Il terreno di via Pierino Negrotto Cambiaso a Genova Rivarolo, sul quale sono stati installati i tanto contestati container destinati a ospitare i minori non accompagnati, e in attesa di autorizzazione definitiva da parte del Comune di Genova, sono di proprietà di una componente dello staff dell’assessora comunale ai Servizi Sociali, Lorenza Rosso, che è precisamente la persona delegata sul tema dei migranti e che dovrebbe decidere sulla congruità o meno dell’area.
“C’è stato un inciampo, non c’è dubbio che ci sia stato un inciampo, ma lo abbiamo subito messo a posto”. Il sindaco di Genova, Marco Bucci, interviene in Consiglio Comunale dopo la bufera che ha investito la sua assessora, Lorenza Rosso. Il terreno dove sono stati installati i container destinati ai minori non accompagnati, in via Pierino Negrotto Cambiaso a Rivarolo, è di proprietà di Valentina Militerno, una consulente dell’assessora comunale che ha proprio la delega ai Servizi Sociali, e quindi gestisce anche il dossier dei migranti. “La collaboratrice si è dimessa questa mattina con una lettera arrivata alle ore 11,15. Il terreno non sarà più utilizzato per alcuna attività collegata all’amministrazione pubblica del Comune di Genova. Non vuol dire che i moduli abitativi siano da scartare: a Torino e Milano sono usati per migranti maggiorenni e minorenni e quindi i moduli rimangono una priorità e un’opzione, è una possibilità che abbiamo per ospitare le persone, si tratta di trovare il terreno giusto. Non ci sono problemi legali, ma c’è un discorso di potenziale conflitto di interessi, l’amministrazione dev’essere più trasparente del re, noi dobbiamo prendere provvedimenti. È giusto che un potenziale conflitto debba essere sanato. Le norme sulla trasparenza lo richiedono. Il potenziale è come se fosse conflitto di interessi, ma ora possiamo andare avanti”. “Pagano sempre i pesci piccoli”, commenta il consigliere di Uniti per la Costituzione, Mattia Crucioli, mentre Simone D’Angelo, capogruppo del Partito Democratico, tuona: “Vogliamo le dimissioni dell’assessore Rosso, non ci basta che abbiate indotto a dimettersi la sua collaboratrice”.
Si sono sentite parole forti in aula, a seduta sospesa, tra il sindaco Marco Bucci e il capogruppo della Lega Federico Bertorello. Il sindaco deluso perché i consiglieri del Carroccio non sono intervenuti a favore della giunta sulla questione del potenziale conflitto d’interesse legato all’area di Rivarolo, avrebbe ripreso Bertorello con parole molto dure a cui l’esponente leghista ha risposto, ad alta voce, “Io non mi faccio comprare da nessuno, neanche mio padre mi tratta così”.
Secondo indiscrezioni, la Lega si sarebbe accordata con i gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lista Toti per evitare di esprimere pubblicamente un parere sulla vicenda.
Nella maggioranza solo Federico Barbieri e Paolo Gozzi, delle liste civiche legate al sindaco Genova Domani e Vince Genova, hanno parlato sottolineando come il comportamento del governo comunale, che ha deciso di sospendere l’iter di accreditamento per la realizzazione del centro socio-educativo a Rivarolo, sia stato “una reazione pronta e ferma”.
È l’ultimo caso, in ordine di tempo, che agita Palazzo Tursi e, in particolare, l’assessora Rosso, già al centro delle polemiche nei mesi scorsi per la barzelletta sugli ebrei. La società proprietaria dei terreni si chiama Grunelius srl, ha sede a Genova, un capitale sociale di diecimila euro e risulta intestata a Valentina Militerno che proprio di recente, attraverso una delibera della Giunta Comunale, è stata assunta nello staff di Lorenza Rosso con i contratti ex articolo 90, ovvero quelli a chiamata diretta. Non lascia perplessi l’incarico, peraltro alla modesta cifra di quattromila euro annui, ma lascia perplessi tutto questo retroscena che, a dire dell’assessora Rosso, «non è un problema perché i rapporti tra privati non mi riguardano».
