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Che cosa ha fatto per noi l’Europa: il sostegno all’Ucraina


Mancavano poche ore all’invasione russa, e l’Unione europea già si muoveva per aiutare l’Ucraina. Il 23 febbraio del 2022, dopo mesi in cui i vertici di Bruxelles e i singoli leader continentali avevano invano tentato di dissuadere il presidente russo Vladimir Putin dall’attacco militare contro Kiev, partivano quelle che in pratica erano le prime sanzioni del tempo di guerra (a febbraio 2024 siamo arrivati al 13esimo pacchetto): la Russia riconosceva come sue le regioni ucraine di Donetsk e Luhansk e decideva di inviare truppe nella regione, e l’Ue adottava un pacchetto di sanzioni contro persone ed entità russe e contro l’accesso del governo russo ai mercati e ai servizi finanziari dell’Unione. Due giorni dopo, a invasione ormai in corso, il Consiglio adottava ufficialmente sanzioni nel settore dell’energia, dei trasporti e della tecnologia e in materia di visti.

Da allora molto è cambiato, ma il sostegno dell’Ue a Kiev, nonostante le tante difficoltà e un intenso dibattito, non è mai venuto meno. Al punto che a dicembre scorso sono stati aperti i negoziati per l’adesione all’Ue dell’Ucraina, di cui quasi tutti i partner sostengono anche l’ingresso nella Nato. La solidarietà più importante non è stata certo quella espressa a parole, ma quella concreta degli aiuti economici e militari.

(reuters)

Un totale di 143 miliardi

Dall’inizio della guerra l’Ue e i suoi Stati membri hanno fornito o impegnato oltre 143 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina e della sua popolazione: di questi, 81 miliardi in assistenza finanziaria, di bilancio e umanitaria, 33 in sostegno militare, 17 in sostegno ai rifugiati all’interno dell’Ue, 12,2 in sovvenzioni, prestiti e garanzie forniti dagli Stati membri.

Il sostegno all’economia e gli aiuti umanitari

Lo strumento per l’Ucraina, entrato in vigore il primo marzo 2024 nonostante l’ostruzionismo dell’Ungheria filorussa, prevede fino a 50 miliardi di euro di finanziamenti stabili, sotto forma di sovvenzioni e prestiti, per sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina per il periodo 2024-2027. Di questa somma, fino a 32 miliardi sono stanziati per sostenere le riforme e gli investimenti previsti dal “piano per l’Ucraina”, che è stato presentato il 20 marzo 2024 da Kiev nell’ambito del processo di adesione all’Ue e che il Consiglio europeo il 14 maggio ha valutato positivamente.

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Questi fondi sono solo l’ultimo sforzo dell’Unione, che tra il 2022 e il 2023 ha messo a disposizione 25,2 miliardi di assistenza macrofinanziaria sotto forma di prestiti e sovvenzioni. Ma il sostegno economico si fonda anche sulla liberalizzazione temporanea degli scambi e altre concessioni commerciali – misure entrate in vigore per la prima volta il 4 giugno 2022 e prorogate fino al 5 giugno 2025 – , sui 2,6 miliardi messi a disposizione attraverso garanzie dell’Ue, e sulla creazione dei corridoi di solidarietà per garantire a Kiev l’esportazione di cereali e altri prodotti agricoli (122 milioni di tonnellate di merci) e l’importazione di aiuti, mangimi e concimi.

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Proprio per quanto riguarda gli aiuti umanitari, sono stati stanziati tra il 2022 e il 2023 840 milioni di euro (2,2 miliardi sono invece arrivati dagli Stati membri), mentre altri 796 milioni sono stati forniti attraverso il meccanismo di protezione civile dell’Ue.

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Il sostegno militare

Poi ci sono gli aiuti militari, i più discussi politicamente. I Paesi europei hanno dibattuto a lungo, e così Kiev ha perso tempo e non ha ricevuto subito le armi più efficaci per fermare l’avanzata russa, ma alla fine sono stati forniti in tutto 33 miliardi di euro alle forze armate ucraine. In particolare, dal 2024 l’Ue ha mobilitato 11,1 miliardi per finanziare la fornitura di attrezzature e forniture militari letali e non letali. Il 15 novembre 2022 il Consiglio europeo ha avviato inoltre la missione di assistenza militare dell’Ue per l’Ucraina (Eunam), per una durata iniziale di due anni, con l’obiettivo di formare le forze di Kiev.

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I rifugiati

Economia e guerra sono i due pilastri degli aiuti all’Ucraina. Ma è impossibile dimenticare che l’Europa ha dato rifugio a milioni di ucraini in fuga dalla guerra, molti dei quali non sono tornati a casa. È un sostegno non scontato, soprattutto se consideriamo la chiusura dimostrata dall’opinione pubblica continentale dopo le generose aperture ai profughi siriani del 2015. Già il 4 marzo del 2022 l’Ue dava attuazione alla direttiva sulla protezione temporanea, per consentire agli sfollati di godere di diritti armonizzati in tutta l’Unione: soggiorno, accesso al mercato del lavoro e agli alloggi, assistenza medica, assistenza sociale e accesso all’istruzione per i minori.

Giustizia e pace

Questo è il cuore del sostegno dell’Ue all’Ucraina, un impegno che ha stravolto le priorità dell’ultima legislatura e che vede l’Europa in prima linea perché si arrivi a una soluzione giusta della guerra in un Paese che è ai confini europei. E la cui caduta per mano della dittatura di Vladimir Putin – feroce anche verso i propri cittadini – rappresenterebbe una minaccia anzitutto per tutti gli Stati dell’Ue che confinano con la Russia.

Per questi obiettivi, da un lato nel marzo del 2022 tutti gli Stati membri dell’Ue hanno deciso di deferire collettivamente la situazione in Ucraina alla Corte penale internazionale, mentre l’Agenzia per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) ha avuto il via libera per conservare e preservare le prove relative ai crimini di guerra russi. Dall’altro l’Ue continua però a lavorare per la pace, sostenendo il piano in dieci punti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e le conferenze internazionali. In attesa che Putin sia costretto a fare un passo indietro.



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Written by bourbiza mohamed

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