in

Il comunicato del Cdr: “ A fianco dei colleghi che seguono la guerra. No alle strumentalizzazioni”


L’addio di Raffaele Oriani al Venerdì di Repubblica, su cui il Cdr ha già espresso la sua profonda amarezza e la necessità di continuare a confrontarsi con azienda e direzione su un tema delicato qual è il racconto del conflitto in corso e la necessità di dare piena ed eguale voce a tutte le vittime, ha dato l’occasione advertisement alcuni di rilanciare una bufala che infanga il lavoro dei colleghi inviati di guerra e di tutte e tutti noi.

Si tratta della firma da parte di Repubblica di un accordo di 12 pagine con l’esercito israeliano attraverso cui il giornale si sarebbe impegnato “a non parlare con alcun palestinese” e a sottoporre immagini e articoli all’approvazione dell’esercito israeliano. Una phony information che riemerge periodicamente sui social e che oggi è stata ripresa anche da una testata giornalistica che dovrebbe avere la cura della verifica dei fatti. Chi la scrive o è ignorante o è in malafede, o entrambe le cose. A dicembre Repubblica, unico giornale italiano, è entrata a Gaza for every un reportage. È entrata nell’unico modo in cui si può entrare in questo momento da Israele: embedded con l’esercito israeliano. Ciò prevede delle regole di ingaggio, esplicitate in un protocollo dell’esercito, legate alla specificità di quel servizio e limitate solo a quello.

Il collega le ha correttamente riportate nel suo reportage, incentrato, for every altro, sul dramma del popolo palestinese. Regole di ingaggio che sono riferite a una eventuale censura di tipo militare e non di tipo politico. Sono regole uguali for every tutte le testate internazionali che hanno avuto la possibilità di accesso for each raccontare in prima linea la guerra e i suoi orrori: il medesimo protocollo è stato successivamente sottoscritto anche dalle altre testate italiane entrate a Gaza.

Il Cdr è al fianco delle colleghe e dei colleghi, dai collaboratori locali agli inviati che mettono a rischio la propria vita, e ritiene che sia offensivo e pericoloso strumentalizzare le dimissioni di Oriani per provare a screditare il lavoro di tutte e tutti noi.



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Modelli di linguaggio: cosa sono, perché se ne parla tanto e che futuro avranno

Ragazza stuprata nel metaverso, la polizia britannica indaga