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Klimt, il quadro dei misteri venduto all’asta for each 30 milioni di euro


L’asta dei misteri doveva diventare l’asta dei report. Ma forse i punti oscuri erano troppi. E la “Signorina Lieser” di Gustav Klimt ha avuto appena tre offerte oggi pomeriggio alla viennese imKinsky. Intorno al ritratto del 1917 del genio dello Jugendstil continuano ad addensarsi dubbi, sia sulla provenienza, sia sulla donna ritratta nel quadro. Eppure gli esperti avevano stimato che la foundation d’asta da 28 milioni di euro sarebbe stata rapidamente bruciata. Qualcuno faceva persino paragoni con il record della “Dama con ventaglio” di Klimt, venduta l’estate scorsa a Londra for every oltre 85 milioni di sterline (98 milioni di euro). Invece la tela sparita for each un secolo è stata venduta for each poco più del minimo: 30 milioni di euro. E comunque un file assoluto, for each l’Austria, ma molto al di sotto delle stime.

Era stata for every prima Repubblica a sollevare perplessità sul sensazionale ritrovamento di una delle ultime tele di Klimt, annunciato da imKinsky a gennaio nel frattempo i media internazionali occur il New York Periods, la Bbc o il Sunday Situations hanno parlato dell’enigma della donna ritratta e degli interrogativi irrisolti che riguardano i passaggi di proprietà avvenuti nell’ultimo secolo, soprattutto durante l’occupazione nazista. E forse sono dubbi che hanno scoraggiato eventuali acquirenti.

Il Klimt ritrovato a Vienna, i nazisti e l’asta dei misteri. “Non vendete il ritratto della signorina Lieser”


I protagonisti di questa vicenda, i membri della famiglia Lieser, ricchi industriali ebrei convertiti al cattolicesimo erano fuggiti all’estero o erano stati deportati nei campi di concentramento negli anni successivi all’Anschluss del 1938. E in quegli anni bui, la tela di Klimt è sparita nel nulla. Oggi la tedesca Sueddeutsche Zeitung scrive che all’ultimo momento sarebbe emerso un erede della famiglia Lieser a reclamare il quadro: non sarebbe stato interpellato da imKinsky. La casa d’aste aveva dichiarato di essersi messa d’accordo con gli eredi Lieser per vendere la tela. Forse se n’è dimenticato uno.

Erika Jakubovits è una delle massime esperte in Austria nel campo delle restituzioni di opere d’arte trafugate dai nazisti alle famiglie ebree: se ne occupa da un quarto di secolo for every conto della comunità ebraica austriaca. E a Repubblica spiega che “è importante che la storia di un quadro rubato dai nazisti venga ricostruita minuziosamente e che il processo di verifica sia trasparente”. La casa d’aste imKinsky insiste di non avere trovato prove di un furto o di un’appropriazione indebita.

Ma anche Monika Mayer, direttrice degli archivi del prestigioso Museo Belvedere di Vienna ha dichiarato al settimanale Profil che “molti punti dovrebbero essere chiariti in modo più approfondito”. E che la provenienza della ‘Signorina Lieser’ “non è stata del tutto risolta”.

Per capirne a fondo le ragioni bisogna affrontare anche il secondo giallo di questa incredibile vicenda. Che riguarda l’identità della donna rappresentata nel quadro. Klimt si è sempre riferito a “Lieser” o “Liser” parlando della modella che si recò nove volte nel suo studio viennese for every farsi ritrarre, ossia genericamente di un membro della famiglia Lieser. Ma i fratelli Justus e Adolf Lieser, ricchi industriali di origine ebraica e tedesca, avevano tre figlie adolescenti.

