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Esclusivo: cosa c’è nelle 70 pagine del ricorso di TikTok contro la legge che potrebbe bloccarlo negli Stati Uniti


Nell’agosto del 2022, sulla scia della presentazione di Project Texas (cos’è?), la sua iniziativa per affidare la gestione dei dati degli utenti americani a Oracle, TikTok offrì al governo Usa l’accesso al suo codice sorgente e addirittura un’opzione per spegnere in totale autonomia l’app se l’avesse ritenuto necessario.

 

La frase esatta è “agreeing to a shut-down option that would give the government the authority to suspend TikTok in the United States if Petitioners (TikTok, ndr) violate certain obligations”, significa appunto mettere le chiavi dell’app in mano alla Casa Bianca in caso di violazione dei patti e in qualche modo dimostra una volta di più quanto il social network abbia cercato di trovare un accordo con l’amministrazione Biden. Accordo che non è mai stato raggiunto, tant’è che TikTok potrebbe davvero venire vietato negli Stati Uniti, anche se non prima di gennaio 2025.

Stati Uniti

Chi è l’uomo che vuole comprarsi TikTok (che però non vuole vendere)


 

 

 

Tutte le porte chiuse di Biden a TikTok

La frase è contenuta nel documento di 70 pagine presentato dalla piattaforma di ByteDance per sostenere la sua difesa contro il possibile blocco negli Usa pubblicato in queste ore da alcuni organi di stampa americani e che la redazione di Italian Tech ha potuto leggere.

Il testo contiene anche altro: si scopre, per esempio, che TikTok si disse disponibile a far scegliere al governo federale i membri del consiglio d’Amministrazione della sua consociata americana, a dare al governo potere di veto su ogni assunzione e appunto anche ad affidare a una società americana (eventualmente approvata dal ministero della Difesa) il controllo del suo codice sorgente e a mettere nelle mani del governo un cosiddetto kill-switch per spegnere l’app a sua discrezione.

 

Come è ormai noto, nessuna di queste possibilità è stata colta dall’amministrazione Biden né è stata svelata da qualcuno dei tanti deputati e senatori che hanno sostenuto, votato e approvato la legge che potrebbe portare al ban di TikTok dagli States, dove ha circa 170 milioni di utenti: l’offerta sarebbe stata “insufficiente per affrontare i gravi rischi per la sicurezza nazionale” che TikTok rappresenterebbe, secondo quanto spiegato al Washington Post da un funzionario dell’amministrazione Biden che ha preferito rimanere anonimo.

 

Il fastidio vero: i legami con la Cina

Forse inconsapevolmente, lo stesso dirigente ha lasciato capire quale sia il vero nodo della questione: “È chiaro che l’allontanamento dalla proprietà straniera era e rimane necessario”. Insomma, e come era già immaginabile: per il governo Biden il punto non è quello che TikTok fa o non fa, se sia simile a quello che fanno i social network di origine occidentale oppure no, se sia disponibile a mettere il suo destino e i suoi segreti nelle mani della Casa Bianca. Il punto è che non deve avere più alcun legame con la Cina.

Intanto, mentre il governo non è ancora riuscito a dimostrare in alcun modo che davvero i dati degli utenti americani finiscano a Pechino (è una delle accuse) o quali siano nel concreto queste presunte “minacce alla sicurezza nazionale”, si annuncia una dura battaglia legale: con il documento citato in questa pagina, ByteDance ha citato in giudizio il governo Usa per provare a bloccare la legge che contrasta TikTok, citando dubbi di costituzionalità e la possibile violazione del Primo Emendamento (quello sulla libertà di espressione). E il ministero della Giustizia è pronto a rispondere, appunto con i possibili rischi per la sicurezza nazionale. Che forse e finalmente, anche gli americani potranno conoscere davvero.



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Written by bourbiza mohamed

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