in

Il nuovo editore dell’Espresso toglie la tutela legale all’ex direttore Lirio Abbate querelato da Crosetto. Fnsi: “Puniti i giornalisti non allineati”

Non solo un attacco ad personam, ma anche un pericoloso precedente per la libertà dell’informazione. L’editore dell’Espresso Donato Ammaturo, che a dicembre 2023 ha rilevato la proprietà, ha deciso di non garantire assistenza legale e manleva all’ex direttore e attuale giornalista di Repubblica Lirio Abbate, citato in giudizio per diffamazione a mezzo stampa dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Una scelta che non è mai stata nemmeno ufficialmente comunicata: “Non hanno avuto il coraggio di dirmelo – riferisce Abbate –. Hanno semplicemente ignorato le mie richieste di assistenza”.

Nell’articolo contestato, risalente al 2022, venivano rivelate le attività professionali di Crosetto e la sua funzione di lobbista per l’industria bellica. Se l’autore del pezzo, il giornalista Carlo Tecce, verrà giustamente tutelato, l’ex direttore dovrà, invece, costituirsi nel processo a proprie spese, punito per aver scelto di pubblicare un articolo “che pubblicherei altre mille volte”, asserisce Abbate. Dato che il settimanale non aveva finora mai negato la copertura legale, la mossa del nuovo proprietario appare come “un chiaro segnale verso l’attuale e i futuri direttori che vorranno pubblicare un’inchiesta su Fratelli d’Italia”.

Una strategia che si discosta dal giornalismo di stampo anglosassone a cui l’editore afferma di ispirarsi, lo stesso “che difendo e in cui si riconoscono tanti di quelli che ancora lavorano all’interno del settimanale”, sostiene l’ex direttore. Per il presidente Fnsi Vittorio Di Trapani, “se qualcuno aveva dubbi sui reali motivi del cambio imposto alla guida dell’Espresso, ora tutto inizia a diventare più chiaro”.

Ma la mossa costituisce anche un precedente molto grave, “che cerca di imbrigliare ancora di più il diritto di cronaca e di punire i giornalisti non allineati”, rileva la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante. “Se tutti gli editori facessero come Ammaturo – prosegue – non ci sarebbe più neppure un direttore a dormire sonni tranquilli”.

L’unica svolta contro questa deriva sarebbe forse quella di introdurre la manleva obbligatoria in ogni contratto. “Nessuna proprietà a quel punto potrebbe tirarsi indietro – riflette Abbate –. Il rischio, altrimenti, è che, senza un editore che protegga i propri giornalisti, questi vengano spinti all’autocensura. E la vittima infine è il cittadino al quale viene negato il diritto a essere informati”.

La replica dell’editore

In una nota alla stampa, l’editore dell’Espresso fa sapere “di non avere – mai – avuto il piacere di conoscere l’ex direttore Abbate che risulta essere un ottimo professionista e persona di stimata reputazione e standing” e sottolinea “che la vicenda oggetto di commento risale ad epoca antecedente all’attuale gestione”.

Si fa poi riferimento a una causa promossa da Abbate nei confronti della vecchia gestione dell’Espresso, giustificando la mancata assistenza legale con il fatto che “il procedimento attualmente in corso, lo rende giuridicamente parte processuale in contraddittorio giudiziale”. Una risposta che sembra, quindi, sottintendere una sorta di ritorsione nei confronti dell’ex direttore per aver mosso causa all’azienda.

All’accusa che questa decisione possa costituire un pericoloso precedente per la libertà di informazione, si replica poi con il fatto che “Carlo Tecce, giornalista attualmente in forza all’Espresso, sta usufruendo della manleva e del supporto legale per lo stesso procedimento proprio in ossequio al sacrosanto principio di solidarietà tra Editore e giornalisti nel caso in cui il diritto di informazione fosse minato da azioni legali”.

“L’Espresso – conclude la nota – conferma che proseguirà nella sua linea di informazione di inchiesta e di denuncia, senza parzialità con un approccio bipartisan di sentinella di una informazione corretta ed indipendente”.



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Morta Roberta Guaineri, ex assessora della prima giunta Sala – Notizie

Francia, sondaggi: le destre sempre in testa con il 33%