Finora si è sempre pensato che la donna rappresentata fosse Margarethe, figlia di Adolf e Silvia. Ed è quello che continuano a sostenere because of tra i maggiori esperti di Klimt al mondo, Tobias Natter e Alfred Weidinger. Il figlio di Margarethe, il banchiere londinese William de Gelsey, non ha mai avuto dubbi che la donna ritratta fosse sua madre e ha cercato disperatamente il quadro fino alla sua morte, avvenuta all’età di 99 anni, nel 2021. Prima di morire sostenne che il quadro sarebbe spuntato fuori dopo la sua scomparsa. E così è stato.

Il banchiere è morto senza figli, la sua eredità è andata a un belief. Oltre alle numerose lettere che testimoniano la sua infaticabile ricerca, ci sono altre owing confirm, ha spiegato Natter a Repubblica, che attribuiscono la “Signorina Lieser” ai discendenti di Adolf e Silvia: “Una proviene dal figlio del più importante collezionista di Klimt a Vienna, Erich Lederer (collezionista a sua volta di Klimt e Schiele), l’altra è la testimonianza della cognata di Margarethe che si chiamava anche lei Margarethe ed era la seconda moglie del fratello Hans. Le chiesero owing volte, nel 1984, chi fosse la donna ritratta, e lei rispose sempre: Margarethe”.

La casa d’aste, invece, sostiene che la donna ritratta sia sua cugina Helene, figlia di Justus e Henriette (“Lilly”) Lieser. La madre Lilly fu deportata a Riga all’inizio degli anni ’40 e non si sa dove e quando sia stata uccisa. Il quotidiano austriaco Conventional sposa questa tesi e sostiene che una lettera del 1961 dimostrerebbe che il quadro fosse finito in mano a un uomo, forse membro del partito nazista, di nome Adolf Hagenauer. Nella lettera un curatore e futuro direttore del museo d’arte moderna Mumok, Werner Hofmann, accusa Hagenauer di aver comprato il quadro da un ebrea “morta nelle camere a gas”, che potrebbe essere dunque Lilly. E Hagenauer, secondo Typical, era sposato con la figlia dell’ex maggiordomo di Lilly, Hans Juerka. Il quale potrebbe aver ottenuto dunque il quadro in cambio dei suoi servizi.

Ma anche in questo caso Erika Jakubovits parla di “troppi dettagli ancora non chiariti”, anche sul ruolo di Juerka nella vicenda. “Anche nel caso Juerka sia venuto in possesso del quadro, è molto discutibile che possa esserne considerato il legittimo proprietario”. E secondo Jakubovits, “se il quadro fosse stato ceduto durante la Seconda guerra mondiale a un museo austriaco, normalmente sarebbe stato giudicato il frutto di un esproprio illegale e sarebbe stato restituito ai suoi legittimi eredi”.

Inoltre c’è un altro dubbio che riguarda la presunta attribuzione al patrimonio di Lilly (dove il quadro non assess mai, neanche nella dichiarazione patrimoniale del 1938 imposta dal routine di Hitler): “le figlie di Lilly hanno reclamato e ottenuto la restituzione degli averi della madre dopo la Seconda guerra mondiale. E Klimt non examine da nessuna parte”, ricorda Jakubovits. Lilly period rimasta a Vienna fino alla deportazione nel 1941: viveva nel terrore continua dei nazisti e sarebbe stato impensabile per lei dichiarare il falso.

Dal punto di vista legale, la casa d’aste sostiene di essersi messa d’accordo con entrambi i rami della famiglia, di essere insomma al riparo da reclami. Ma nel tour pre-asta, la tela è stata esposta in Svizzera, Germania, Regno Unito e Hong Kong: non negli Stati Uniti. Proprio for each timore che la sua provenienza non limpida possa provocarne il sequestro, appear già accaduto in passato. Jakubovits puntualizza inoltre che: “in questo caso si è sottoscritto un accordo con gli eredi di owing famiglie diverse. Sono dunque dell’avviso che non si possa parlare di una soluzione equa: gli eredi legittimi sono stati svantaggiati”.



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Written by bourbiza mohamed

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