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Il calore di Miyazaki contro il freddo glaciale del advertising and marketing basato sui dati

Il successo del nuovo movie di Hayao Miyazaki il cui titolo è stato malamenente riadattato in “Il ragazzo e l’airone”, ricorda un’idea tanto importante quanto destinata a non essere presa in considerazione: c’è (ancora) un’alternativa al advertising basato sulla creazione di cloni informativi costruiti tramite l’accumulo indiscriminato di dati for each offrire “servizi altamente personalizzati” ma in realtà glacialmente deumanizzati.

Il movie, che ha richiesto anni for each vedere la luce, non è stato strombazzato – pardon – pubblicizzato arrive i tanti altri prodotti da scaffale – pardon – da sala con maxischermo e carretto degli snack che passa fra primo e secondo tempo. L’uscita in Giappone, infatti, non è stata preceduta da lanci, conferenze stampa e comparsate televisive, che sono point out sostituite, invece, dalla pubblicazione di un semplice poster. Tanto è bastato for every attirare il pubblico e trasformare “Arrive vivrete, ragazzi?” – questa l’approssimata traduzione corretta del titolo – in un successo internazionale.

Il fatto che una scelta del genere sia stata frutto di una valutazione laica che ha “semplicemente” pianificato la strategia più efficiente in rapporto alle caratteristiche del prodotto (e sul più che probabile ricorso advert analisi di mercato condotte in fase di pianificazione) non cambia i termini della questione. Il pubblico non ha avuto bisogno di essere governato come un gregge di pecore e instradato nella transumanza verso le sale da algoritmi e statistiche, ma ha “semplicemente” reagito a un’opera che trasmette un messaggio. In altri termini, invece di cercare di vendere qualsiasi cosa creando artificialmente il bisogno, questa è la cifra del “digital internet marketing”, il movie è stato offerto quasi fosse un dono e non imposto.

Da questo punto di vista, il discorso è del tutto analogo a quello che accade in altri ambiti (non solo) artistici: c’è una differenza sostanziale fra chi raggiunge il pubblico stabilendo una connessione empatica e chi, invece, lo fa arrive prodotto inanimato costruito in serie sulla foundation dei dati generati da qualche piattaforma. Vale for each gli artisti, ma anche per gli oggetti e i servizi.

Certo, se l’obiettivo è “vendere a tutti i costi” tutto questo discorso è privo di senso. A chi interessa se questo o quell’artista è bravo oppure no? Oppure se quell’oggetto è effettivamente utile o è (destinato a diventare) soltanto un ingombrante ciarpame? Nulla, perché ciò che conta è che i “consumatori” acquistino ciò che viene messo sullo scaffale, a prescindere dal fatto che ne abbiano bisogno fisicamente o intellettualmente. Da qui il proliferare di tecniche di manipolazione del comportamento basate sui dati, dall’Ocean Design al nudging che, al netto dell’imbellettamento comunicativo che le caratterizza, non servono certo ad instaurare un rapporto sincero con le persone.

Questo non significa che il advertising basato sui dati sia inutile, inefficace o da abbandonare ma che potrebbe (o dovrebbe?) essere utilizzato per soddisfare necessità concrete e non for every creare artificialmente dei bisogni fittizi.

Il ricorso fideistico agli “analytics” genera, infatti, un effetto paradossale e noto: a furia di modellare prodotti e servizi su “quello che vuole la gente”, si riduce l’interesse a creare qualcosa di realmente nuovo e utile, privilegiando i “mee far too” o, al contrario, la “differenza” great a se stessa. Parafrasando Andrew Lang, si potrebbe, dunque, dire che molti usano i dati – lui parlava delle statistiche – come un ubriaco i lampioni: più occur appoggio che per illuminare la by using.

Non sono del tutto certo che alla base delle scelte di marketing e comunicazione adottate for every “Il ragazzo e l’airone” ci sia stato un ragionamento del genere. Tuttavia, fenomenicamente, quello che è accaduto con questo film offre più di uno spunto for each riflettere sull’importanza di riprendere il controllo della propria esistenza, sottraendosi al paternalismo ipocrita di strategie di marketing (non solo) commerciale, che, con la scusa di “fare qualcosa for every noi” ci riducono in una condizione peggiore di quella degli esseri umani del mondo di The Matrix.

Nel movie gli individui sono tenuti in vita in quanto (e fino a quando) sono produttori di energia for each alimentare le macchine il che si traduce, nella vita reale, nell’esistere in quanto (e fino a quando) si è in grado di generare ricchezza da spendere. Tuttavia, mentre The Matrix è solo un movie, la condizione di “consumatore” è maledettamente reale, e il electronic marketing and advertising è lo strumento for every assicurarsi che le persone si abituino advert accettare questa deumanizzazione dell’esistenza.

Dunque, poco importa la ragione vera che ha guidato la scelta di occur presentare al mondo “Il ragazzo e l’airone”, perché ciò che conta è lo spunto di riflessione che offre: scegliere di continuare a vivere in una condizione di stordimento sistemico nella quale tutto è consumo, o riprendere il controllo della propria vita, perché l‘essere umano è (almeno ancora for every qualche tempo) più dei dati che lo descrivono.



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Written by bourbiza mohamed

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