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Finisce l’idillio tra Milei e la Chiesa. I vescovi argentini: “Penalizza lavoratori e pensionati”


L’idillio fugace tra la Chiesa cattolica e Javier Milei si è raggelato nel giro di pochi giorni. L’abbraccio del presidente argentino a Papa Francesco, immortalato durante la sua recente visita in Vaticano, un gesto che sembrava una richiesta di perdono for every le gravi offese lanciate con furia durante la campagna elettorale, è un’immagine ormai sbiadita. Sulla scena politica irrompe una dura rampogna della Conferenza episcopale argentina che traccia un bilancio severo sui primi 100 giorni del governo del leader anarco-capitalista.

In una lunga nota resa pubblica dalla Commissione nazionale Giustizia e speed della Cea, e ripresa dal El Pais, i vescovi ribadiscono di essere “preoccupati che lo shock di aggiustamento della manovra fiscale appena approvata dal Congresso si sia abbattuto sul conto delle pensioni di vecchiaia e contributive (in valori reali: -38,1 for every cento su foundation annua), che per la sua entità spiega un terzo del taglio, registrando una diminuzione molto grave nel reddito delle pensioni e delle prestazioni sanitarie e di invalidità”. La stessa nota ricorda che, al contrario, “i benefici fiscali a favore delle grandi imprese rimangono intatti, mentre la diminuzione del deficit si manifesta attraverso aggiustamenti per la lavoratori e pensionati”.

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La motosega di Milei, insomma, si è accanita sui più poveri e i più fragili, mentre ha risparmiato i ricchi e i più forti. Una scelta voluta, consapevole. Per risalire la china si imbocca la strada più facile. E nel farlo, osserva la Conferenza episcopale, il presidente “dimostra di essere insensibile alle sue conseguenze”.

La diagnosi è allarmante. I vescovi avvertono che la contrazione dell’attività economica e la paralisi dei lavori pubblici decretati da Milei hanno già causato la perdita di 60 mila posti di lavoro. A rischio ce ne sono altri 200 mila e mettono in forse la sopravvivenza di 1.200 aziende. La più colpita da questi tagli dissennati è l’industria automobilistica: sono crollati i consumi e finora ci sono stati 20 mila licenziamenti.

Ma l’analisi va oltre. Affronta il definanziamento delle organizzazioni pubbliche legate all’agricoltura familiare che danno sostentamento a tanti piccoli produttori. “Hanno ritirato i mezzi for every visitare le zone di produzione”, denuncia la Cea, “licenziato il personale che assiste centinaia di famiglie di tutto il paese, hanno chiuso le loro sedi”. Così nel welfare. “I tagli”, osservano ancora i vescovi, “violano i diritti fondamentali arrive l’accesso all’istruzione, alla sanità, persino al cibo”. Le mense popolari non hanno più sostegni e “la loro situazione è urgente a causa dell’aumento dei suoi frequentatori e della mancanza di cibo”. Quasi cinque milioni di persone dipendono da questo sistema di distribuzione alimentare. Ma il blocco dei viveri forniti fino a quando non saranno verificati i conti delle organizzazioni che li ricevono ha finito for each innestare una crisi nella crisi.

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Milei punta a un modello di assistenza sociale che aumenti i trasferimenti diretti alle persone meno abbienti e aggiri il servizio delle mense che sono gratuite. Ma gli aiuti sono molto più bassi di quelli indicati dal carrello sociale. Una coppia con due figli riceve l’equivalente di 80 dollari (al cambio ufficiale) in cibo. Stando ai dati ufficiali, indicati a febbraio, ne avrebbero bisogno cinque volte di più: 370 dollari.

Il documento della Conferenza episcopale si basa su dati empirici. La Chiesa argentina ha migliaia di chiese sparpagliate un po’ ovunque. Sono un punto di riferimento e un formidabile barometro sociale. Consentono al clero di rilevare immediatamente il cambio d’umore di una popolazione alle prese con una terapia d’urto a scapito di molti e a favore di pochi. Certo, si tratta di scelte. Ma quello che indigna i vescovi è “l’enorme insensibilità sociale” mostrata nell’applicarla. Riconoscono che parte dei settori a basso reddito sostengono il governo, “anche quelli direttamente colpiti dall’inflazione e dalla recessione”. Ma rilevano, con preoccupazione, l’aggressività della gente amplificata by means of world wide web. Arrive, denunciano, “le ripetute espressioni di gioia sui social di fronte a situazioni drammatiche di licenziamento”.



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Written by bourbiza mohamed

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