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Cold case di Chiavari, le accuse della Procura: “Nada Cella fu uccisa da Annalucia Cecere per rancore e gelosia. Il commercialista Soracco sorprese l’assassina sul luogo del delitto”


Annalucia Cecere il 6 maggio 1996 uccise Nada Cella a Chiavari “per motivi di rancore e di gelosia verso la vittima”. Sentimenti provati “per via della posizione da lei occupata” all’interno dello studio del commercialista Marco Soracco, dove Nada lavorava come segretaria. E proprio il professionista aveva “conoscenza diretta del coinvolgimento di Cecere, avendola sorpresa sul luogo del delitto”.

Per questo, Soracco adesso è accusato non solo di false informazioni al pm, ma della ben più pesante contestazione di favoreggiamento: in 27 anni di indagini aperte e sempre archiviate aveva sempre sostenuto di aver trovato Nada nel suo studio agonizzante, ma di non aver visto nessuno sul luogo dell’omicidio. Addirittura aveva sostenuto di aver pensato, in un primo momento, a un malore.

Ancora ieri, contattato da Repubblica, il commercialista ha sostenuto che le accuse contro di lui “sono del tutto inventate. Non capisco neanche quale movente avrebbe dovuto avere la Cecere”. Ora, invece, ecco il clamoroso retroscena. E oggi continua a andare dritto per la sua strada.

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Per la Procura, in base a quanto ricostruito nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, Cecere avrebbe aggredito Cella “con colpi violenti e ripetuti, di cui almeno dieci al capo, oltre ad una serie di altri colpi in diverse parti del corpo, sia a mani nude che con strumenti di offesa (uno dei quali almeno, certamente con punta acuminata). Con tale condotta determinava lo sfondamento del cranio della giovane donna, a cui conseguiva il decesso dopo qualche ora”.

Annalucia Cecere

Annalucia Cecere

 

Di più: secondo l’accusa Soracco (difeso dall’avvocato Andrea Vernazza) e Cecere (legale Giovanni Roffo) avevano una relazione che andava ben oltre una “occasione frequentazione”. E allo stesso tempo per la Procura il commercialista ha rivolto “ripetute avances” a Nada Cella.

Davanti ai pm però, si legge sempre nelle carte, il professionista ha negato, “contrariamente al vero, di aver mai avuto interesse per la segretaria Nada Cella, dichiarando di non averla mai invitata a cena (risultando invece provata l’esistenza di ripetute avances anche in tempi prossimi all’omicidio)”.

Le accuse di favoreggiamento si fanno ancora più pesanti anche per la madre di Soracco, Marisa Bacchioni. Che “dichiarava – contrariamente al vero – di aver pulito solo tre gocce di sangue presenti nell’ingresso dello studio e sulle scale solo per assicurare la pulizia dei luoghi nell’interesse dei condomini (e non per cancellare eventuali tracce del delitto)”.

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Non sono queste le uniche dichiarazioni che gli inquirenti ritengono bugie belle e buone, sia per quanto riguarda Soracco, sia sulle affermazioni di Bacchioni.

Tutti e tre gli indagati adesso avranno 20 giorni per guardare gli atti e decidere se farsi interrogare dal pm. Difficile che avvenga, visto come sono cambiate le contestazioni nei loro confronti.



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Written by bourbiza mohamed

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