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Caso Plicchi, esposto della famiglia alla Procura: “Fu istigazione, stalking e diffamazione”


BOLOGNA – “Proprio oggi con l’avvocato Daniele Benfenati presentiamo un esposto in Procura per istigazione al suicidio, oltre che per stalking e diffamazione, tutto quello che abbiamo trovato negli ultimi messaggi di Vincent, per noi non ci sono dubbi ma da domani anche la Procura potrà fare tutte le verifiche del caso.” Con queste parole Matteo Plicchi ribadisce la richiesta di fare indagini e assicurare giustizia per il figlio Vincent, il tiktoker bolognese di 23 anni morto suicida in diretta social lo scorso autunno dopo essere stato vittima di cyberbullismo.

L’intervista al padre

Il papà del tiktoker suicida: “Il mio Vincent era cambiato, aveva persino paura di uscire. Ora so tutto su chi l’ha infamato. È morto di cyberbullismo”


Vittima di cyberbullismo

“Chiediamo che i responsabili (della morte del ragazzo, ndr) siano individuati e ci sia una imputazione, che si dia anche un segnale forte alla comunità che se uno fa del male alle persone, anche online, succede qualcosa. Altrimenti tutti si sentono autorizzati ad andare avanti così. Tante volte la gente regala odio senza neanche sapere cosa sta facendo”. Il ragazzo era diventato una star social vestendosi come un personaggio di un videogame. Aveva conosciuto una ragazza e avevano cominciato a scambiarsi messaggi in chat. Lei gli aveva detto di essere maggiorenne ma in realtà di anni ne aveva 17: da lì erano iniziate false accuse di pedofilia, con minacce e persecuzioni vere e proprie. Matteo Plicchi ha parlato a Bologna in occasione della inaugurazione di un murale in memoria di Vincent, sulla parete esterna della palestra delle scuole Pepoli, nel parco della Lunetta Gamberini.



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Written by bourbiza mohamed

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