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Ancona, clochard fa ricorso contro l’ordinanza anti-bivacchi: “Non si può sanzionare chi non sa dove dormire”

Il clochard e il sindaco. Il primo che vive in strada, il secondo che in strada non vuol vedere quel che si considera degrado. Così mentre il sindaco Daniele Silvetti, eletto con Forza Italia primo cittadino di Ancona, ha firmato il 31 agosto scorso un’ordinanza anti-bivacchi, il clochard ha fatto ricorso.

«Non si può sanzionare chi non ha dove vivere o dormire, e trova soluzioni di fortuna: è un deficit delle istituzioni e i senza dimora non ne hanno alcuna colpa», si legge nel testo depositato al Tar Marche dall’associazione Avvocato di Strada, per conto di un clochard, contro la decisione del comune di Ancona di proibire la sosta prolungata e le dormite sulle panchine.

Cosa prevede l’ordinanza

L’ordinanza, motivata dalla giunta con la necessità di contrastare il «degrado urbano» al fine di «evitare il protrarsi di fenomeni gravemente inappropriati e per tutelare il decoro della convivenza civile», prevede multe fino a 500 euro per chi, in alcune zone della città, si sdraia, dorme e bivacca continuamente per gran parte del giorno e della notte, sul suolo pubblico, ad uso o aperto al pubblico, sui gradini all’esterno di edifici pubblici e privati, antistanti un’area pubblica o soggetta al pubblico passaggio, su aree verdi ed arredi urbani.

La multa insomma – e con questa tempo e spese per verbale, notifica, impugnazioni, riscossione – spesso va contro chi già si sa che non potrà pagare perché nullatenente.

Cosa dice il ricorso

Anche per questo ad Ancona un uomo senza fissa dimora iscritto alla Casa Comunale ha contestato il provvedimento del primo cittadino, dal punto di vista di chi una casa non ce l’ha e vive in strada: «In prevalenza queste persone – spiega l’Associazione Avvocato di Strada – sono richiedenti asilo e protezione o non sono riusciti, non per colpa loro, a rientrare nell’orbita dell’accoglienza. Non avendo un posto dove vivere, o quantomeno dormire, è normale che scelgano soluzioni di fortuna».

In sostanza, ricorrente e legali sostengono che c’è un deficit istituzionale alla base di queste situazioni e non si può attribuire una colpa per questo ai senza fissa dimora a cui vengono applicate sanzioni (sarebbe accaduto in almeno due casi) in base al provvedimento.

Alcune settimane fa il sindaco aveva spiegato che la città cerca di «contenere il disagio sociale entro un limite accettabile ma non possiamo consentire che alcune persone vogliano vivere di loro spontanea volontà sotto il cielo stellato».

Ma l’associazione degli avvocati di strada, parlando di un atteggiamento «discriminante e discrezionale», insiste: «Perché se sta su una panchina il turista di una crociera non succede nulla e se lo fa un senza fissa dimora viene multato?. Il messaggio è che la povertà va allontanata sanzionata e non curata».

Al Tar l’udienza è fissata per l’8 novembre ma il caso potrebbe essere archiviato se l’ordinanza, in scadenza il 31 ottobre, non venisse rinnovata.



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Written by bourbiza mohamed

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