Se Grunelius è la proprietaria del terreno, la cooperativa che invece ha in capo l’operazione dei minori non accompagnati è la Misecoop. Ma l’intreccio con Tursi, e il potenziale conflitto, è palese, ora che Valentina Militerno ha un incarico presso la civica amministrazione. La diretta interessata, che lavora come interior designer presso la società The Lab Project da lei fondata nel 2017, spiega di aver ricevuto «le quote di Grunelius come eredità da mio padre. Misecoop ci ha chiesto la disponibilità e io ho accettato, anche sapendo che c’è una grave emergenza per l’accoglienza dei migranti».
Sit-in a Rivarolo: “No ai container, sì all’accoglienza”
Ma la ormai ex collaboratrice di Rosso precisa: «Non ho proposto io il progetto, mi occupo dei social dell’assessore»: un incarico che la Militerno aveva ricoperto già durante la campagna elettorale. Amministratore delegato di Grunelius è Carlo De Romedis, impresario edile e marito di Valentina Militerno. La società, già nel 2012, aveva chiesto al Comune di Genova (la Giunta di allora era guidata dalla sindaco Marta Vincenzi) una variazione al Puc per quel terreno, domandando il passaggio da “servizi pubblici territoriali e di quartiere e parcheggi pubblici” ad “ambito di riqualificazione urbanistica e residenziale”, per la costruzione di villette.
La variante non passò, il terreno rimase inutilizzato ed è tornato d’attualità in queste ultime settimane, con la storia dei container. Da più parti è stata espressa contrarietà rispetto alla collocazione su un piazzale senza servizi di questi moduli abitativi. Ora emerge che la proprietà del terreno è riconducibile a una collaboratrice dell’assessora Rosso. E questo indurrà qualcuno a darsi qualche risposta in più, rispetto a una scelta illogica e non dignitosa. Sulla vicenda interviene la sezione genovese del Partito Democratico, con i suoi consiglieri comunali, a cominciare dal capogruppo, Simone D’Angelo che ha presentato una interrogazione in consiglio comunale. “Alla vicenda oggi si aggiunge la sconcertante notizia che l’area individuata è di proprietà della collaboratrice assunta con modalità diretta per supporto alle “attività di controllo e di indirizzo politico” dell’assessora ai Servizi Sociali, Lorenza Rosso. Per giorni abbiamo chiesto il perché di una scelta tanto infelice quanto scellerata per ospitare minori stranieri arrivati senza famiglia nel nostro Paese a Rivarolo in container parcheggiati in un piazzale sottostrada. Ci siamo sentiti ripetere che era una proposta arrivata da privati». Ma il Pd accusa: «Si erano dimenticati però di dirci che tra i privati in questione ci fosse una collaboratrice dell’assessora Rosso. In queste settimane l’assessora avrebbe dovuto occuparsi dell’assistenza sociale ed educativa per quei minori e avrebbe dovuto aiutarla quella collaboratrice pagata con denari pubblici che guarda un po’ è proprietaria dei terreni su cui finiscono i container.
Oggi l’assessora Rosso afferma di “non sapere nulla” mentre la sua collaboratrice sostiene di averlo fatto perché lavorando con l’assessora Rosso “riteneva di fare una cosa utile”. Viene naturale chiedersi utile a chi. Ma anche quale delle due versioni sia quella vera. La vicenda dei container a Rivarolo era già grave a sufficienza, ora – al di là delle eventuali responsabilità penali o erariali – è evidente a tutta la città che non ci sono più le condizioni per cui l’assessora Rosso possa continuare a svolgere il ruolo di assessore ai Servizi Sociali. Chieda scusa e si dimetta».