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TIM, costi di disattivazione linea fissa: novità per le attivazioni fino al 31 Dicembre 2023 – MondoMobileWeb.it | News | Telefonia


Negli ultimi mesi, TIM ha cambiato i costi richiesti ai clienti di rete fissa in caso di disattivazione della linea o di passaggio ad altro operatore, in particolare abbassando il costo richiesto in caso di cessazione. Inoltre, più di recente, l’operatore ha anche cambiato la modalità di applicazione di questi costi per i clienti che hanno attivato la linea fino al 31 Dicembre 2023.

Innanzitutto, quindi, da alcuni mesi TIM ha modificato i costi previsti in caso di dismissione definitiva della linea.

In precedenza, TIM richiedeva 30 euro per tutte le linee fisse, mentre 25 euro solo per le linee FWA e Satellitari.

Invece, a partire da Febbraio 2024, l’operatore ha aggiornato il costo da corrispondere in caso di cessazione della linea fissa, abbassandolo a 23 euro per tutte le tipologie di linee fisse, quindi anche per linee FWA (ad eccezione dell’offerta Premium FWA Ricaricabile, che non prevede costi di disattivazione) e Satellitari.

È rimasto invece invariato il costo richiesto in caso di passaggio ad altro operatore, pari a 5 euro, non previsto in caso di linee FWA e Satellitari.

In tutti i casi, questi costi erano comunque dovuti solo in caso di cessazione della linea con TIM entro i termini di durata del contratto (12 o 24 mesi): infatti, come già raccontato da MondoMobileWeb, a partire dal 26 Giugno 2022TIM aveva deciso di non richiedere più i costi di disattivazione in caso di recesso dopo i primi 24 mesi di validità del contratto, mentre in precedenza si applicavano anche dopo la scadenza della durata contrattuale.

Dunque, i costi di disattivazione della linea fissa TIM erano dovuti solo in caso di recesso anticipato durante i primi 24 mesiper tutte le linee, a prescindere dalla data di attivazione.

Cosa cambia per chi ha attivato una linea fissa TIM fino al 31 Dicembre 2023

Più di recente, a fine Aprile 2024, TIM ha aggiornato la sezione della pagina di trasparenza tariffaria dedicata ai costi di disattivazione della linea fissa.

Innanzitutto, in questa sezione, TIM precisa che per tutte le offerte di linea fissa, indipendentemente dalla tecnologia, sono dovuti i costi di disattivazione, sia in caso di cessazione della linea con TIM (inclusi i casi di disdetta o recesso come previsto dalle Condizioni Generali di Contratto), sia in caso di migrazione della linea verso altro operatore, ad eccezione per quest’ultimo caso delle offerte FWA.

In particolare, con la modifica effettuata nei mesi scorsi, l’operatore adesso specifica che questi costi di disattivazione, per le attivazioni di linea o offerta dal 1° Gennaio 2024 verranno addebitati solo per cessazioni entro i termini di durata del contratto (12 o 24 mesi).

Invece, per le attivazioni di linea o offerta fissa TIM fino al 31 Dicembre 2023 i costi di disattivazione della linea saranno sempre addebitati.

Dunque, se per chi attiva un’offerta di rete fissa TIM adesso, o l’ha già attivata a partire dal 1° Gennaio 2024, la situazione rimane invariata, per cui i costi vengono addebitati solo in caso di recesso durante la durata contrattuale, è invece cambiata la situazione per chi ha attivato un’offerta di rete fissa TIM fino al 31 Dicembre 2023.

Infatti, con questa modifica tutti i clienti di rete fissa TIM che avevano attivato un’offerta fino al 31 Dicembre 2023 torneranno a pagare i costi di disattivazione della linea (sia per cessazione che per passaggio ad altro operatore) anche dopo la scadenza della durata del contratto (12 o 24 mesi a seconda dei casi), come accadeva prima del 26 Giugno 2022.

L’operatore sottolinea che per costi di disattivazione si intende il costo di tutte le prestazioni di carattere commerciale e tecnico sostenute da TIM per disattivare la linea telefonica.

Altri dettagli sui costi di disattivazione della linea fissa

Come già raccontato nell’approfondimento di MondoMobileWeb, i costi di disattivazione per la rete fissa devono essere sostenuti quando si richiede il passaggio ad altro operatore o la dismissione definitiva della linea.

In questo senso, la delibera AGCOM n. 487/18/CONS pubblicata ad Ottobre 2018 aveva sancito, tra le altre cose, una regolamentazione delle spese previste in caso di disattivazione o dismissione della linea, con l’obiettivo di tutelare i clienti e impedire che vengano applicati dei costi immotivati da parte dell’operatore di telefonia fissa.

La delibera stabilisce infatti che le spese di recesso devono essere commisurate al valore del contratto e ai costi realmente sostenuti per la dismissione della linea o per il trasferimento del servizio.

Nello specifico, la delibera AGCOM prevede che venga addebitato quantomeno il costo più basso fra una mensilità di canone e i reali costi sostenuti dall’operatore.

I cosiddetti costi di disattivazione o dismissione della linea sono da sostenere oltre alle eventuali penali o costi di recesso previsti dal proprio contratto e variano a seconda dell’operatore.

Infine, si ricorda che questi costi non si applicano nel caso di passaggio ad altro operatore o dismissione della linea in seguito a rimodulazione o modifiche unilaterali del contratto. In questo caso, inviando disdetta e specificando la non accettazione delle nuove condizioni, i costi di disattivazione non saranno addebitati.

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Written by bourbiza mohamed

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