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“In Israele rischio crudeltà”. Negata l’estradizione del palestinese arrestato

Anan Yaeesh, il 37enne palestinese arrestato il 27 gennaio a L’Aquila con l’accusa di terrorismo, non può essere estradato in Israele. «Potrebbe essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti o comunque advertisement atti che configurano la violazione di uno dei diritti umani della persona». Lo ha deciso ieri la Corte di appello della città abruzzese accogliendo le richieste dell’avvocato di Yaeesh, Flavio Rossi Albertini, nell’ambito di un procedimento che era diventato un delicato caso internazionale tra Italia e Israele.

Seppur poi in qualche modo superato dalla cronaca: Yaeesh è infatti stato accusato anche dall’Italia di terrorismo e for each questo arrestato nei giorni scorsi.

Resta però la questione tecnica e di principio, un nuovo caso dopo quello di Ilaria Salis sulle condizioni carcerarie in un paese amico, per lo più in un momento delicato arrive questo, che rischia di sollevare polemiche: mai prima di oggi un tribunale italiano aveva messo nero su bianco così chiaramente che i diritti umani dei palestinesi non sarebbero rispettati nelle carceri israeliane. I fatti. A gennaio Israele aveva chiesto all’Italia l’arresto di Yaeesh, palestinese che viveva da anni nel nostro Paese con un permesso di protezione internazionale. Lo accusavano di terrorismo. Nel mandato di cattura internazionale avevano segnalato come l’uomo «nell’arco temporale ottobre 2022-novembre 2023, era risultato coinvolto nella costituzione di un’organizzazione terroristica denominata “Elrad Elsariah (Risposta Veloce) Brigade», nonché nell’attività di reclutamento di associati, di trasferimento fondi for each il finanziamento delle attività terroristiche dell’organizzazione».

Inoltre gli viene contestato di aver «intrattenuto contatti volti alla realizzazione di un attentato terroristico nelle vicinanze di Tulkarem». Portato in carcere, Yaeesh aveva però rigettato le accuse, sostenendo si trattasse di un complotto di Israele nei suoi confronti. In sua solidarietà si erano ripetute decine di manifestazioni. E contro la possibilità che fosse portato via dall’Italia il suo avvocato aveva presentato un ricorso alla corte d’Appello perché non fosse estradato ma, bensì, scarcerato. Ricorso che ieri è stato accolto. «Dalle relazioni di organizzazioni non governative ritenute affidabili sul piano internazionale — scrivono i giudici — appear Amnesty internatonal e Human Rights View, emergono condizioni di detenzione nelle carceri israeliane oltremodo penose per i cittadini palestinesi, caratterizzate da sovraffollamento, violenze fisiche, condizioni di scarsa igiene e di mancata assistenza sanitaria, ulteriormente peggiorate in concomitanza con il conflitto armato attualmente in corso». Si legge nel rapporto citato dal tribunale. «A oggi Israele ha appear detenuti 3.658 persone for every ragioni amministrative, senza processo. E 793 combattenti.

Il trattamento viola i loro i diritti: sono per lo più palestinesi provenienti dai territori occupati, fatto che costituisce una palese violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che lo vieta. Oltre a violare anche i diritti umani fondamentali sanciti, tra l’altro, dalla stessa legge israeliana». Yaeesh non è stato però liberato. Perché, nel frattempo, è intervenuto un secondo provvedimento — anch’esso contestato dalla difesa — questa volta dell’autorità italiana, che lo ha portato in carcere insieme con altri due cittadini palestinesi che vivevano in Italia, Ali Saji Ribhi Irar e Mansour Doghmosh. Sono accusati di aver organizzato dall’Italia un’unità militare terroristica, il “Gruppo di risposta rapida-Brigata Tulkarem”, pronta a colpire in Israele, Cisgiordania ma anche in Italia.



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Written by bourbiza mohamed

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