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«Il segreto? L’attaccamento della squadra a Brescia»- Corriere.it


di Luca Bertelli

Il primo cittadino: «Gli impianti servono per dare futuro, il mio unico cruccio resta lo stadio. Ma servono anche i risultati sul campo. Nei giocatori dela Germani ho visto la consapevolezza di aver regalato un sogno alla città»

Emilio Del Bono divenne sindaco, quasi dieci anni fa, nei giorni della finale play off contro Pistoia: il San Filippo era troppo piccolo per contenere l’entusiasmo di una città che inseguiva la Serie A1, arrivata poi tre stagioni dopo (a Montichiari). Ora, allo scadere del suo doppio mandato, può celebrare il primo trofeo della Germani. In mezzo, un lungo percorso condiviso che ha portato in dote a Brescia il Palaleonessa. E un legame sempre più stretto tra la proprietà e il primo cittadino, che confessa di aver rinunciato al viaggio a Torino «solo per scaramanzia, dopo le vittorie con Milano e Pesaro».

A proposito di cabala: «E il logo della capitale della cultura sulla maglia ha portato bene…». Un successo che nasce da lontano, anche per Del Bono è il momento di riavvolgere il nastro. «Bisogna dare grandi meriti alla famiglia Bonetti-Bragaglio — spiega — per aver riportato il basket in città e a Mauro Ferrari per aver dato nuova linfa al club. La Coppa Italia è la ciliegina sulla torta, ma io ricordo anche il ritorno della nazionale a Brescia, le due Supercoppe organizzate, l’utilizzo del Polivalente di via Collebeato e non solo del Palaleonessa. Siamo sullo scacchiere della pallacanestro italiana, ma gli impianti hanno creato le condizioni per vincere e ora sono una garanzia per il futuro».

Senza successi sul campo, sarebbero mai arrivate palestre e palazzetti? «Il movimento crea l’impantistica — ammette Del Bono — anche per i giovani. Lo dimostra il nuovo polo per la ginnastica artistica e la doppia pista d’atletica a San Polo, all’aperto e indoor. La spinta alle strutture la danno i risultati, le due cose sono collegate. E nel basket la sintonia era stata fondamentale per sbloccare la situazione con la Camera di Commercio, in un percorso condiviso. La Coppa Italia è stata un’impresa — sorride — ma il palazzetto altrettanto: una scelta strategica che ha pagato, irta però di ostacoli».

Sinergia che è mancata per lo stadio? «Resta il mio cruccio — ammette Del Bono — e spero che il Brescia si risollevi al più presto, perché il calcio è un importante veicolo identitario della città. Lo scudetto della An e la Coppa Italia della Germani ci hanno restituito orgoglio, così come i successi di tanti nostri atleti. E sul Rigamonti non demordiamo». Ma il segreto della squadra di Magro qual è stato? Pochi dubbi per il sindaco: «Sarò romantico, però ho visto i ragazzi attaccati alla maglia e alla città, all’intera comunità. Vincere un trofeo in provincia forse conta di più, l’emozione di un campione come Della Valle lo dimostra: nelle sue lacrime c’era la gioia per aver regalato un sogno a Brescia».

20 febbraio 2023 (modifica il 20 febbraio 2023 | 22:22)



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Written by bourbiza mohamed

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