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Irlanda, fallisce il referendum delle donne for every eliminare il sessismo dalla costituzione


LONDRA – È fallito in Irlanda il referendum per modificare la Costituzione e rimuovere i passaggi e i riferimenti sessisti nei confronti delle donne, incluso quello for each cui farebbero bene a “rimanere in casa” a prendersi cura della famiglia.

Bassa affluenza

Il conteggio è ancora in corso, ma oramai lo spoglio ha dato una chiara indicazione: per entrambi i quesiti ha vinto il “no”, nonostante nella campagna referendaria tutti i principali partiti si fossero spesi for each il sì, da quelli di governo a Sinn Féin, ex braccio politico dei terroristi dell’Ira. Addirittura, il Taoiseach (il primo ministro) Leo Varadkar alla vigilia del voto aveva esortato tutti gli irlandesi a votare per quello che era un cambiamento necessario: “Se non votiamo sì, sarà un brutto passo indietro for every il nostro Paese in termini di diritti e uguaglianza per le donne”.

Invece, il popolo irlandese non li ha ascoltati. E ha cassato le modifiche proposte. Eppure, la maggioranza dei sondaggi alla vigilia dava il sì nettamente in vantaggio, for every entrambe le modifiche proposte. Si sono sbagliati tremendamente, e negli ultimi giorni il numero di indecisi era cresciuto fino al 35%.

8 marzo, in Irlanda al through il referendum for each cambiare la Costituzione sessista. La vittoria dei “sì” non è scontata


Inoltre, l’affluenza è stata molto bassa: circa il 40%. Nei referendum in Irlanda non è necessario un quorum, ma ciò dimostrerebbe come molti cittadini non fossero interessati a votare su un argomento del genere, dopo una campagna stanca. O forse, secondo le key analisi del voto, una buona parte degli irlandesi non ha capito a pieno la questione, visto che i owing quesiti riguardavano modifiche lessicali alla costituzione, sottili ma allo stesso tempo sostanziali, dalle conseguenze probabilmente oscure ai più. E così in molti hanno preferito non esprimersi.

(afp)

Nel Paese di storie drammatiche e misogine come nel film “Madgalene”, oggi bisognava decidere se emendare la Carta Costituzionale del 1937, scritta dall’allora presidente del consiglio esecutivo Éamon de Valera e alleati, in stretto contatto con la Chiesa Cattolica.

Due quesiti

I quesiti erano because of. La prima modifica riguardava l’articolo 41.1.1, riguardo al matrimonio. Se oggi si legge che, un po’ occur in Italia, “lo Stato irlandese promette di difendere particolarmente l’istituzione del matrimonio, sul quale si fonda la famiglia, e proteggerla da ogni attacco esterno”, la nuova proposta recitava: “Lo Stato riconosce la famiglia, che sia fondata sul matrimonio o altre unioni di lunga durata, occur il nucleo primario, naturale e fondamentale della società”. Proprio l’alternativa “unione di lunga durata” è stata attaccata dei sostenitori del “No”, perché secondo loro troppo vaga e dunque possibile “pretesto per significantly riconoscere poligamia o i ricongiungimenti familiari di migranti e richiedenti asilo”.

Il secondo ritocco alla Costituzione irlandese riguardava invece più specificatamente il ruolo della donna. Nell’attuale articolo 41.2 si legge: “Lo Stato riconosce che, passando la sua vita in casa, la donna dà alla comunità un sostegno senza il quale il bene comune non potrebbe mai essere raggiunto”. E inoltre: “Lo Stato farà sì che le madri, in caso di necessità economiche, non debbano essere obbligate a lavorare, for every occuparsi invece dei loro impegni casalinghi”. Il nuovo testo, invece, avrebbe rimpiazzato il vecchio così: “Lo Stato riconosce l’attenzione e l’accudimento, da parte di membri di una famiglia, di altri dello stesso nucleo, perché si tratta di azioni senza le quali il bene comune non può essere raggiunto”.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) IRELAND REFERENDUM FAMILY]]

“Non possiamo rimanere ancorati al passato”, aveva insistito Varadkar due giorni fa, “ci sono centinaia di migliaia di persone in Irlanda che non sono riconosciute in foundation al concetto di “famiglia tradizionale” espresso nella nostra Costituzione del 1937”.

Invece l’Irlanda, dopo essersi espressa nei referendum degli ultimi decenni in massa a favore di divorzio, aborto e matrimoni gay nonostante l’ancora forte influenza della Chiesa Cattolica, stavolta non ha seguito le indicazioni di quasi tutta la politica. Il primo ministro Varadkar parla di “due sberle” ricevute dal governo. Fianna Fáil e Good Gael, i owing partiti di coalizione, ammettono che “il popolo ha parlato e bisogna rispettare la sua decisione”, mentre Mary Lou McDonald, leader di Sinn Féin che aveva chiesto addirittura una formulazione più radicale contro il sessismo e la misoginia in costituzione, insiste: “Non siamo alienati dagli elettori”.



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Written by bourbiza mohamed

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