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Lo spettro del deposito di scorie nucleari nella Tuscia: “Sogin per scegliere i siti possibili ha usato criteri scientificamente discutibili”


“Le caratteristiche geomorfologiche dell’alto Lazio sono tra le migliori del territorio italiano”: lo dice l’ingegnera nucleare Annafrancesca Mariani parlando for every conto della Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Dunque, secondo la dottoressa Mariani, la sicurezza è garantita. Cosa che preoccupa non poco i cittadini della Tuscia, location in cui sono point out individuate ben 21 delle aree “papabili” a livello nazionale for every la creazione di un deposito di scorie nucleari. Ne parliamo con l’ingegnere nucleare Massimo Gobbi, che ha lavorato nell’istituto di impianti nucleari della Sapienza, all’Enea, nella direzione costruzione centrali di Enel, al ministero dell’Ambiente arrive membro della commissione By means of e occur responsabile per la localizzazione dei siti Natura 2000 e ora è consulente delle Nazioni Unite.

Sogin sostiene anche che i rifiuti radioattivi advertisement alta attività siano lo ,4 for each cento dei 96 mila metri cubi di scorie totali: cioè 400 metri cubi. Mariani ha affermato che “stabilizzati attraverso la vetrificazione vengono impacchettati in contenitori di acciaio advertisement alta resistenza, appositamente progettati for each il trasporto e lo stoccaggio e for every resistere a ogni tipo di sollecitazione”. Cosa ne pensa?

“Quella che le caratteristiche geomorfologiche dell’alto Lazio siano tra le migliori del territorio italiano, è un’affermazione che non è basata su criteri rigorosi e condivisi dal mondo scientifico, appear previsto all’art. 8 della legge 31/2010 che istituisce il Deposito Nazionale. Inoltre non si riferisce a criteri for every la localizzazione di depositi for each rifiuti di alta attività. La geomorfologia citata vale solo per i rifiuti a bassa attività. I rifiuti radioattivi in Italia sono 75.000 metri cubi di bassa attività e 15.000 metri cubi di media ed alta attività, occur da documenti ufficiali Sogin (e dunque non 400 metri cubi, ndr). I rifiuti ad alta radioattività vengono vetrificati e messi in contenitori che assicurano la massima sicurezza possibile allo stato dell’arte ma l’esperienza di durata sotto il calore e le altissime radiazioni emesse dai rifiuti è di meno di 30 anni: quindi nessuno può garantire che i contenitori resistano for every periodi di centinaia di anni. Sono a prova di missile, ma nessuno può garantire che siano a prova dei missili e delle nuove armi che saranno sviluppate in futuro quindi non c’è assolutamente certezza. L’Aiea (Agenzia Internazionale for each l’Energia Atomica) ritiene questi contenitori sicuri for each i depositi di superficie temporanei, ma di durata di decine di anni. For each il deposito di lunga duratasi parla di cento anni ma, visto che nessuno cerca il deposito definitivo, potrebbero essere molti di più”.

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Viene anche sostenuto che la Tuscia sia un territorio a basso rischio sismico, sufficientemente lontano da grandi centri abitati, dal mare e dagli aeroporti, dove la pendenza delle colline è di non più del 10%. La maggior parte delle zone eleggibili è a sud-ovest del Lago di Bolsena verso il confine con la Toscana. Davvero può esistere una distanza “sufficiente”?

