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La prova: Xiaomi 14 Ultra, una fotocamera travestita da smartphone


Impossibile sbagliarsi: anche da lontano, l’enorme modulo fotografico circolare che domina il retro dello smartphone rende perfettamente riconoscibile il nuovo Xiaomi 14 Ultra. Una soluzione estetica resa necessaria dall’esigenza di schierare un reparto fotografico di tutto rispetto, ma forse anche una dichiarazione di intenti: “Questo smartphone è nato per fotografare e fare video a livello professionale” sembra infatti dichiarare il design di un apparecchio senza compromessi, praticamente una fotocamera con lo smartphone intorno. Ma anche la sintesi della collaborazione tra il colosso cinese e lo storico brand della fotografia Leica, sempre più uniti dalla partnership strategica per il mobile imaging.

Tutto questo diventa ancora più vero se si decide di acquistare anche il Photography Kit: evoluzione di quello disponibile l’anno scorso per il 13 Ultra (ma venduto solo in Cina), in teoria è una custodia con impugnatura ergonomica, ma in pratica è la magia che trasforma definitivamente in una macchina fotografica lo Xiaomi 14 Ultra. Facile da installare e anche bella da vedere (se vi piacciono le fotocamere), è il naturale completamento del sistema fotografico perché mette a disposizione un pulsante di scatto a due stadi, una leva per lo zoom (che può essere impostata per lo zoom digitale o, meglio, per passare da una fotocamera all’altra), un pulsante di registrazione video personalizzabile e un’ulteriore ghiera, anch’essa personalizzabile, che di default consente il controllo fine dell’esposizione. Qualcosa che chiunque abbia mai provato ad aggiustare l’esposizione dallo schermo, alzando e abbassando l’apposito indicatore, impara ad amare in un attimo. Se a questo poi aggiungiamo che il Photography Kit fa anche da caricabatterie esterno (1500mAh) ed è dotato di connessione USB-C, il quadro positivo è completo.

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona) 

 

Cosa c’è sotto il cofano

Parliamo di hardware: Xiaomi 14 Ultra utilizza il nuovo e potente Snapdragon 8 Gen 3, da quest’anno lo standard per chi voglia produrre uno smartphone di fascia alta, e che rispetto alla generazione precedente comporta un aumento delle prestazioni della CPU (+32%) e della GPU (+ 34%) a fronte di consumi inferiori. Da notare che il nuovo chipset, sommato all’aggiornamento del reparto fotografico, ha richiesto anche l’aggiornamento del sistema di raffreddamento: con l’Ultra viene infatti impiegata la tecnologia Xiaomi IceLoop, che può contare su un secondo canale dedicato espressamente alla fotocamera e, per quanto abbiamo potuto sperimentare, raffredda bene lo smartphone anche quando deve assolvere i compiti più gravosi, come far girare videogiochi o garantire una fluida registrazione video. 

La batteria è da 5.000mAh e durante le settimane in prova, a fronte di un utilizzo “leggero” con mediamente tre ore di display acceso al giorno, è arrivata a durare quasi due giorni. Quando poi l’utilizzo si è fatto molto intenso, il più delle volte siamo comunque arrivati a fine giornata. Se la batteria è secco, si ricarica a 90W con HyperCharge o a 80W con la più recente tecnologia HyperCharge wireless. Il display è AMOLED C8 WQHD+ da 6,73”, con risoluzione WQHD+ (3200 x 1440), densità di pixel di 522 PPI e un refresh rate variabile da 1 a 120Hz. Notevole la luminosità di picco, che raggiunge i 3000 nits (anche se normalmente lavora a 1000 nits). Molto leggibile in qualsiasi condizione, quando si usa il 14 Ultra per fare foto consente una valutazione attendibile dei risultati anche sotto la luce diretta del sole, cosa fondamentale in assenza di un mirino. Il display è anche caratterizzato da un design che unisce l’ampia area visiva dello schermo piatto con il feedback tattile di uno con bordo curvo. Il meglio di due mondi, per gli estimatori del genere.

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona)

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona) 

Fotografia al top

Veniamo al pezzo forte: la sezione fotografica. Xiaomi 14 Ultra monta quattro fotocamere ma è la principale, da 23 mm, che si distingue rispetto alla generazione precedente integrando nuovo sensore a 1 pollice LYT-900 con una gamma dinamica fino a 14EV, oltre che un sistema con diaframma ad apertura variabile continua di ƒ/1.63-ƒ/4.0. Restano invece praticamente invariate rispetto allo Xiaomi 13 Ultra le altre tre fotocamere: tutte dotate di sensore 50MP IMX858, sono il teleobiettivo con lenti flottanti da 75mm (ƒ/1.8, OIS) con funzione macro per scattare da 10 cm a infinito, la lente a periscopio Leica 120mm (ƒ/2.5, OIS) con funzioni macro (da 30 cm a infinito) che però ora raccoglie il 44% di luce in più rispetto a quella vista sul 13 Ultra, e la fotocamera ultra-wide Leica da 12mm (ƒ/1.8, 122° FOV, da 5 cm a infinito). 

