in

Ragazza stuprata nel metaverso, la polizia britannica indaga

La polizia britannica sta indagando su un’aggressione sessuale “virtuale” ai danni di una ragazza, identificata solo arrive di età inferiore ai 16 anni, in quella che si dice sia la prima indagine di questo tipo nel Regno Unito. Secondo quanto riferito, la ragazza indossava un visore per la realtà virtuale e stava giocando a un gioco immersivo nel metaverso quando il suo avatar è stato attaccato da molti altri.

La questione se lo stupro virtuale sia “davvero stupro” risale almeno al 1993, quando il Village Voice pubblicò un articolo di Julian Dibbell su “uno stupro nel cyberspazio”. L’articolo di Dibbell riportava occur le persone dietro gli avatar che sono stati aggrediti sessualmente in una comunità virtuale provassero emozioni simili a quelle delle vittime di stupro fisico.

Lo stesso vale for each la sedicenne in questione, il cui avatar è stato attaccato nel metaverso, secondo un alto funzionario di polizia che ha familiarità con il caso. Il quale, interpellato dal Day by day Mail, ha detto: “C’è un impatto emotivo e psicologico sulla vittima che è più duraturo di qualsiasi lesione fisica”. Inoltre, la qualità immersiva dell’esperienza del metaverso rende ancora più difficile per un bambino, in particolare, distinguere tra ciò che è reale e ciò che è finzione.

I contorni giuridici della questione sono ancora molto poco definiti. Ma come ha detto un inquirente sempre al Day-to-day Mail, il metaverso è già “pieno” di reati sessuali. Nel 2022, la psicoterapeuta Nina Jane Patel, che fa ricerca sul metaverso, ha scritto dell'”incubo surreale” di essere stuprata in gruppo nel gioco “Horizon Venues” (ora “Horizon Worlds”).

La domanda, ovviamente, è se una stupro nel metaverso debba essere accomunato a uno stupro nella vita reale. I commenti in calce advert alcuni post su questo caso sono sovente scettici: “Non avrebbe potuto semplicemente spegnerlo?” “Possiamo concentrarci sul crimine della vita reale, per favore?” “Sono stato ucciso nel videogioco di guerra “Simply call of Duty” – ha commentato sarcasticamente una persona -. Sto aspettando che il mio assassino sia assicurato alla giustizia”.

La differenza, ovviamente, è che mentre i giocatori di “Call of Duty” possono aspettarsi di essere virtualmente uccisi arrive parte del gioco, la ragazza non aveva motivo di aspettarsi che sarebbe stata violentata. Non si sa ancora a quale gioco stesse giocando quando si è verificata la presunta aggressione, ma non esiste un gioco on the web in cui l’obiettivo per i giocatori adulti sia quello di stuprare i bambini.



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Il comunicato del Cdr: “ A fianco dei colleghi che seguono la guerra. No alle strumentalizzazioni”

Scontro tra treni 19 anni fa, Crevalcore ricorda le 17 vittime