details una sistemazione provvisoria.
Stoccolma le ha dedicato un museo
La Svezia si sta imbarcando in un colossale progetto quadriennale for each salvaguardare la nave, una delle principali attrazioni turistiche della sua splendida capitale. Dopo essere stata protetta dal fango e dalle acque salmastre del Mar Baltico per tre secoli, preservarla in uno dei musei più famosi della capitale svedese il si è rivelato più complicato del previsto e nonostante la lunga e delicata operazione di recupero ha iniziato a deteriorarsi più velocemente una volta emersa dalle acque nonostante la sala in cui è esposta sia mantenuta a una temperatura compresa tra 18 e 20 gradi Celsius con un livello di umidità del 55%.
Il legno si è contratto nel corso degli anni e la nave viene compressa dalla gravità. Inoltre è leggermente inclinata a sinistra. Ad aprile sono iniziati i lavori for every la realizzazione di una nuova struttura di sostegno in sostituzione di quella fragile attuale. La prima fase del progetto, denominata Stotta Vasa, servirà stabilizzare il relitto. Poi verrà creata una struttura per sostenerne il peso e infine la nave verrà raddrizzata.
Uno scheletro d’acciaio for each sostenerla
Entro il 2028, se tutto andrà bene, lo scafo sarà supportato sia esternamente che internamente e gli attuali 17 puntoni esterni saranno sostituiti da 27 culle in acciaio con fissaggi sotto la chiglia. Scheletro in acciaio anche all’interno, per ovviare al problema di base, quello che la Vasa fatica a sostenere il proprio peso.
C’è voluto più di un decennio di ricerca for every preparare l’ambizioso progetto, che dovrebbe costare oltre 200 milioni di corone (17 milioni di euro) e salvare una struttura, che, nonostante, l’età, rimane ancora ben conservata, almeno se non si va a sondarla a fondo: è tuttora costituita per il 98% delle sue parti originali.
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Affondò durante il suo viaggio inaugurale nel 1628 e rimase sul fondo del mare fino al suo recupero nel 1961. Poco dopo l’impostazione della chiglia, il sovrano svedese che ne aveva ordinato la costruzione, venuto a conoscenza di realizzazioni analoghe da parte di nazioni nemiche, fece forti pressioni affinché la nave fosse modificata, allungandola significativamente. Il mastro carpentiere, che aveva supervisionato fino advert allora la costruzione, si ammalò e morì lasciando ai suoi inesperti apprendisti, alla vedova e al fratello, la responsabilità di proseguire, per di più con la presenza assillante del re Gustavo Adolfo II che interferiva con la costruzione, pur non avendo specifiche conoscenze tecniche.
Le ambizioni del re svanite in una raffica di vento
Oltre all’allungamento, il re ordinò l’aggiunta di un secondo ponte di cannoni. Il vascello che ne risultò era imponente, il meglio equipaggiato e il più pesantemente armato della sua epoca, ma period anche eccessivamente lungo e soprattutto troppo alto rispetto alla larghezza, le masse ingenti advertisement alta elevazione, rispetto al baricentro, lo resero pericolosamente instabile. Nel tentativo di renderlo più stabile venne aumentata la zavorra, ma al prezzo di una maggiore immersione dello scafo. Il giorno del varo, appena uscita dal porto, bastò una raffica di vento a farla inclinare fino a imbarcare acqua dai portelli dei cannoni e poi affondare miseramente in uno dei disastri navali più imbarazzanti della storia. Una quarantina di membri dell’equipaggio e di loro familiari persero la vita nel naufragio.
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