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Via Riva Reno: “Così apriremo il sarcofago e l’acqua pulita del fiume tornerà a scorrere in centro”

Come saranno i Navigli di Bologna, una volta finiti i lavori per la linea rossa del tram nel tratto di via Riva Reno, in qualche modo l’abbiamo capito. Grazie alla fantasia, ai rendering del Comune e alle foto storiche che immortalano il canale ancora scoperto prima della metà degli anni ‘50. Più difficile intuire come sarà l’operazione di scopertura del sarcofago che oggi protegge dagli occhi di tutti il canale che scorre sotto la strada, entrato poco prima dal torresotto di via della Grada, dopo aver percorso i km che lo separano dalla Chiusa di Casalecchio, fino alla finestrella di Piella e oltre. Un aiuto ariva da Andrea Bolognesi, ingegnere civile-idraulico, direttore di Canali di Bologna, denominazione che riunisce i tre antichi Consorzi dei Canali di Reno e Savena, organismo che gestisce i canali, la cui sede è l’Opificio delle acque. Un’operazione complessa, concertata tra Palazzo d’Accursio, l’impresa che segue il tram, e Canali, che riporterà alla luce l’acqua derivata dal fiume Reno, dopo che, con il sindaco Dozza, per questioni igienico-sanitarie si era deciso di tombarlo. Impossibile dire con precisione quando i bolognesi rivedranno scorrere l’acqua, ma è questione di pochissimo. A giugno, sbirciando dentro le reti di cantiere, non solo gli umarell riusciranno a vedere l’alveo del Canale di Reno, ma anche i più curiosi e chi abita nei condomini sopra.

«In questo tratto – spiega Bolognesi – tutta la copertura vecchia dovrà essere demolita e rimossa. Poi, mentre per tre quarti sarà ricostruita, per un quarto non sarà fatta in modo da lasciare visibile il Canale». Il tratto coinvolto dal rifacimento della copertura (Lame-S. Felice) è di circa 420 metri, e di questi, ne resteranno a cielo aperto 130: dalla rotonda di piazza Azzarita a via Brugnoli, davanti alla Coop, prima della Chiesa di Santa Maria delle Visitazioni.

Appena le ruspe andranno in profondità cosa si vedrà? Ora il canale è protetto da un sarcofago, «una scatola che fecero dalla metà degli anni ‘50. Sono muri molto grossi in cemento debolmente armato, anche la pavimentazione è in calcestruzzo. La nuova copertura non poggerà sui muri del Canale poiché, a seguito di indagini strutturali, si è visto che non davano sufficiente fiducia. La struttura appoggerà su micropali infissi nel terreno per circa 10 m, realizzati a filo esterno dei muri». Quindi nel tratto del canale che resterà coperto, tre le operazioni da fare: togliere il vecchio coperchio, palificare e richiudere. Nella parte dove si vedrà il corso d’acqua, dovrà essere rimossa la vecchia struttura e messi i pali su cui ci saranno alberi, aiuole e arredo.

Non facile il cronoprogramma per il cantiere che deve operare senza interrompere il flusso d’acqua. I canali sono in secca solo tre settimane l’anno, fra ottobre e novembre, per manutenzioni programmate o in momenti particolari, ad esempio in occasione di piene nei fiumi. «Il cantiere procede a tratti per questi motivi. Fino a inizio luglio, come vediamo ora, gli operai, oltre che su via Lame di fronte alla chiesa, sono nel tratto tra la piazza e Brugnoli e stanno compiendo le operazioni sopra dette. Da luglio ad agosto lavorano nell’area dietro la chiesa, da agosto a ottobre saranno in via S. Felice: in queste zone, via la copertura, si mettono i pali e si ricopre». Fra settembre e novembre il Cantiere sarà ancora nel tratto che resterà scoperto per il nuovo arredo. Da ottobre a gennaio 2025 si concluderà l’area da S. Felice alla rotonda.

Bolognesi risponde anche alle voci circolate sulla qualità dell’acqua e sui possibili odori. «Le indagini di Arpa certificano che dal punto di vista microbiologico l’elevata qualità dell’acqua in via Righi, oltre Riva Reno, è la medesima rilevata sul fiume alla derivazione». Inoltre, proprio alla Grada, c’è l’idea d’installare una stazione di controllo per la misura di parametri chimico-fisici dell’acqua. «Un’operazione garantista verso i cittadini, la Grada è il punto d’ingresso del canale dentro le mura, pochi metri prima quel fatidico tratto scoperto nell’occhio del ciclone».



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Written by bourbiza mohamed

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