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L’ironia corre sui social, tutte le parodie dello spot di Esselunga


Dalla tenerezza al sarcasmo più becero. Il passo è stato breve, praticamente immediato nel caso dello spot Esselunga sui genitori separati che, dopo esser diventato virale, sui social ha fatto subito esplodere meme e parodie d’ogni genere. Perché nel mondo virtuale non c’è nulla di più ghiotto di una storia raccontata in maniera emozionale e patinata per scatenare le reazioni della serie “uguali e contrarie”.

Genitori separati protagonisti del nuovo spot Esselunga: il corto al centro delle polemiche



Ecco allora spuntar fuori a portata di clic una carrellata anzi un carrello di video, immagini e commenti a tema che in queste ore nella rete stanno tenendo banco, o meglio bancone, scaffali e corsie vista la location della pubblicità ovvero un punto vendita della grande distribuzione organizzata.

Fra le prime parodie a diffondersi quelle puntuali di Osho che chiama in causa uno dei protagonisti vip delle famiglie di divorziati come Francesco Totti che viene immortalato con una pesca, il frutto ormai cult, in una mano e nell’altra il cellulare mentre chiama l’ex moglie e le chiede: “A Ilary scusa, ‘n ho capito… dentro ce sta ‘e rolex?”.

Ne segue una seconda in cui si legge la frase “I tempi so’ cambiati bella mia”. E si vede il padre della bimba dello spot originale in cui l’uomo alla delicata offerta della figlia risponde: “Ma mamma non lo sa che a papà adesso piace solo la banana?”.

Quindi inizia a girare la foto della nuova ironica carta punti della catena che invece di Fidelity ora si chiama Separaty Card Esselunga. E si moltiplicano i riferimenti al mondo politico con le immagini ripetute della piccola che regala il simbolo dell’unione familiare tanto desiderata a Mario Draghi spiegandogli che la pesca gliela mandano gli italiani. E lui le risponde: “Allora dopo li chiamo per ringraziarli, ok?”. Stesso dono da parte di Calenda a Renzi che contraccambia il gentil pensiero: “Allora dopo chiamo Matteo per ringraziarlo”. Non mancano le citazioni da peccato originale con il frutto in questione che sostituisce la mela nello scambio fra Adamo ed Eva.

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Ed ecco un cartello che indica in una cassetta, che potrebbe essere presente in qualsiasi supermercato o frutteria d’Italia, delle “pesche per divorziati”. Un’informazione che potrebbe essere utile a chi vuol seguire l’esempio del promo. Proprio come ha fatto Manuel, un altro figlio di separati, che appare su Instagram nel video-parodia di Angelica Massera.

La sua è una versione di “vita reale” in una famiglia romana di divorziati. Tutto l’opposto dell’atmosfera patinata, seria e commovente che si respira nelle sequenze della pubblicità originaria. C’è la madre interpretata dalla stessa Massera che con una maglietta con la scritta #Ansia corre trafelata fra le corsie di un discount della Capitale alla ricerca del figlio che ritrova per l’appunto di fronte a quelle “pesche per divorziati”. Però non sarà il frutto super star il regalo per il papà che lo aspetta sotto casa. A lui andrà un rotolo di carta igienica a dimostrazione di ciò che la mamma, secondo il bambino, pensa dell’ex marito.

Altri doni vengono suggeriti anche da Leonardo Pieraccioni che sempre su Instagram propone la sua versione dello spot Esselunga citando un’altra catena della Gdo come la Coop dove la bimba in questione potrebbe comprare dei preservativi da portare al papà.

Esselunga, Pieraccioni: “Ho saputo come sarà lo spot di risposta della Coop”





Ironia e sarcasmo quindi abbondano sulla rete, e nella retina della spesa virtuale in cui tutto come entra esce. In mezzo ci sono anche dei commenti amari: “Ma si, ridiamoci sopra. Tutti i figli dei divorziati si divertono un casino a fare questa vita”, scrive per esempio Paola. Che aggiunge: “Quando i propri desideri e il proprio benessere vengono prima del benessere dei figli è inevitabile farli soffrire, non c’è pesca che tenga. Sono i genitori bacati”.

Metropolis/411 – “Pèsca miracolosa”. Perché uno spot divide l’Italia. Con Boralevi, Friedman, Guerra e Nevi (integrale)





E poi c’è anche chi rivendica il diritto a ironizzare che non può mai essere vietato nell’universo virtuale: “Più che sui figli dei divorziati, ridiamo sulle pubblicità che li sfruttano per sollecitare commovente commozione in coloro che si mettono davvero a seguire le trame degli spot”.



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Written by bourbiza mohamed

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