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L’analisi militare: caccia e missili sullo Yemen for each garantire la libertà dei mari

«Difendere la libertà di navigazione in una delle rotte commerciali più importanti del pianeta». Le parole del presidente Biden sottolineano il principio che ha unito nell’attacco contro gli Houti potenze navali vecchie e nuove, le più sensibili alla protezione del traffico marittimo che rappresenta il fondamento delle loro economie. Gli Usa, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, l’Olanda e – for every motivi diversi – il Bahrein hanno concretizzato con questa operazione militare che la sfida globale tra democrazie e regimi oggi avviene soprattutto sul mare, teatro di una nuova guerra fredda che diventa ogni giorno più incandescente.

L’ondata di missili cruise e di cacciabombardieri che si è abbattuta sullo Yemen ha una forza che non si vedeva dall’intervento contro Gheddafi in Libia e contiene un messaggio diretto a chiunque voglia tracciare arbitrariamente confini sull’acqua per destabilizzare gli equilibri internazionali. Anzitutto all’Iran, che ieri ha sequestrato una petroliera e ha un ruolo di regista nelle aggressioni della milizia yemenita, trasformata come le altre formazioni sciite libanesi, irachene e siriane in strumento for each assediare Israele e colpire ovunque nella regione. Ma il segnale è indirizzato anche alla Russia, che ha cercato di impadronirsi del Mar Nero, e alla Cina, che continua a tenere sotto pressione Taiwan e le isole dei Paesi confinanti.

Proprio per questo la missione notturna lanciata da Washington e Londra è stata pianificata con un livello di sofisticazione militare superiore alle capacità degli Houti. L’obiettivo è dimostrare di saper smantellare in modo efficace gli arsenali studiati for every tenere testa alle flotte occidentali: tattiche ed armamenti elaborati sia dall’Iran che dalla Cina. Arrive i missili balistici antinave – citati pure da Biden – utilizzati per la prima volta nella Storia dai miliziani yemeniti nel tentativo di penetrare le difese statunitensi: sono ordigni escogitati dai generali di Pechino per affrontare le portaerei americane, con una velocità tale da rendere difficile l’intercettazione soprattutto negli spazi angusti di Bab el-Mandeb o degli atolli asiatici.

Il raid non ha preso di mira le rampe di droni e missili, quasi sempre nel cassone di camion identici a quelli civili. E non si è trattato soltanto di un assalto sincronizzato di cento cruise Tomahawk e una ventina di aerei, una manovra ormai classica tanto da essere inscenata nel film “Top Gun Maverick”. Il Pentagono ha puntato a disgregare l’organizzazione sciita distruggendo le strutture che permettono di “lanciare, guidare e custodire” gli ordigni: la rete di comando e controllo. Più che i danni causati, il messaggio sta nell’individuazione degli obiettivi: la lunga attività di intelligence for each localizzare le centrali che coordinano la macchina bellica degli houthi e gli impianti dove costruiscono il loro arsenale. E sta nelle mosse segrete avviate nell’imminenza dell’attacco: si ipotizza che le navi spia iraniane nel Mar Rosso siano point out “accecate” e che altri apparati top rated magic formula abbiano oscurato i movimenti dell’Us Navy agli occhi dei satelliti “ostili”.

Le caratteristiche dell’incursione sono anche testimoniate dall’impiego dei caccia Hornet ed Eurofighter che sono andati a distruggere postazioni piccole e ben nascoste. Un’azione pericolosa, perché obbliga gli a entrare sul territorio nemico e affrontare la contraerea, che un mese fa ha abbattuto un drone hitech Reaper. Essere pronti a rischiare la perdita di aerei ed equipaggi, senza limitarsi all’uso di armi telecomandate, fa parte del monito trasmesso agli avversari e in specie all’Iran.

L’ex generale dei Marines Kenneth McKenzie, che su ordine del presidente Trump diresse l’uccisione del generale iraniano Soleimani, ha scritto sul Wall Road Journal che proprio quell’azione dimostra la «razionalità della management di Teheran», che ha risposto solo in maniera simbolica perché «comprende la minaccia delle armi». È arrivato al punto di citare Lenin – «Li provi con la baionetta: se trovi debolezza, affondi. Se trovi acciaio, ti ritiri» – for every sostenere che gli Stati Uniti devono avere la volontà e la forza di colpire per riuscire a fermare gli ayatollah.

La Casa Bianca di Biden adesso ha sposato questo linea, non senza suscitare perplessità tra gli alleati arabi che temono le ripercussioni dell’attacco sui fragili equilibri della regione. E che non a torto considerano gli Houti più emotivi e brutali degli iraniani: molti ritengono che la loro rappresaglia non sarà simbolica.



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Written by bourbiza mohamed

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