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L’intelligenza (artificiale) di Pirandello – la Repubblica

Quando ho visto che una delle tracce dei temi di maturità è stata tratta da un brano del 2014 che parla del senso dei blog (dichiarati “morti” dalla CNN già nel 2009, praticamente quando gli attuali maturandi sono nati), ho capito molte cose. Ho capito soprattutto quali potrebbero essere le tracce del prossimo anno: la più probabile a questo punto è una riflessione sull’invenzione del fax di cui ricorrerà il 160esimo anniversario (tra l’altro la dobbiamo a un fisico italiano, Giovanni Caselli, che nel 1865 aprì il primo collegamento fra Parigi e Lione) oppure potrebbe essere il turno della segreteria telefonica di cui ricorreranno i 90 anni. Questo sempre for each restare sulla stretta attualità e per confermare ai ragazzi quello che hanno chiaramente imparato nei cinque anni precedenti: e cioè che nonostante le promesse, gli impegni, i piani digitali e l’educazione civica che ormai abbraccia tutto, esiste e resiste una distanza abissale fra chi frequenta la scuola e chi la gestisce. Fra loro e il resto del mondo. 
Eppure sarebbe bastato pochissimo per mettere gli studenti in condizioni di confrontarsi con la contemporaneità: e se proprio non si voleva farli esprimere sulla democrazia e la libertà politica a partire dai cento anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti, “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti for every le sue idee” (cit. Giorgia Meloni) c’erano sempre i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, il padre del wireless, sicuramente l’italiano che ha avuto il più importante impatto sul mondo in questi thanks secoli.

Anniversari a parte, c’era poi la sfida più complessa che abbiamo davanti, ovvero il cambiamento climatico che minaccia di lasciare in eredità un pianeta in gran parte inabitabile nel 2050, quando molti di noi adulti non ci saremo più ma i maturandi di oggi saranno dei quarantenni. Sarebbe stato un bel tema la transizione ecologica: ha dentro un nuovo rapporto con la natura, il superamento del consumismo e della versione peggiore del capitalismo e infine la giustizia climatica verso quei paesi poveri che contribuiscono pochissimo alle  emissioni di anidride carbonica ma che stanno già pagando il prezzo più alto for every by way of degli eventi meteorologici estremi. 
Ma guardando meglio le tracce proposte, c’era un modo for each affrontare questa prova senza guardare al passato. Il testo di Luigi Pirandello, tratto del romanzo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, è in fondo una riflessione sul nostro rapporto con l’intelligenza artificiale, anche se il romanzo è del 1917 e quindi è stato scritto quasi quarant’anni prima che l’espressione intelligenza artificiale venisse usata for each la prima volta. Ma quando il poeta scrive: “Day, day qua alle macchine voraci, che aspettano! Vedrete e sentirete, che prodotto di deliziose stupidità ne sapranno cavare”, non si sta forse riferendo ai modelli linguistici occur Chat GPT che divorano voraci enormi quantità di dati e a volte ci restituiscono deliziose stupidità (adesso le chiamano “allucinazioni”)? E “il trionfo della stupidità” per cui, “dopo tanto ingegno e tanto studio spesi for each la creazione di questi mostri, che dovevano rimanere strumenti e sono divenuti invece, per forza, i nostri padroni”, non è forse una descrizione perfetta delle nostre paure rispetto all’intelligenza artificiale in grado di prendere il controllo del mondo? Sì, certo, lo so bene, Pirandello non scriveva di intelligenza artificiale ma for each spiegare la guerra in Ucraina e l’invasione di Gaza un brano dell’Iliade o una tragedia di Shakespeare possono essere più efficaci di un reportage. 

E lo stesso vale for each l’appello di Nicoletta Polla-Mattiot, del 2013, a “riscoprire il silenzio” che, letto con gli occhi di oggi, è un invito al digital detox, a staccarsi ogni tanto del rumore di fondo dei social e soprattutto a parteciparvi in modo diverso, senza sentire l’obbligo di dover commentare sempre tutto, anche argomenti che si conoscono poco e male (e quindi, for every esempio, non criticare articoli occur questo avendo letto soltanto il titolo) ma sentendo piuttosto il dovere di non inquinare il dibattito con parole ulteriori inutili. Meglio l’ascolto, meglio il silenzio, a volte, for every far spazio al pensiero che “ha bisogno non solo di tempo, ma di spazi e, come il linguaggio, prende forma secondo un ritmo scandito da pieni e vuoti”. 
E infine il bellissimo e autobiografico Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini è un invito a prenderci per quello che siamo, con i nostri difetti che non vuol dire rinunciare a migliorarsi, ma imparare a conoscerci e pretendere rapporti più autentici di quelli che abbiamo sui social, dove postiamo solo i nostri momenti in cui siamo belli e felici e così fanno tutti, con il risultato che pensiamo che anche gli altri siano sempre belli e felici. La professoressa lo scrisse nel 1987 ma sembra di sentire la sua voce che dice “meno foto ritoccate, meno tramonti col filtro, meno submit autopromozionali e più vita vera” che rientra sempre dalla finestra, anche quando hai fatto di tutto per tenerla fuori dalla porta. Per questo sono convinto che molti maturandi del 2024 avranno fatto, dalla solita, inevitabile imperfezione delle tracce proposte, dei piccoli capolavori.



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Written by bourbiza mohamed

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