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Mosca, la propaganda è già in moto: “Chi non è russofobo rischia la vita”


L’attentato al premier slovacco Robert Fico a un mese dalle elezioni europee è manna per la Russia. La macchina della propagandasi si è subito messa in moto accusando “l’Occidente collettivo” di “russofobia” e diffondendo bufale su una presunta “traccia ucraina”. Lo schema delle operazioni di influenza oramai è consolidato. Propagandisti e blogger dettano la linea che poi migliaia di troll disseminano sul web usando falsi profili social. Obiettivo: alimentare le divisioni a un mese dal decisivo appuntamento elettorale.

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A dare il via c’è, ad esempio, l’ex presidente e premier Dmitrij Medvedev, oggi numero due del Consiglio di Sicurezza. «È davvero sorprendente che per la prima volta dopo decenni in Europa ci sia stato un tentativo di omicidio contro un primo ministro che aveva preso una posizione sensata nei confronti della Russia? E non filorusso, del resto; solo un pragmatico e non un russofobo», ha scritto su Telegram, definendo il tentato assassinio «la quintessenza della nuova Europa, idiotamente russofoba, feudataria sfrenata e completamente priva di cervello; pronta a gettare i suoi cittadini nella fornace della politica americana egoista». E dal momento che, stando a media slovacchi, l’attentatore avrebbe partecipato a proteste pro-Kiev, Medvedev ha concluso che «i sostenitori dei banderiti stanno cercando di assassinare i leader europei».

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L’ex leader russo non è il solo a sostenere che dietro al tentato omicidio di Fico ci siano i “banderiti”, come la propaganda russa chiama gli ucraini accusandoli di ispirarsi al collaborazionista nazista Stepan Bandera. Sui giornali e nei talk show decine di politici e commentatori cavalcano quella che hanno battezzato “traccia ucraina”, dal capo del Partito Ldpr Leonid Slutskij alla deputata Maria Butina, l’ex “agente straniera” incarcerata negli Usa. «Dietro all’attentato a Fico ci sono i servizi speciali ucraini, che vogliono intimidire tutti i politici occidentali sensati che rifiutano di sponsorizzare il conflitto militare in Ucraina e il regime terroristico di Zelensky», ha commentato il deputato Mikhail Sheremet, mentre sui social si è persino sparsa la bufala che la moglie dell’attentatore Juraj Cintula fosse ucraina e fosse stata arrestata, tanto che il capo della polizia slovacca è stato costretto a smentire.

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Non manca poi chi punta il dito contro i servizi occidentali. «È già ovvio chi ne trae vantaggio: le forze guidate da Washington, che stanno conducendo una sfrenata guerra ibrida anti-russa. Credono che in questa guerra tutti i metodi siano buoni», ha alluso il senatore Andrej Klimov. In tanti poi si spingono a delineare una lista di prossimi obiettivi, come il premier ungherese Orbán e il presidente serbo Vucic. «Naturalmente speriamo che non siano in pericolo», ha detto il politologo Marat Bashirov a Moskovskij Komsomolets. Ma altri suggeriscono la scorta.



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Written by bourbiza mohamed

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