in

Sim ai minori, il limite d’età lo decidono gli operatori


Ai minori, di Sim card se ne intestano poche. Perché la scelta è quasi sempre quella di intestarle a un genitore e poi dare lo smartphone con la Sim in questione in uso ai figli. Tuttavia, in linea di principio non esiste una normativa che vieti l’intestazione di una scheda Sim telefonica, per connessioni voce e dati, a un minore. Non c’è, infatti, un limite minimo d’età. Come conferma anche Guido Scorza, avvocato e componente del Garante per la privacy, su età molto basse il tema spinoso e più delicato diventa semmai quello della raccolta e del trattamento dei dati dei minori. Ma la soglia degli 8 anni stabilita da molti operatori telefonici non ha alcuna ferrea origine normativa: di fatto, è una scelta commerciale

 

Da quell’età, infatti, partono quasi tutte le offerte riservate all’utenza infantile da associare alla relativa Sim intestata ai più piccoli, che di solito terminano a 15 anni. È per esempio il caso della Shake Remix Unlimited Junior di Vodafone o delle omonime Junior di Tim e Wind3. Come commenta il comparatore Selectra, però, “si capisce che i costi delle tariffe dedicate dagli operatori a bambini e ragazzi sono nella media, ma in troppi casi sono addirittura di gran lunga superiori. Il vero neo è che, troppo spesso, queste offerte esclusivamente dedicate ai bambini hanno un pacchetto dati troppo basso rispetto alle altre attraenti offerte disponibili sul mercato”. Motivo per cui, a parità di costi e anche nel dubbio legislativo rispetto alla possibilità di intestare una scheda ai più piccoli, spesso i genitori scelgono pacchetti tradizionali, come detto più generosi di GB, intestandosi la Sim e dandola in uso ai figli.

Social network

Privacy dei minori, multa da 345 milioni della Ue a TikTok. La società: “Problemi risolti da tempo”


Del tema si è tornati a parlare perché dal 21 novembre, sulle (poche) Sim intestate ai minori o con tariffe riservate ai minori attive – comprese quelle per chi, dai 15 o 16 anni in poi, può sottoscriverle in autonomia, sempre ovviamente con un documento d’identità e in presenza – sarà applicato in automatico un blocco di navigazione. Otto le categorie dei siti vietati, da quelli pornografici a quelli che promuovono violenza e autolesionismo fino a quelli in cui si vendono (o pubblicizzano) armi, a quelli che espongono pratiche che possono danneggiare la salute e, fra gli altri, quelli di scommesse e gioco d’azzardo o di anonimizzazione del traffico web.

Un provvedimento assunto dall’Autorità garante nelle comunicazioni con una delibera (la 9/23/Cons dello scorso 25 gennaio) e che, tuttavia, rischia di rimanere lettera morta. Se non nella misura in cui, sapendo ora del blocco automatico più semplice degli altri metodi disponibili, possa stimolare i genitori a intestare una Sim ai figli accompagnata da relativa tariffa junior, piuttosto che procedere con lo storico atteggiamento di fargli usare una propria scheda e magari perdersi fra mille app e impostazioni di controllo.

Fra l’altro, è anche poco chiaro quali siti saranno davvero bloccati da questo parental control di default. Se Agcom comunicherà più avanti i criteri, gli operatori possono e devono intanto adoperare blacklist proprietarie o fornite da consulenti specializzati. I genitori – per i quali rimangono disponibili i servizi di parental control degli smartphone o di app specializzate, che però non sembrano funzionare a dovere, da qui il blocco automatico imposto dalle linee guida dell’Agcom – potranno sbloccare alcune categorie di siti o disattivare del tutto i filtri, così come sarà possibile attivarli anche su Sim intestate ai maggiorenni.

Tutorial

Siti web, app, foto, messaggi: la guida ai controlli parentali su iPhone e iPad



Di fatto, il parental control è a disposizione di tutti gli utenti e dev’essere gratuito in ogni caso: per gestirlo occorre accedere alle pagine riservate sul sito dell’operatore oppure gestire tramite un pin ricevuto al momento dell’attivazione della Sim, un codice ricevuto via mail o sms o ancora l’identità digitale Spid. Ogni altro servizio aggiuntivo può ovviamente essere fatto pagare dall’operatore ed è bene fare attenzione che non siano veicolati insieme all’eventuale attivazione dei filtri, nei casi in cui li si voglia abilitare proattivamente. La scelta migliore rimane come spiegato quella di intestare direttamente una Sim al minore, insieme a una tariffa dedicata, per avere il servizio già attivo e senza fare altro.



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La rotonda sul mare dedicata a Lucio Battisti, mercoledì la cerimonia di intitolazione

“Io scappata dalla mafia per salvare i miei figli. Ma ora lo Stato ci aiuti ad avere un’altra identità”