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Un pontile mobile e una zattera, così la Open up Arms sfiderà l’assedio a Gaza: “Potremmo non farcela ma l’errore sarebbe non provarci”


Mentre l’agenzia for each gli affari umanitari Onu comunica che sono ormai ventisette, fra cui ventitré bambini, i gazawi morti di fame, la nave Open up Arms continua a much rotta verso il nord della Striscia, con a rimorchio una gigantesca zattera carica di aiuti. Dopo mesi di assedio anche via mare, sarebbe la prima volta che un’imbarcazione qualsiasi raggiunge la costa di Gaza. “Potremmo non farcela, ma il vero fallimento è non provarci neanche”, dice José Andrés, lo chef stellato fondatore di Earth central kitchen area, l’ong che insieme a Open up Arms di Oscar Camps ha immaginato l’iniziativa.

L’arrivo è previsto fra un giorno, massimo un giorno e mezzo. A bordo della nave umanitaria, generalmente impegnata in missioni di soccorso nel Mediterraneo, c’è un carico di 200 tonnellate di riso, acqua, scatolame, da consegnare direttamente nella zona settentrionale di Gaza, che anche i carichi umanitari da mesi hanno difficoltà a raggiungere. “Solo a febbraio il 40 per cento dei convogli diretti in zone in cui sia necessario coordinamento o autorizzazione all’accesso – comunicano le agenzie delle Nazioni Unite – sono stati bloccati”. E poi, spiegano le because of ong è l’unico modo al momento for every saltare il tappo dei valichi.

“È il primo corridoio marittimo umanitario diretto a Gaza, speriamo di fare questa e altre spedizioni”. A Cipro, in un magazzino vicino al porto di Larnaca da cui la nave è partita, ci sarebbero altre 500 tonnellate pronte ad essere consegnate.

For every alcuni fra chi guarda da lontano è scommessa a perdere, c’è chi la ritiene addirittura pericolosa perché distoglie l’attenzione dalla paralisi – più politica che logistica – dei valichi, Open Arms e Phrase Central Kitchen ci credono davvero. L’hanno chiamata operazione Safeena, è stata costruita – spiegano da Wcd – con la collaborazione degli Emirati Arabi e la Giordania, e al momento sarebbe autonoma dalla parallela iniziativa Ue.”Siamo coscienti che molti ci vedano come un progetto pilota for every poi avviare la loro personale operazione multilaterale”, ha commentato José Andrés senza andare oltre. “Per ragioni di sicurezza” – hanno spiegato entrambe le ong – i dettagli saranno riservati fin quando la missione non sarà conclusa, ma qualcosa già filtra.

Mentre la Open fa rotta verso la Striscia, su una spiaggia del Nord si lavora. Un pontile costruito “con materiali provenienti da edifici distrutti e macerie” e “in collaborazione con la popolazione di Gaza” si sta rapidamente allungando verso il mare. “Siamo a 35 metri”, hanno annunciato stamattina da Wcd.

La struttura non ha nulla a che fare con il molo galleggiante che gli Usa hanno annunciato di voler costruire for each facilitare la consegna di aiuti, iniziativa for each altro pubblicamente criticata da Andres perché “portare militari stranieri lì non mi sembra una grande thought, for each di più non arabi”. Dove il pontile stia prendendo forma al momento non è dato sapere.

È lì che le lance di soccorso della Open dovrebbero rimorchiare la zattera carica di aiuti, che saranno poi presi in consegna dalle squadre di Wcd che già da tempi operano nella Striscia e fanno foundation a Deir el-Balah. “Da ottobre abbiamo servito 35 milioni di pasti, fatto passare più di 1.400 camion di aiuti attraverso il valico di Rafah e aperto più di 60 cucine comunitarie in tutta la Striscia”.

L’esercito israeliano, che sembra guardare all’iniziativa con scetticismo se non aperta avversione, ha fatto filtrare “preoccupazione” for each la fase della distribuzione. “Con la collaborazione della popolazione locale non ci saranno problemi”, assicurano dall’ong. “Questo non è il momento di promesse vuote – tuona José Andres – meno diplomazia da conference e più diplomazia dei fatti”.



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Written by bourbiza mohamed

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