in

Migranti, Pif a Zuppi: “Sono agnostico, ma Cristo è tra i profughi della Rotta dei Balcani. E salvarli tocca a tutti, a chi è cristiano e a chi crede nell’umanità”

«Io sono agnostico, è meglio di ateo?». Pif gira lo sguardo verso Matteo Zuppi che sorride. Continua, in recupero: «Ero cristiano, poi a un certo punto mi sono fatto delle domande e ho smesso di esserlo. Però paradossalmente da quando sono agnostico dio è più presente». Il regista e autore televisivo e il cardinale. Il siparietto strappa risate e applausi, il tema in realtà è serissimo. E drammatico. La serata porta il titolo “Caro migrante”, richiama la serie tv di Pif “Caro marziano”, che ha dedicato alcune puntate alla Rotta dei Balcani. Una parte viene proiettata sotto la tettoia Nervi, piazza Lucio Dalla è piena, Eden Belay Sium e Stanley Godswil Egbon raccontano il viaggio che li ha portati qui, i volontari mostrano come si aprono le porte invece di sbatterle in faccia.

Pif mostra la rotta balcanica, i silos di Trieste, «non si parla della violenza fatta dall’Europa su chi entra dalla Grecia e dalla Turchia…quando arrivano in Italia fanno domanda di asilo, non sono illegali, ma nessuno li accoglie. Lo Stato italiano, lo Stato dei valori cristiani, coi politici che piangono davanti alle madonnine e ci obbligano ad avere il crocifisso nelle scuole e alle poste, li abbandona. Vivono nei silos e lì vedi Cristo come me lo avevano rappresentato i salesiani (che mi hanno bocciato): sono ancora agnostico ma se sei cristiano devi fare qualcosa, se non sei cristiano e credi nell’umanità devi fare qualcosa». Lo sta facendo Pif, lo fanno le tante realtà che accolgono a Bologna, è il Tavolo migranti diocesano ad aver organizzato l’incontro per rompere steccati e pregiudizi verso chi scappa da fame, povertà e guerre nell’ambito delle iniziative del Comune per la Giornata mondiale del rifugiato. Zuppi – partito per un pellegrinaggio di pace in Terra Santa e che sarà domenica alle 21 in piazza Maggiore ospite di Repubblica delle Idee – invita a non avere paura dell’incontro con l’altro, ringrazia Pif «perché ha costretto tanti a vedere quella realtà di Trieste, e ora l’interrogativo è cosa possiamo fare noi? Salvare queste persone tocca a noi e mi auguro che tutti i cristiani non smettano di farsi domande perché forse è il vero modo per cominciare a essere un po’ più cristiani».

Il dialogo rimane a toni scherzosi, Pif sferza sull’essere cristiani, «la difficoltà è amare la persona diversa da noi», e ancora: «Ho saputo che il 7 luglio ci sta il Papa a Trieste, la butto là, sono vicino al Papa quasi quanto te Matteo». Zuppi ribatte: «Se vuoi fare il cardinale ti lascio la porpora subito». E Pif: «Ma se facessi il prete manderei tutti all’inferno». Quello che vivono i migranti che arrivano, quando non muoiono, via mare o lungo la rotta dei Balcani, in Italia, sotto le torri. «E qui non è più «una questione di credere o no».



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giornata contro l’esportazione e il trasporto a lunga distanza di animali vivi, le associazioni: “Una pratica abominevole, basta con questa crudeltà gratuita”

Savignano rende omaggio al compianto sindaco Sergio Gridelli