Dopo avere giocato nei panni di un vichingo nel Medioevo, di un eroe spartano nell’antica Grecia e di un medjaï al servizio del faraone, era giunto il momento di guardare indietro a quello che ha reso la saga di Assassin’s Creed un successo longevo. E di riscoprire le magiche atmosfere che l’hanno caratterizzata: “Abbiamo voluto riportare gli Assassini e il Credo nel cuore di una nuova storia. Quindi siamo tornati in Medio Oriente dove tutto è iniziato nel primo gioco” ci ha detto Jean-Luc Sala, direttore artistico dell’ultimo capitolo, che s’intitola Mirage.
Si torna dunque in Medio Oriente nel IX Secolo, a guidare le gesta di Basim Ibn Ishaq, ladruncolo di strada che diventa adepto Occulto, in un panorama dai toni giallo ocra dove svettano i minareti e le cupole ricoperte da lapislazzuli. Ci ha spiegato Sala: ”Baghdad è la città principale dove si svolgono gli eventi, ma sono presenti anche location più piccole come Alamut e Anbar. Abbiamo scelto questa città perché la sua struttura è perfetta per il parkour e la sua atmosfera genera un perfetto effetto nostalgia del primo gioco”.
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Fondata dal califfo al-Mansur nel 762, la Baghdad del IX Secolo era il cuore pulsante del Califfato Abbaside che governò il mondo islamico dal 750 al 1258. Un importante centro politico, culturale ed economico, costruito con un piano urbanistico preciso, progettato come una città circolare, il cui centro era occupato da un complesso noto come la Città delle Pace o Città Rotonda.
La Città Rotonda era tagliata diagonalmente da una grande arteria, il palazzo del califfo era situato al centro e attorno a esso c’erano edifici amministrativi, moschee, mercati e residenze. La planimetria circolare era in parte simbolica e rifletteva l’idea di armonia e ordine, ma anche facilitava la distribuzione dei servizi, e naturalmente il controllo del califfo sulla sua città. Ancora Sala: “Purtroppo l’insediamento medievale di Baghdad è andato distrutto durante l’invasione mongola del 13esimo Secolo. Guy Lestrange, un esperto medievale e geografo, ha usato le fonti letterarie e le descrizioni della città per definire una mappa sulla quale abbiamo basato la nostra ricostruzione in Mirage”.
Tra le varie fonti per una realizzazione verosimile di Baghdad, la più importante è sicuramente il testo Baghdad during the Abbasid caliphate dell’orientalista britannico Guy Le Strange. A compendio dei suoi scritti, lo studioso ha realizzato una mappa del complesso urbano che è stata utilizzata come uno dei riferimenti dal team di Ubisoft.
Il risultato degli sforzi è una città vivida e viva che cerca di staccarsi dal classico stereotipo da Mille e una Notte: “Abbiamo lavorato con professionisti qualificati e consulenti interni ed esterni a Ubisoft, formando una task force di esperti culturali che ci hanno aiutato a evitare i cliché orientalisti (quelli ben definiti e criticati negli studi di Edward Said, ndr), cercando di dare al giocatore un’esperienza il più autentica possibile. Abbiamo riservato particolare attenzione alla lingua, alla rappresentazione della vita di tutti i giorni, alla sfera religiosa e naturalmente all’architettura in ogni suo elemento, per dare vita a una città perduta, riportata alla sua epoca d’oro”.

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Uno degli aspetti che colpisce in Mirage è la ricostruzione della quotidianità, l’affollamento dei mercati, i colori delle concerie, le dinamiche della vita familiare, le case tradizionali con i loro cortili interni per proteggere la privacy. E l’acqua.
Sì, perché la Baghdad IX Secolo, e quella di Mirage, è una città rigogliosa con un sistema di canalizzazione che dal Tigri fornisce acqua potabile e d’irrigazione ai giardini e alle fontane, dove il giallo ocra degli edifici è esaltato dal verde smeraldo e dall’azzurro.
Da sempre la saga di Assassin’s Creed è caratterizzata dalle città in cui si svolge l’avventura. La città e le sue architetture diventano co-protagoniste, con Ezio Auditore che (per esempio) è indissolubilmente legato alla Firenze dei Medici, come ci ha ricordato Sala: “Ogni gioco della saga necessita di un luogo iconico con un potere visivo e emozionale. Ovviamente la Firenze medicea è uno di questi. Assassin’s Creed è l’esperienza più vicina a un viaggio nel tempo che si possa provare. E come agenzia di viaggi storica dobbiamo scegliere le mete più ambite, come appunto l’Italia rinascimentale. A volte però dobbiamo sorprendere i nostri giocatori con destinazioni inaspettate e meno conosciute, ma ricche di fascino”. Come la Baghdad del IX Secolo, appunto.