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Vita da influencer, Virginia Benzi: “Sono una fisica appassionata di makeup. All’università dicevano: ‘E’ bella che le importa di usare il cervello’. Sono stata travolta dai commenti sessisti”


Prima di scoprire il mondo scientifico, lei stessa ne aveva un’idea stereotipata: serioso, rigido, maschile. Poi, dopo una laurea in Fisica delle interazioni fondamentali, un anno fa Virginia Benzi ha trovato nei social un modo per coniugare la propria passione per l’arte e quella per la divulgazione. Il suo approccio creativo ha conquistato anche il presidente Mattarella, che lo scorso marzo l’ha ricevuta insieme a una delegazione di dodici creator, e l’ha portata tra i cento under 30 di Forbes Italia per il 2024. Oggi la 27enne originaria di Acqui Terme è ambasciatrice di Generazione Stem, community nata per orientare, ispirare e avvicinare le ragazze alle discipline scientifiche.

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Scienziato preferito?

“Margherita Hack, perché faceva un po’ quello che voleva. Non era la classica scienziata rigida e formale”.

E la branca?

“Fisica teorica”

Una persona che studia fisica che rapporto ha con l’amore?

“È un po’ un problema. Credo di essere molto affettuosa, ma mi rendo anche conto di quanto le persone tendano a idealizzare troppo l’amore e il partner per dare un senso alla propria vita. Un altro grande difetto è che a volte sminuisco il dolore degli altri, ma forse questo è colpa di esperienze di vita personali più che della fisica. Però non sono strana come potrebbe sembrare da questa risposta (ride, ndr): sono fidanzata, ho degli amici, una vita sociale normale”.

Che tipo di esperienze?

“Durante la mia adolescenza ho vissuto una serie di episodi che mi hanno portata ad apprezzare molto la serenità che ho adesso. Anni fa è mancato mio padre, l’anno prima mio zio e qualche anno dopo anche mia nonna, con cui ho vissuto per una parte della mia vita. E quando hai a che fare con la morte ti rendi conto di quali sono le cose davvero gravi”.

La sua è una famiglia di divulgatori?

“In realtà è una famiglia di artisti. Prima dei 16 anni quasi non sapevo cosa volesse dire la parola fisica, la riconducevo a qualcosa di noioso, per questo mi ero iscritta al liceo artistico. Mio padre era un restauratore, ma aveva anche la passione per la musica blues. Era bravissimo a suonare, cantava e dipingeva molto bene”.

Ha ereditato qualcuno dei suoi talenti?

“Sono molto brava nel bodypainting e in un’altra vita avrei voluto fare la cantante. Ma non ho mai studiato, metto ovunque le mani in pasta e vedo cosa ne esce. Però mi piacerebbe portare avanti quello che faceva lui a livello emotivo, cercando di rielaborare a modo mio le cose che mi ha insegnato”.

Che le ha insegnato?

“Ad essere curiosa e metodica, lui aveva una forte sensibilità legata all’osservazione del mondo. Mia madre mi racconta sempre che quando andavano a vedere delle mostre mio padre passava anche delle ore a guardare un singolo dettaglio di un dipinto”.

E la scienza da dove arriva?

“Sono cresciuta in un ambiente di campagna e ho sempre sentito questa attrazione mistica per la natura. Poi al liceo ho scoperto la filosofia e mi sono chiesta se le grandi questioni della vita potessero avere una risposta meno soggettiva attraverso il linguaggio della matematica. Allora mi sono iscritta in Fisica”.

Era brava all’università?

“Ero consapevole dei miei limiti, quindi i primi anni li ho vissuti con il timore di non farcela. E non c’era niente al di fuori di me che mi rassicurasse, perché non ho incontrato così tanti esempi femminili”.

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Si è mai sentita discriminata?

“Non proprio, però tra i miei colleghi c’era anche chi diceva: ‘È una bella ragazza, che gliene frega di usare il cervello’. Poi sono anche una grande appassionata di makeup, quindi vengo percepita come frivola”.

E sui social?

