I no vax? Sotto le torri sono sempre esistiti e pure tra i medici. Persino nel ’700 quando la Società medica chirurgica di Bologna dà il via alla prima campagna per vaccinare i piccoli contro il vaiolo, la malattia del secolo, ma per convincere le famiglie chiede aiuto ai parroci. E oggi come allora c’era chi ricorreva alla medicina alternativa, anche se a dirla tutta, le ragioni erano più di ordine economico: le famiglie indigenti si affidavano infatti per la cura dei bambini a guaritori che giravano per l’Italia, ciarlatani, come il celebre Giovanni Antonio Roffeni che da Firenze arrivava in piazza Maggiore per dispensare a poche lire i suoi rimedi.
Sono alcuni degli aneddoti che si ritrovano nel volume “Sanità e infanzia a Bologna – Cinque secoli di storia” (ed. Pendragon) scritto dal pediatra Tiziano Dall’Osso che lo presenta questa mattina alle 10.30 nella Sala delle Adunanze dell’Archiginnasio dialogando con il presidente della Società medica chirurgica di Bologna, Andrea Pession.
Tra le pagine si scopre anche che fu sotto i portici che Giovanni Antonio Galli fondò, nel XVIII secolo, la prima “Scuola per le levatrici”, ispirando analoghe iniziative in altre città. Così come emerge che la solidarietà è sempre stata nelle corde dei bolognesi.
Dai brefotrofi sostenuti fin dal 1600 dalle famiglie più abbienti come l’Istituto degli esposti o l’Opera Pia Hercolani per lattanti legittimi poveri da cui nacquero i primi ospedali infantili agli Asili di carità voluti nel 1800 dal medico Pietro Gamberini per accogliere di giorno i bambini delle mamme operaie che – anche molto piccoli – venivano lasciati in strada.
Altra esperienza decisiva fu quella delle Case famiglie sorte nel 1959 grazie a Giovanni Berti e proseguite da Carlo Descovich. Il libro ripercorre pure le patologie che colpivano l’infanzia, da quelle fortunatamente oggi scomparse, come vaiolo, peste, colera, malaria, sifilide, rachitismo, tubercolosi fino alle malattie esantematiche ancora presenti come scarlattina, morbillo, rosolia, varicella e parotite. Tra i protagonisti della pediatria bolognese, un posto d’onore spetta poi a Maria Dalle Donne, prima laureata a Bologna, che si dedicò a formare le ostetriche per aiutare mamme e neonati.