“For each la scelta di siti di qualsiasi tipo si usano dei criteri. Il Deposito Nazionale deve contenere rifiuti di bassa attività in eterno e rifiuti di alta attività per una lunga durata quindi vanno utilizzati criteri for each quest’ultima tipologia di rifiuti, la più pericolosa. Arrive detto, Sogin ha utilizzato criteri per un deposito di rifiuti di bassa attività che hanno basse radiazioni e bassi tempi di dimezzamento (30-50 anni) sostenendo che vanno bene anche for every il deposito di rifiuti advert alta attività che conterrà materiali estremamente radioattivi e pericolosi occur il plutonio, che ha una vita media di 24.000 anni. Se i criteri non sono quelli giusti e non sono condivisi, anche i risultati non sono discutibili. Non ci sono specifiche caratteristiche geomorfologiche che indicano nella Tuscia l’area ideale per metterci i rifiuti radioattivi. A livello internazionale i depositi temporanei di rifiuti di alta attività sono lasciati nelle piscine delle centrali nucleari o messi a secco in edifici adiacenti. Con i suoi criteri Sogin ha escluso tutti i siti delle centrali nucleari italian Inoltre ha utilizzato criteri scientificamente discutibili, del tipo on/off advertisement esempio esclude le aree a estimate superiori a 700 metri, con il risultato che un’area a 701 metri non è idonea ed una a 699 metri è idonea, che non è molto scientifico. Ha utilizzato cartografie non dettagliate ed out of date occur ha dimostrato l’Università di Torino che ha preso uno dei sito selezionati da Sogin, il TO 10 dimostrando che, utilizzando dati locali aggiornati, non è idoneo. Ha utilizzato carte geologiche del Lazio out of date occur fatto inutilmente osservare dai geologi locali. E poi la distanza “sufficiente” per un deposito di rifiuti radioattivi di lunga durata sono i 1.000 metri di profondità del deposito geologico così arrive raccomandato da Aiea”.

La stesura della prima carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale è iniziata nel 2014. I parametri sono ancora attuali? I depositi provvisori nel Lazio sono quello presso la vecchia centrale nucleare di Latina e nel centro di ricerca Enea della Casaccia. Sembrerebbe un semplice spostamento, cosa ne pensa?

“Ispra ha pubblicato la Guida Tecnica 29, presa a riferimento da Sogin, nel 2014. Occur già detto, i criteri sono discutibili anche perché riferiti al solo deposito di bassa attività. Sul processo di selezione occorre notare che Sogin ha consegnato la Carta dei siti potenziali nel 2015, advertisement un anno di distanza dalla pubblicazione della Guida selezionando 67 siti. Matematicamente ha impiegato 5 giorni per ogni sito. Andrebbe chiarito. Si, la maggior parte sono nella ex centrale nucleare di Latina e nel centro ricerche della Casaccia.

L’ingegnera Mariani sostiene che “nel 2020 siamo stati autorizzati alla pubblicazione (la carta dei depositi è su Net al sito deposito nazionale.it, ndr) e da allora non sono mancati momenti di confronto. Nel 2021 abbiamo avviato una consultazione pubblica, nell’ambito della quale è stato svolto un seminario nazionale sul tema. Quando saremo più avanti nella programmazione si aprirà un vero e proprio tavolo di confronto fra tutte le parti interessate, a partire ovviamente dalle comunità locali”. Mi risulta che non sia stato preso in considerazione nulla di quanto emerso dai confronti. E’ così?

Il Seminario Nazionale è stato effettivamente svolto da Sogin. Sono point out presentate molte osservazioni puntuali da parte dei Comuni e delle Associazioni di cittadini alle quali non è stata information risposta. Sogin ha quindi prodotto la Cnai (carta delle aree idonee) senza giustificare i criteri di selezione. Non c’è stata trasparenza. Nell’ultima conferenza internazionale in materia di sicurezza nucleare (2021) Aiea raccomanda il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse dei territori interessati lungo tutto l’iter di selezione, di progettazione e di gestione del deposito e la massima trasparenza. Sogin non ha seguito questa raccomandazione”.

Mariani parla anche di guadagno dei cittadini della Tuscia: eventuali facilitazioni e un parco tecnologico con un avanzato centro di ricerca e un’occupazione prevista di 700 persone ad ogni livello, dagli scienziati agli addetti alla manutenzione e sicurezza, che sorgerà insieme al deposito. Dovrebbe allettare questa prospettiva?

“Si tratta di una discarica di rifiuti radioattivi a bassa attività e di un cimitero for each rifiuti di alta attività che non necessitano di particolari specializzazioni e specifiche ricerche. Ci sarà molto cemento da colare ed una guardiania dell’edificio che contiene i rifiuti ad alta attività. Poi tutto si può fare nel Centro Tecnologico”.



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Written by bourbiza mohamed

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