“Quando ho iniziato la gente era molto più cattiva, c’erano tanti commenti sessisti e alcuni mettevano in dubbio che io fossi davvero laureata in fisica. E poi, visto che parlo di temi ancora considerati maschili, il mio pubblico è formato principalmente da uomini”.

E le donne?

“Per fortuna ci sono sempre più ragazzine intorno ai 13-14 anni. Una volta due di loro mi hanno riconosciuta per strada e si sono avvicinate a salutarmi. Con loro c’era anche il padre, che non sapeva di cosa mi occupassi. Quando gliel’ho detto è rimasto abbastanza stupito che le figlie seguissero una creator che parla di scienza”.

E lei quando ha deciso di fare la creator?

“Un anno fa, appena finita l’università. Avevo scoperto che i social mi permettevano di unire la mia parte creativa a quella divulgativa, quindi mi sono detta: ‘Mi butto e mi do un anno di tempo per vedere come va’. In quel momento non avevo nessuna sicurezza economica”.

E come sta andando?

“Finora sempre meglio, mi diverto e riesco a mantenermi”.

Da quale piattaforma guadagna di più?

“YouTube permette di monetizzare direttamente dalle views, è bello perché hai un riscontro economico che deriva solo dalla tua community. È un po’ il posto fisso dei creators. Instagram, invece, è importante per le collaborazioni”.

A volte smonta fake news sulla scienza, altre parla di scoperte recenti. Spesso si cimenta in esperimenti utilizzando attrezzi, utensili da cucina e tanto altro. Può farlo perché vive da sola?

“Vivo in due posti contemporaneamente. Un po’ a Genova con il mio fidanzato, che sta per finire l’università, e un po’ con mia madre ad Acqui. Ma gli esperimenti li faccio solo da mia mamma, perché la casa di Genova è minuscola. Nell’altra invece c’è un grande magazzino che una volta era il negozio di mio padre. Ma non sempre mia mamma è contenta, dice che incasino i suoi spazi”.

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Quanto tempo ci vuole per registrare un video?

“Se devo parlare di una notizia nuova posso metterci anche cinque ore a informarmi, scrivere il testo e montarlo. Da fuori può sembrare poco, ma bisogna pensare che il risultato finale è di appena 60 secondi. Però ne vale la pena, anche perché facendomi conoscere nascono nuove collaborazioni. Da poco ne è iniziata una con l’Università di Pavia, per cui dovrò realizzare dei video di supporto alla didattica per il corso di Fisica. Il problema è che sono estremamente timida, come mio padre: lui rimaneva pietrificato ogni volta che doveva esibirsi”.

Però lei parla davanti a migliaia di persone.

“Forse me lo impongo, per riuscire a fare quello in cui lui non è riuscito. E poi stare sui social mi diverte un sacco, il problema è fare le cose dal vivo. Adesso sto portando uno spettacolo in teatro con degli amici, ‘Dio gioca a dadi’, e devo sforzarmi un sacco per salire sul palco”.

Ha dovuto anche incontrare Mattarella in persona.

“Quando mi avevano invitata al Quirinale non avevo capito che ci sarebbe stato anche lui. Ero indecisa se andare o no, anche perché sono una persona poco formale e queste situazioni mi mettono ansia. Per fortuna alla fine sono andata ed è una di quelle cose che racconterò ai miei nipoti”.

Lui com’è stato?

“Carinissimo, si vedeva che era curioso di scoprire cosa facessimo. Mi ha messa molto a mio agio. E poi è una persona che va dritta al punto, una cosa che apprezzo molto visto che lavoro con video brevi e devo condensare tante informazioni in poco tempo”.

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La prossima persona famosa che vorrebbe incontrare?

“Angelina Mango, la adoro. Sarebbe un sogno”.

Qual è invece la cosa che adesso le fa più paura?

“In assoluto le malattie. Sono proprio ipocondriaca, anche questo l’ho ereditato da mio padre. Ogni volta ho paura di farmi visitare perché non voglio leggere i risultati, ma allo stesso tempo vorrei controllarmi e far controllare anche tutte le persone a me care. Adesso sto cercando di trovare il coraggio per fare gli esami del sangue (ride, ndr)”.



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Written by bourbiza mohamed

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