Inutile dire che qui il pezzo forte è la nuova fotocamera principale grandangolo, con il nuovo sensore che lavora meglio a ogni aggiornamento del software e dove, anche grazie all’adozione inedita di un obiettivo Leica Vario-Summilux 1:1.63-2.5/12-120 ASPH, si vede bene come la collaborazione tra gli ingegneri Xiaomi e quelli Leica si stia progressivamente approfondendo, spingendo in avanti i limiti della mobile photography su Android. A ogni scatto, che si scelga lo stile “Autentico” o “Vivace” di Leica, il feeling è quello di utilizzare qualcosa più di uno smartphone; e i risultati lo confermano, sia che si scatti nel formato 16-bit UltraRAW (compatibile con lightroom e disponibile per tutte e quattro le fotocamere, peraltro), sia in semplice jpeg.

In più è arrivato il momento di fare ammenda: alla presentazione dello smartphone e prima di provarlo, avevamo pensato che il diaframma ad apertura variabile della fotocamera principale fosse un po’ un’esercizio di stile. Avevamo torto: la possibilità di passare in modalità manualmente da f/1.63 a f/4 con molte posizioni intermedie consente un tuning più fine dell’inquadratura, sfrutta al meglio l’ampio sensore da un pollice per gestire la profondità di campo e realizzare ritratti sfocati, e infine permette di contenere alcune aberrazioni tipiche nella zona periferica dell’obiettivo grandangolare. Detto che in modalità automatica il sistema resta quasi fisso su f/2, resta qualche curiosità rispetto alla solidità del meccanismo in caso di caduta, che non abbiamo voluto sperimentare. 

Durante la prova, le fotocamere che abbiamo preferito sono ovviamente la principale da 23mm, ma anche il 3X equivalente a 75mm, capace di sfornare immagini di qualità paragonabile e utile in molte situazioni tipiche della street photography. Il 5X (periscopio da 120mm) non è affatto male, ma qualcosa si perde rispetto agli altri due e la messa a fuoco da 30 cm in poi condiziona un po’ negli scatti.

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona)

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona) 

Video da Pro

Già il fatto che Xiaomi 14 Ultra supporti le riprese in 8K a 30fps su tutte e quattro le fotocamere la dice lunga sulle aspirazioni dell’azienda cinese. Grazie all’ottica Leica e alla presenza di un sensore da 1’’ da 50MP, la fotocamera principale supporta anche le riprese in 4K a 120fps ed è adattabile agli effetti slow-motion 5x. Il dispositivo supporta anche le riprese Dolby Vision 4K a 60fps, dispone della stabilizzazione dell’immagine, e grazie all’aggiunta di un quarto microfono consente la registrazione di audio surround e del suono direzionale in maniera piuttosto efficace.

A parlare al cuore dei videomaker ci pensa dall’introduzione di funzioni come Movie e MasterCinema: la prima introduce sul 14 Ultra il rapporto di aspetto 2,39:1 e l’otturatore a 180°, offrendo video con look cinematografico e motion blur. La seconda consente la codifica dei video HDR in Rec.2020 a 10bit per catturare ancora più dettagli, luci e ombre, superando il precedente standard BT.709 a 8 bit, soprattutto sugli schermi HDR. La modalità Director, infine, offre un’interfaccia di livello professionale con controlli avanzati dei parametri e registrazione in formato Log per una post-produzione di tipo professionale. Interessante anche la possibilità di utilizzare altri dispositivi Xiaomi – incluso il nuovo Xiaomi Pad 6S Pro 12.4 – come monitor esterni, utilissima ad esempio per chi deve riprendersi da solo e vuole utilizzare la fotocamera principale.

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona)

Immagine scattata con Xiaomi 14 Ultra (foto Alessio Jacona) 

In fine

Lo Xiaomi 14 Ultra è un atto d’amore verso la fotografia che fonde la potenza tecnologica e produttiva cinese con l’esperienza e la visione di Leica, generando uno smartphone top di gamma dalle prestazioni ottime in ogni campo. Il sistema operativo è lo Xiaomi HyperOS, che ha richiesto sette anni di sviluppo e porta in dote un’interfaccia utente rinnovata, la connettività con l’ecosistema intelligente “Human X Car X Home” e – inevitabilmente – nuove attività basate su IA tra cui Xiaomi HyperMind, che consente ai dispositivi di comprendere in modo proattivo le esigenze dell’utente, definire diversi profili di utilizzo e agire di conseguenza. Lo Snapdragon 8 Gen 3 è il meglio disponibile e abbonda in potenza quale che sia il compito, da fotografare a giocare con videogiochi a guardare un video in streaming con Netflix. Insomma, lo Xiaomi Ultra è uno smartphone ben riuscito.

Lo Xiaomi 14 Ultra è disponibile nelle colorazioni Black o White ai 1499,90 euro con un solo taglio di memoria: 16GB+512GB. Xiaomi 14 Ultra Professional Photography Kit costa 199,90 euro.

 

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Written by bourbiza mohamed

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