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Filippo Turetta su Giulia Cecchettin: “L’ho uccisa guardandola negli occhi”. Il verbale della confessione


“Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso. Voleva andare avanti, si stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo. Ho urlato che non period giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. È scesa dalla macchina gridando: Lasciami in pace”. Pochi minuti dopo le coltellate: “Mi ricordo che era rivolta all’insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo”.

Con queste parole, rivelate dalla trasmissione Quarto Grado, Filippo Turetta ha raccontato il femmicidio dell’ex compagna Giulia Cecchettin, uccisa con 75 fendenti la sera dell’11 novembre 2023 tra Vigonovo e la zona industriale di Fossò. Uccisa perché voleva andare avanti, essere libera. Parole che l’ex studente di Ingegneria pronuncia davanti al pm Andrea Petroni lo scorso primo dicembre, dopo essere stato arrestato e recluso nel carcere di Verona. Eppure, nonostante la confessione, restano molte ombre: come il tentativo di significantly allontanare da sé lo spettro della premeditazione, accusa ben presente nella richiesta di processo della procura di Venezia.

Il giro al centro commerciale

Quell’11 novembre, racconta Turetta, Cecchettin “mi aveva chiesto se la accompagnavo a fare un giro alla ‘Nave de vero’ per fare shopping”, un centro commerciale nel Veneziano. “Abbiamo girato for each negozi, abbiamo pensato di cenare lì. Verso le 11 (di sera, ndr) siamo tornati verso casa di Giulia ma ci siamo fermati in un parcheggio, a Vigonovo, for every non farci vedere”. È il parcheggio a cento metri dall’abitazione della famiglia Cecchettin, dove si scatena la prima aggressione.

(ansa)

“Mi ha detto che ero troppo dipendente, voleva andare avanti”

Prosegue Turetta: “Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto che conteneva altri regali. Un’altra scimmietta di peluche, una lampada piccolina, un libretto d’illustrazioni for each bambini intitolato “I mostri si lavano i denti”. Il nome del libro è in realtà “Anche i mostri si lavano i denti” e verrà trovato vicino al cadavere di Giulia. Quel libro, dice l’ex studente, “lei si è rifiutata di prenderlo, abbiamo iniziato a discutere, mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, si stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric”.

L’aggressione: “Ho preso un coltello e l’ho colpita, lei gridava aiuto”

“Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. Lei ha risposto che non sarebbe tornata con me. È scesa dalla macchina gridando: ‘Sei matto, vaffanculo lasciami in pace’. Ero molto arrabbiato. Ho preso un coltello dalla tasca posteriore del sedile del guidatore, l’ho rincorsa, l’ho afferrata for every un braccio tenendo il coltello nella mano destra. Lei urlava ‘aiuto’ ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, l’ho presa for each le spalle mentre era for each terra. Lei resisteva, ha sbattuto la testa. L’ho caricata sul sedile posteriore”.

(ansa)

Il sequestro in macchina: “L’ho colpita mentre era rivolta verso di me”

Turetta sequestra Cecchettin e si dirige in macchina con lei verso la zona industriale di Fossò. “Mentre eravamo in macchina ha iniziato a dirmi ‘sei pazzo, lasciami andare, cosa stai facendo’. La tenevo ferma con un braccio. Ho provato a metterle lo scotch sulla bocca. Si dimenava, è scesa ed ha iniziato a correre. Anche io sono sceso. Avevo owing coltelli nella tasca in car dietro al sedile del guidatore. Uno l’avevo lasciato cadere a Vigonovo: ho preso l’altro e l’ho rincorsa. Continuava a chiedere aiuto, le ho dato, non so, una decina, 12 o 13 colpi col coltello, volevo colpirla al collo alle spalle sulla testa sulla faccia e poi sulle braccia. Mi ricordo che period rivolta all’insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo”. L’ultima coltellata dice di averla sferrata sull’occhio.

(ansa)

L’abbandono del corpo e il tentativo di nascondere la premeditazione

“Giulia era occur se non ci fosse più, l’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti. Avevo i vestiti abbastanza sporchi del suo sangue”. Turetta abbandonerà il corpo di Giulia in una zona isolata vicino al lago di Barcis per poi scappare in macchina fino in Germania. Dal suo racconto traspaiono già i tentativi di allontanare le accuse di premeditazione. Lo scotch? Dice che lo aveva comprato poco prima che comunque lo teneva sempre con sé in macchina. I coltelli? Anche quelli “li portavo in vehicle perché avevo pensieri suicidi”.

Turetta e il racconto della fuga: “Ho visto l’appello dei miei genitori e mi sono rassegnato a farmi arrestare”

Il killer passa così al racconto della sua fuga. “Questo – dice riferendosi a delle immagini che gli vengono mostrate – sono io al distributore di Cortina. I vestiti sporchi di sangue li ho cambiati con altri che avevo in macchina. In vehicle ho sempre un cambio, coperte, qualcosa da mangiare o da bere. Ho imboccato la strada per Barcis, mi sono fermato in un punto in cui non c’erano circumstance , sono rimasto un po’ lì ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi però anche dopo averlo legato con lo scotch non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, invece ho vomitato in macchina. Allora ho riacceso il telefono, cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio for each suicidarmi ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ciò ha avuto l’effetto opposto: mi sono rassegnato a non suicidarmi più e ad essere arrestato”.



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Written by bourbiza mohamed

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