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Giampiero intuì qualcosa che alla gente piaceva moltissimo

Come sempre Cesena vede un’invasione di turisti nel fine settimana in cui si svolge il Festival Internazionale del cibo di strada, organizzato in piazza della Libertà da Confesercenti Ravenna e Cesena, Slow Food Cesena ed Eventi in itinere. In questa edizione i giovani sono stati la vera novità. Anche in tarda serata, gruppi di ragazzi e ragazze hanno continuato a fare la fila per assaggiare una bombetta, un cannolo siciliano, un piatto messicano o il più tradizionale lampredotto fiorentino, a dimostrare come il cibo di strada sia una modalità senza tempo e sempre attuale. L’aveva intuito per primo Giampiero Giordani, ideatore dell’iniziativa cesenate nel lontano 2000, che, con garbo e decisione, ha creduto in un’impresa non facile: riunire gli ambulanti in un’unica piazza. Fino allora ogni tanto si ritrovavano in due o tre alle fiere paesane, ma non era mai stata programmata un’iniziativa solo di cibo di strada. Lui ci ha creduto, ha motivato e valorizzato tutti i partecipanti, insistendo e pretendendo sempre un’altissima qualità.

“Il valore aggiunto di questa iniziativa era la simpatia di Giampiero, il suo modo di scherzare con noi ma, nel contempo, essere inflessibile. Non ammetteva l’utilizzo di prodotti di bassa qualità ed era capace, all’inizio del festival, di venire a ispezionare nei nostri frigo per assicurarsi che tutto fosse a posto. Mantenendo un livello alto della qualità, indirettamente, ha valorizzato noi. Abbiamo imparato tanto da Giampiero – spiega Leonardo, fiorentino doc che fin dal 2000 ha partecipato al Festival portando il lampredotto a Cesena – Io mi ricordo ancora la prima telefonata. Gli dissi, molto perplesso, io vengo ma solo perché non ho mai visto Cesena. Non penso proprio che in Romagna mangeranno il lampredotto…E poi mettere insieme gente come noi, un po’ strani, folli, abituati a lavorare da soli. Boh… La prima sera, alle 21, avevo già finito tutto quello che mi ero portato. A quel punto mi sono reso conto che Giampiero aveva messo le mani in qualcosa che ancora non c’era e che alla gente piaceva moltissimo. Poi tutti l’hanno voluto imitare ma è come la Settimana Enigmistica, c’è quella vera, tutte le altre sono imitazioni. Io, infatti, vengo solo a Cesena”.

“Penso che qui a Cesena dovrebbero fare un monumento a Giampiero – continua Leonardo – Chi si rende conto di quanto, con la sua intuizione e la sua capacità di stimolare il nostro spirito di squadra, sia riuscito a muovere a livello locale ma anche nazionale, non può che essergli grato. Dopo la sua creazione, il primo festival di Cesena, ne sono nati moltissimi dappertutto. C’è chi ha portato la sua iniziativa su foodtruck, chi ha unito musica e cibo. Insomma è stato veramente un innovatore”.

Il premio Giampiero Giordani, istituito da quando, nel 2019, è morto dopo una breve malattia, è stato consegnato prima di tutto alla moglie Donatella e alla figlia Beatrice per fare arrivare a loro un grande abbraccio da tutta la comunità e poi sono stati premiati due partecipanti al festival: uno internazionale e l’altro italiano. Per il secondo anno a vincerlo sono stati: il Messico e Firenze. “Il piatto del Messico che ha impressionato la giuria è stato il Cevice de Pescado – spiega Luca Toni, Fiduciario della Condotta di Slow Food del Comprensorio di Cesena – Un piatto realizzato con il pesce locale, dell’Adriatico, marinato nel lime con un po’ di gin Primo, gin con sale ed erbe della Romagna, con cipolla coriandolo e peperoncino. Per il pesce abbiamo messo in contatto i pescatori locali con il partecipante del Messico proprio per onorare e rispettare l’idea di qualità e di autenticità del Festival che voleva sempre l’utilizzo di prodotti del territorio”. 

 



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Written by bourbiza mohamed

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