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Perché le persone non sono andate a votare? Il dibattito con direttori ed editorialisti

BOLOGNA – L’astensionismo emerso dalle urne alle Europee, ma anche la mancata revoca dei domiciliari per il governatore della Liguria Giovanni Toti. Poi il lavoro, la necessità di crescita e inclusione. E i giovani, certo: quelli che non votano o che scelgono di emigrare, e pure quelli che restano e votano Verdi e sinistra. Senza dimenticare altri temi importantissimi e totalmente assenti dal dibattito politico (anche nella recente corsa per Strasburgo) come la demografia e l’intelligenza artificiale. C’era tutto questo, al centro del dibattito di direttori ed editorialisti in piazza Maggiore moderato da Serenella Mattera, con l’editorialista di Repubblica Concita De Gregorio, la direttrice del Giorno La Nazione Il resto del Carlino Agnese Pini, Massimo Giannini, altro editorialista di Repubblica e poi la direttrice del Secolo XIX Stefania Aloia, il direttore della Stampa Andrea Malaguti e Maurizio Molinari, direttore di Repubblica.

Perché le persone non sono andate a votare?

Intanto perché in campagna elettorale si è parlato poco, davvero, di Europa, ragiona Aloia. “La vicenda Toti – esordisce – ha messo in evidenza un tema importante: la selezione dei leader politici. Toti ha fatto il presidente della Regione pensando a un incarico nazionale. In Europa, allo stesso modo, mi pare che spesso non si sia lavorato per occuparsi di temi europei”. Malaguti, da parte sua, sottolinea l’ormai acclarata “ininfluenza della politica sulla vita dei cittadini”. Negli ultimi quattro anni, ricorda Malaguti, “ci sono successe cose che ci hanno fatto dubitare di avere impliciti comunali: la divisione tra pro-vax e no-vax, guerra di Gaza, quella in Ucraina. L’impressione è che non esista un filo condiviso, e infatti siamo sulle macerie. Quanto alla sinistra, mi colpisce sempre quanto reagisca in ritardo. Organizza una manifestazione comune dell’opposizione per la prossima settimana. Forse se l’avessero fatto prima le elezioni sarebbero andate diversamente”.

Diritti, lavoro, rispetto

Condita De Gregorio incassa applausi quando cita Gramsci (e la nonna): “Ma questi politici come parlano? Mia nonna diceva: sapere è potere. Istruitevi abbiamo bisogno della vostra conoscenza diceva quel filosofo sardo”. Cita il suo dialogo con il figlio ventenne, che le ha ricordato come la sua generazione “veda la fine del mondo come un orizzonte possibile, tra crisi climatica e guerre”. Poi ricorda tre cose molto semplici, “che dovremmo garantire ai giovani, e che sarebbero un programma che da solo potrebbe portare il centrosinistra alla vittoria: lavoro, diritti, a cominciare da quello al proprio corpo. E rispetto, i bambini sono bambini non sono cretini diceva Rita Levi Montalcini”.

La gente non vota perché c’è poca politica, sia a destra che a sinistra, dice Agnese Pini: “A me hanno colpito molto le critiche che sono arrivate a Elly Schlein dal suo stesso partito: fa il gioco di Conte, ha candidati troppo diversi, ma i grandi partiti sono grandi proprio perché sanno accogliere visioni diverse. Soprattutto su un tema come la guerra. L’Ulivo si è fondato sulla capacità di fare sintesi tra Dc e Pci. La rissa che abbiamo visto alla Camera in questi giorni è stata uno spettacolo indegno. La politica riparta dal lavoro”.

Test di leadership per il Pd

Da queste elezioni però secondo il direttore di Repubblica Maurizio Molinari emerge anche una grande opportunità: “Da una parte c’è la negatività di chi ha paura e la carenza di speranze di chi ha bisogno di crescita, e quindi vota a destra. Dall’altra c’è la sinistra, che deve avere la forza e il coraggio di aprire un cantiere di idee e dare una ricetta di crescita, ripensare il lavoro: includere, non escludere. Se non lo fanno i progressisti non lo fa nessuno. Abbiamo bisogno di una ricetta per far crescere il lavoro includendo tutti. Nessuno, oltre al Pd, può avere l’ambizione di guidare questo campo. Ma questo significa anche che adesso come non mai si apre un test di leadership, per il Pd”.



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Written by bourbiza mohamed

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