in

50 milioni di investimenti in pochi mesi. Arduino cresce e si espande negli Usa


50 milioni in una manciata di mesi. Soldi raccolti in due round di investimento arrivati a poca distanza tra loro che confermano Arduino come eccellenza italiana dell’innovazione. Capace di conquistare l’estero, espandersi oltreoceano, pur mantenendo il cuore e l’intelligenza a Torino. Qui, nelle Officine Arduino, lavorano 130 persone alla ricerca e allo sviluppo della piattaforma elettronica open source che ha reso più facile per tutti l’accesso alle tecnologie di automazione, come la robotica e la domotica.

 

Arduino entra nel radar di Cdp Venture Capital

L’ultimo investimento è stato ufficializzato a inizio settembre. Nell’azienda nata nel 2005 a Ivrea ha puntato anche Cdp Venture Capital. Lo ha fatto con un fondo nato da poco: Large Venture, destinato al sostegno della crescita globale di aziende innovative italiane già diventate leader del proprio settore.  Arduino – il primo investimento del fondo – era già tra le candidate ideali: “In qualche modo siamo entrati nel radar di Cdp Venture Capital. Ci hanno contattati un po’ di tempo fa, abbiamo fatto un po’ di incontri, e ci è arrivata una proposta di investimento insieme al fondo statunitense Anzu”, commenta a La Stampa Massimo Banzi, cofondatore di Arduino.

Il radar ha funzionato. Banzi sarà presente alla Italian Tech Week il 28 settembre in un panel su ciò che un imprenditore impara dai propri errori. “È interessante che Cdp Venture Capital abbia lanciato questo fondo per far crescere su mercati internazionali società innovative italiane. È fondamentale nello sviluppo di un’azienda. Noi siamo già presenti sul mercato americano ed espanderemo ancora la nostra presenza. Il resto lo ha fatto un allineamento completo su tutti i temi, i nostri principi e i loro”, aggiunge.

Uffici a Malmo e Austin, ma ricerca e sviluppo a Torino

Arduino oggi ha un ufficio a Malmö, in Svezia, dove lavora soprattutto a progetti per la scuola. Mentre negli Stati Uniti è presente ad Austin (Texas) e Chicago (Illinois): “Uffici nati soprattutto per le vendite. Lavoriamo con grandi aziende, ma anche aziende di settori specifici come gli imballaggi o il medicale”, spiega Banzi. Ma lo sviluppo delle schede Arduino resta in Italia. Non sarebbe stato possibile altrimenti l’investimento di Cdp. “Nel contratto c’è una parte che richiede chiaramente che lo sviluppo sia fatto in Italia, e la nostra intenzione è continuare a farlo qui”, aggiunge.

In Piemonte, a Torino, dove l’ingegneria è tra le eccellenze mondiali. Dove Arduino è nata, frutto di competenze che affondano le radici in decenni di storia. “Crediamo fortemente che un team di ricerca e sviluppo eccellente e un impeccabile supporto ai clienti siano l’unica ricetta per il successo dei nostri clienti, quindi il nostro”, ha commentato l’amministratore delegato di Arduino, Fabio Violante. Arduino è un modello. Una rete in espansione. Lo racconta bene un dato: oggi 680.000 ingegneri su LinkedIn inseriscono Arduino come competenza per cercare lavoro. Arduino fa curriculum.

 



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Alla biblioteca Baldini una rassegna in occasione dei cent’anni dalla nascita di Nino Pedretti

Messina Denaro, così il boss si è riavvicinato alla figlia Lorenza: “Mi deve la vita due volte”