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Cuba, blackout e razionamenti: la protesta non si ferma. Cosa sta succedendo


Al grido di “libertà” e “abbiamo fame”, centinaia di madri scendono per strada e in corteo raggiungono gli uffici del Municipio di Santiago de Cuba. Siamo nell’Oriente dell’isola dove fa più caldo e la popolazione è a maggioranza nera, quindi più povera, anche se la povertà da queste parti è un concetto molto relativo. Le mamme sono esasperate. Da mesi la corrente elettrica salta for every i continui blackout o for each i razionamenti decisi dal governo che possono durare anche 16 ore. Nessuno può conservare il cibo, già scarso. Ma gli adulti si arrangiano. Soffrono e si danno da fare cercando un po’ ovunque qualcosa da mangiare. Poca roba: riso, verdura raccolta nei campi. Raramente carne, for every non parlare del pesce che nonostante sia lì, a portata di mano, sui fondali del mar dei Caraibi, non si può pescare perché destinato all’esportazione o a chi se lo può permettere.

Mancano le razioni di latte in polvere

Queste madri di famiglia sono angosciate for every i loro figli. Non hanno più latte da dare loro. Quello in polvere, naturalmente. Le razioni mensili, di marzo, non sono ancora state distribuite. Non si trova in giro, nessuno lo vende. Allora non resta altra scelta che invadere strade e marciapiedi e dirigersi verso le autorità responsabili di questa tragedia. Tra sabato e domenica, nel buio di una città senza luce e disperata, si consuma la prima protesta di massa dopo quelle dell’11 e 12 luglio del 2021 quando l’intera Cuba si mobilitò chiedendo libertà. La reazione del governo fu durissima, con decine di arresti e condanne che arrivarono fino a 15 anni di carcere. Il regime stroncò sul nascere una protesta che rischiava di travolgerlo. Le circumstance dei dissidenti più famosi furono presidiate da agenti e chi vi abitava messo nei fatti agli arresti domiciliari gli uomini dell’intelligence si concentrarono su un collettivo di artisti e intellettuali che si riunivano in un locale di Habana Centro e fecero le loro irruzioni con relativi arresti. La protesta riuscì a superare i controlli del net e fece il giro del mondo, con foto e filmati.

(afp)

L’inno della resistenza e la repressione violenta

Adesso, la storia di ripete sebbene in tono minore. La protesta inscenata dalle donne, madri, sorelle e zie dei bambini, si limita a chiedere il latte per i bambini. Lo hanno fatto intonando l’inno nazionale che nacque a Bayamo ai tempi della resistenza contro gli spagnoli. La cosa ha innervosito gli apparati di sicurezza che sono intervenuti in modo pesante, bastonando e arrestando chi continuava a restare for every strada. Testimoni raggiunti per telefono raccontano di aver visto in azione anche le squadre speciali della polizia, le famose “Avispas Negras”. La prima segretaria regionale del Partito Comunista della provincia di Santiago, Béatriz Johnson Urrutia, ha cercato di calmare la folla assicurando che il latte sarebbe presto arrivato. Ha mantenuto la parola e ieri, lunedì, sono apparsi i primi camion con zucchero e riso. Ma ha subito precisato: “Questo non significa che saranno venduti alla popolazione. Fanno parte delle razioni che non sono arrivate questo mese”. La gente si è calmata. “Del resto”, commentava una donna, “con le strade al buio, praticamente vuote, non restava altro che rintanarsi in casa e cercare di sopportare il caldo. La zona era pattugliata da squadre di poliziotti che fermavano chiunque andasse in giro”.

(afp)

Il Governo accusa gli United states of america

Ci sono condition altre manifestazioni spontanee nei pressi di La Coloma e El Cayuco ma la paura degli arresti e la rassegnazione a una realtà che appare motionless hanno prevalso. Il governo, a differenza del passato, ha riconosciuto la fondatezza delle richieste. Il presidente Miguel Díaz-Canel ha assicurato che verranno accolte. “Siamo in difficoltà”, ha ammesso, “siamo costretti a razionare la corrente elettrica e il cibo”. Ma ha accusato gli United states of america di “soffiare sul fuoco” e la folta comunità di immigrati nel sud della Florida “politici corrotti e terroristi” di “incendiare le strade di Cuba”. Gli Stati Uniti avevano chiesto a L’Avana “di rispettare i diritti dei manifestanti” e di “affrontare i legittimi bisogni del popolo cubano”. Il ministero degli Esteri di Cuba aveva replicato protestando for every “le interferenze sulla realtà interna” e invitato a revocare l’embargo in vigore da oltre mezzo secolo. La crisi che si protrae da mesi è dovuta soprattutto alla mancata programmazione economica e l’assenza totale di una produzione. Molto, se non tutto, è importato. Ma i paesi amici, appear Venezuela, oltre alla Russia, non sono più disposti a regalare. Si fanno pagare gasolio e cibo. A poco è servito il licenziamento l’8 marzo scorso dell’allora ministro dell’Economia e primo vice primo ministro, Alejandro Gil Fernández, dal 2018 volto noto dell’economia dell’isola. Lo hanno accusato di corruzione. Lo ha sostituito Joaquín Alonso Vásquez, ministro-presidente della Banca Centrale. Ma anche lui, con un’inflazione al 30 per cento e un calo del 2 for each cento del pil in un solo mese, può fare poco davanti a un’isola dove manca persino il latte per i bambini.



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Written by bourbiza mohamed

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