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Bologna, i ribelli dei dehors vincono un round al Tar: in piazza Santo Stefano restano tutti i tavoli


I tavolini in piazza Santo Stefano

Il Tar ha momentaneamente stoppato il piano di riordino dei dehors in piazza Santo Stefano annunciato mesi fa da Palazzo d’Accursio. Almeno fino a novembre non ci sarà la tabula rasa — via tutti i tavoli dalla piazza — che vuole il sindaco Matteo Lepore. Il tribunale amministrativo ha accolto il 19 gennaio il ricorso presentato contro il «piano di zona» da due dei quattro esercizi affacciati sul complesso stefaniano, lato Palazzo isolani, sospendendo la decisione assunta dal Comune rimandando al 3 novembre prossimo l’udienza sul merito.


La decisione del Tar

In sostanza, Camera con vista potrà mantenere il suo storico dehors posto proprio all’ingresso della piazza e Osteria Santo Stefano potrà fare altrettanto con le 20 sedute poste sotto il portico Isolani

. Il Comune a questo punto incassa non solo la decisione sfavorevole del Tar, ma deve piegarsi anche alla proroga, fino al 30 giugno, di tutti i dehors Covid decisa dal governo nella manovra. Questo significa che in piazza Santo Stefano rimarrà tutto più o meno come negli ultimi due anni. Più o meno perché il 19 gennaio scadeva il tempo concesso agli esercenti (tutti, non solo quelli di piazza Santo Stefano) per decidere se confermare o meno i dehors concessi appunto per la pandemia, che fino al 19 erano gratuiti, ma che l’amministrazione, dopo la proroga, ha deciso di iniziare a far pagare a tariffa piena (74 cent a metro quadrato, quindi 7,4 euro al giorno) e non ridotta al 50% come richiesto dalle associazioni di categoria. Qualche tavolo in meno dunque potrebbe esserci, in attesa di capire cosa farà il governo all’inizio dell’estate quando terminerà la proroga: rinnovarla o eliminarla?

Il dialogo tra Comune e categorie

Palazzo d’Accursio intanto non pare intenzionato a ricorrere al Consiglio di Stato. «Prendiamo atto della decisione del Tar sulla sospensiva, consapevoli che non si tratta ancora di un giudizio nel merito», ha commentato l’assessora al Commercio Luisa Guidone, «più in generale come amministrazione lavoriamo da sempre per favorire uno sviluppo commerciale armonico. Continueremo a lavorare sul decoro dello spazio pubblico perseguendo gli obiettivi di mandato e continuando a essere, aperti al confronto».Un confronto risicato e poco proficuo in passato, a cui sono più che disponibili sia gli esercenti, «mai avremmo voluto andare in tribunale, siamo pronti a trovare soluzione che vada a bene a tutti e non crei diseguaglianze fra i ristoratori», sia le associazioni di categoria che hanno accolto con favore la decisione del Tar. E ora chiedono al Comune di dialogare di più: «Ci auguriamo che si possa aprire un nuovo scenario per il futuro, basato sul dialogo e sull’ascolto», dice Ascom. Il tema della tutela del paesaggio e di una città più ordinata è caro a tutti, «anche a noi esercenti».

Gli scenari in piazza Maggiore

Tema riconosciuto anche dal tribunale amministrativo che però «sanziona» il Comune per il fatto che in primavera aveva dato l’ok per 5 anni per i due locali in questione, salvo azzerarglieli poco dopo (e dopo la programmazione degli esercenti) con il famoso riordino «duro». Avere o non avere uno spazio esterno significa anche agire sui posti di lavoro. Ancora: la sospensiva di oggi apre scenari nuovi anche in piazza Maggiore per il ristorante Piano piano di Giovanni Favia a cui è stato negato un dehors mentre tutti gli altri locali presenti ce l’hanno. Per quanto riguarda gli altri due piani d’area, quello di San Gervasio e di via delle Moline, tutto partirà come previsto il 23 gennaio. Nella laterale del mercato delle Erbe non dovrebbero esserci problemi, l’accordo è stato raggiunto senza eccessive defezioni, mentre in Moline ci sarà una sensibile riduzione delle sedute in attesa di capire quali esercenti hanno deciso di tenere, pagando, i tavolini Covid. Su questo punto in molti hanno lamentato la tariffa piena, troppo alta in questi primi mesi d’inverno. In diversi hanno rinunciato, mentre altri sono orientati a tenere i dehors solo nei tre mesi successivi, quando gli avventori stanno volentieri all’aperto: opzione concessa dai regolamenti.

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20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 07:21)

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Written by bourbiza mohamed

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