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L’Intelligenza artificiale e il boom di abusi ai minori online: l’allarme di Telefono Azzurro


Secondo l‘ultimo dossier di Telefono Azzurro oggi si stima che in Europa un bambino/a su 5 sia stato/a vittima di violenza sessuale. E secondo gli ultimi dati dell’Internet Watch Foundation, il 2023 è stato l’anno in cui la presenza di immagini di abusi sessuali di minori su web ha raggiunto il suo massimo. L’Istituto ha valutato 392.665 segnalazioni confermando che 275.652 pagine web contenevano immagini o video di bambini vittime di abusi sessuali.

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“Oggi il processo di ingresso dei bambini non solo nella rete, ma in un mondo complesso, pervasivo e che cambia costantemente e a velocità forsennata i processi di sviluppo, è sempre più precoce – commenta Ernesto Caffo, psichiatra e fondatore di Telefono Azzurro -. La crescita dei ragazzi avviene verso canali nuovi prima mai considerati come elemento di vita, oggi parte integrante della loro identità, i ragazzi diventano soggetti digitali, con limitato contatto col mondo delle relazioni tradizionali, che sono importantissime. In questa fase il mondo adulti non ha ancora maturato misure di supporto adeguato. Bisogna frequentare questi luoghi digitali che loro frequentano e conoscerli e bisognerebbe iniziare a capire cosa succederà nell’immediato futuro, ma questo è difficilissimo”.

 

Preoccupante è l’aumento di immagini di abusi realizzate con l’Intelligenza artificiale. Dall’inizio del 2023 le segnalazioni in merito sono sempre più numerose, come rilevato dalla stessa indagine dell’Internet Watch Foundation, da cui è emersa anche l’esistenza di manuali online per aiutare i criminali a perfezionare le tecniche di addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale con l’obiettivo di restituire risultati il più realistici possibile. Il panorama degli abusi è vasto e insidioso, dallo sfruttamento finanziario di bambini attraverso richieste di denaro online, all’oscuro e immorale commercio di immagini di abusi sui minori (Csam – Child sexual abuse material) generate sempre più spesso attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale fino al grooming, ovvero l’adescamento di minori a fini sessuali. Secondo il report in un solo mese sono state pubblicate in un forum Csam del dark web 20.254 immagini generate dall’intelligenza artificiale. Di queste, 11.108 contenevano materiale pedopornografico.

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“L’elemento più preoccupante è che non vediamo gli aspetti complessi ancora completamente privi di strumenti di controllo – aggiunge Caffo -: i ragazzi vivono da piccolissimi su piattaforme che gli adulti non frequentano. È difficile stabilire regole; parliamo di piattaforme globali e loro passano da una all’altra velocemente, senza però avere gli strumenti per gestirne i contenuti. C’è bisogno di una riflessione collettiva su questo”.

 

Il report

Per questo in occasione della Giornata nazionale per la lotta alla pedofilia e alla pedopornografia, lo scorso 5 maggio, la Fondazione S.O.S. Telefono Azzurro Ets in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e Fondazione Child, hanno presentato il report “La dignità dei bambini nel mondo digitale”.

“Diversi Paesi – aggiunge lo psichiatra – come per esempio il Regno Unito, si stanno già muovendo per affrontare la preoccupante crescita del materiale Csam generato dall’intelligenza artificiale, rendendo reato la generazione di strumenti online che creano questo tipo di materiale abusivo. Un tema di grande rilevanza quando si tratta di Csam è il materiale autoprodotto. L’autoproduzione di materiale abusivo da parte degli adolescenti è aumentata nel corso del tempo e ha coinvolto sempre più precocemente i bambini. Se prima il fenomeno riguardava soprattutto preadolescenti, dati raccolti da Internet Watch Foundation mostrano un aumento significativo di questo tipo di immagini raffiguranti anche bambini molto piccoli, di età compresa tra i 7 e i 10 anni (+67% rispetto al 2022, ndr)”.

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I dati di Telefono Azzurro

Nel 2023, il 114 Servizio Emergenza Infanzia di Telefono Azzurro ha registrato un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente di casi gestiti con motivazioni relative ad abuso sessuale (164), con una media di oltre 13 casi gestiti al mese. Nel 29% dei casi le situazioni riferite sorgono e persistono online (+3 casi rispetto all’anno precedente). Nel 90% dei casi gestiti i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6% di autori e nel 4% in quello di testimoni. Il 61% dei minori coinvolti sono di sesso femminile. Le regioni da cui sono pervenute maggiormente le richieste d’aiuto sono in primo luogo dal Veneto (18%), Lazio (16%) e Lombardia (16%).

Le motivazioni relative ai casi di abusi sessuali online sono: CSAM (40,3%), sextortion (34,3%), grooming (13,4%), sexting (7,5%) e molestie sessuali (4,5%). Nel caso degli abusi sessuali online si nota come il 51% dei minori coinvolti sia di sesso maschile.

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“È necessario mettere a sistema tutte le risorse del Paese partendo dalle istituzioni, dal mondo accademico, dalla società civile e da tutti gli attori coinvolti, con l’obiettivo comune di proteggere la dignità e il diritto alla sicurezza di ogni individuo attraverso soluzioni concrete per affrontare gli abusi in tutte le loro forme, comprese quelle più insidiose che spesso si nascondono nella rete – conclude Caffo -. Dal momento che la tecnologia, e soprattutto l’intelligenza artificiale generativa è in continua evoluzione, non si può prevedere l’intera portata delle implicazioni che potrebbe avere nell’ambito degli abusi. Per stare al passo con i tempi è fondamentale tenere monitorati i nuovi sviluppi e affrontare le minacce emergenti ilpiù rapidamente possibile per poter tutelare maggiormente minori e adolescenti. È inoltre fondamentale che tutti i Paesi firmatari si impegnino realmente a rispettare la Convenzione di Lanzarote per prevenire ogni forma di sfruttamento e di abuso sessuale nei confronti dei minori attraverso iniziative di formazione, prevenzione, educazione digitale e protezione”.

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Written by bourbiza mohamed

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