Questa nuova tecnologia “passthrough” ha entusiasmato gli utenti al punto da spingerli a uscire di casa con il visore in testa. Qualcosa che in passato sarebbe stato impossibile: il vecchio visore Meta Quest 2, infatti, offre all’utente un flusso di immagini in bianco e nero e di bassa qualità di ciò chelo circonda.
Alcuni utenti, dunque, hanno svolto attività quotidiane indossando il visore Meta, aggiungendo così elementi virtuali – come un tablet su cui guardare video di YouTube – alla realtà circostante.
È questo lo scopo dei dispositivi che offrono realtà aumentata: creare un’esperienza immersiva e interattiva sovrapponendo elementi digitali alla realtà. Visori come il Meta Quest 3, o come l’Apple Vision Pro, si diffonderanno sempre di più in futuro.
Oltre allo stupore, l’idea di uomini e donne che camminano in strada con un visore suscita anche preoccupazione per la privacy, poiché questi dispositivi sono in grado di registrare ciò che entra nella loro visuale (come dimostrano i video in questa pagina). Chi viene ripreso, inoltre, spesso non se ne accorge. È stato fatto notare, per esempio, che la spia luminosa dei Meta Quest 3 che indica una registrazione in corso non è così evidente come sarebbe lecito attendersi.
di Pier Luigi Pisa