Loreno Rossi, la Confesercenti che lei presiede è stata l’associazione di categoria che più di ogni altra si è battuta contro l’azzeramento dei dehors in piazza Santo Stefano deciso dal sindaco, supportando poi gli esercenti nel ricorso al Tar che ha poi deciso per la sospensiva: la partita, però, è ancora aperta in vista dell’udienza di novembre che deciderà nel merito.
«Detto che i dehors sono un valore per le città, non solo per la nostra categoria, e sono sempre più richiesti da cittadini e turisti, siamo soddisfatti della decisione del Tar perché su piazza Santo Stefano la delibera penalizzava alcune attività rispetto ad altre. C’è però anche un po’ d’amarezza perché avevamo chiesto un tavolo di confronto per trovare un compromesso che praticamente non c’è stato: con il dialogo si poteva evitare il ricorso alle vie legali».
L’assessora Luisa Guidone nel commentare la sentenza si è resa disponibile al confronto. Voi lo siete ancora?
«Bene, se il Comune ora c’è parliamone subito. Abbiamo l’occasione di trovare un punto di equilibrio senza dover ricorrere ancora una volta al tribunale e cioè attendere l’udienza di novembre».
Temete un ribaltamento della decisione?
«No, affatto, pensiamo solo che sia più importante trovare una soluzione insieme, dialogando. Per come è articolata la sentenza di sospensione siamo fiduciosi di una conferma. Il Tar è già entrato un po’ nel merito dicendo che vanno preservati i diritti delle imprese e non solo. La delibera su Santo Stefano era eccessiva e inaccettabile».
Pare non piaccia neppure ai residenti, conferma?
«È così, sono state raccolte più di mille firme. La presenza delle attività nella piazza garantisce maggiore vivibilità e sicurezza, questo è un dato».
Il proliferare dei dehors Covid ha fatto registrare anche comportamenti scorretti da parte di alcuni esercenti creando una certa confusione a cui il Comune vuole porre rimedio. Non dovrebbe?
«È stata un’emergenza, le attività andavano aiutate, la gente voleva stare all’aperto, in tutte le categorie qualcuno non rispetta le regole, ma poi c’è il Comune che deve controllare. In ogni caso, passata quella fase si può trovare un equilibrio».
Intanto però sul fronte tariffe dei dehors Covid Palazzo d’Accursio non vi ha ascoltato. Si torna a pagare…
«Bologna rispetto a tante alte città ha deciso di eliminare la gratuità chiedendo a chi li vuole confermare, come consente la proroga governativa (fino al 30 giugno), la tariffa piena. Respinta la gratuità che ci sembrava un segnale di attenzione (il senso della proroga governativa è “aiutare”), avevamo chiesto lo sconto al 50% che però è stata rifiutata. Gli esercenti però hanno la facoltà di poter usufruire dei dehors Covid scegliendo ad esempio solo i mesi primaverili o quelli che preferiscono: meglio che niente».
Lunedì partono gli altri due progetti d’area previsti dal Comune, in San Gervasio e Moline: tutto a posto lì?
«In San Gervasio s’è trovato l’accordo, in Moline, dove si è intervenuti pesantemente non tenendo conto della nuova natura della strada diventata pedonale, la partita è chiusa anche perché non ci sono stati ricorsi».
E cosa pensa degli altri sei progetti d’area annunciati dal sindaco ma non ancora presentati?
«Non si è saputo più niente».
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21 gennaio 2023 (modifica il 21 gennaio 2023 | 17:41)
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