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La Russia protesta dopo l’intervista a “Repubblica” del premier armeno Nikol Pashinyan: “Non diventi strumento dell’Occidente”

Mosca ritiene “inaccettabili il tono e i contenuti delle dichiarazioni” rilasciate dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan sulla Russia nel corso di un’intervista al quotidiano La Repubblica, così come la nota diffusa dal ministero degli Esteri armeno “con l’obiettivo di scaricare la responsabilità dei propri errori di calcolo sulla Russia“. Lo riferisce l’agenzia di stampa Tass citando una propria fonte diplomatica, secondo la quale Mosca è “estremamente insoddisfatta rispetto alle ultime dichiarazioni pubbliche della leadership armena”.

Il premier armeno Pashinyan: “La nostra dipendenza dalla Russia per la sicurezza è stata un errore strategico. In Nagorno Karabakh è in corso una pulizia etnica”


A Repubblica Pashinyan aveva detto che la dipendenza di Erevan “dalla Russia per la sicurezza è stata un errore strategico” e che in Nagorno Karabakh, regione storicamente contesa con l’Azerbaijan, “è in corso una pulizia etnica” 

Commentando le parole di Pashinyan sulla possibilità che la Russia si allontani dalla regione, la fonte diplomatica citata dalla Tass afferma che “in effetti stanno cercando di estromettere artificialmente la Russia dal Caucaso meridionale, utilizzando Erevan come mezzo per raggiungere questo obiettivo. La Russia, in quanto vicino e amico più stretto dell’Armenia, non intende lasciare la regione. Tuttavia, anche l’Armenia non dovrebbe diventare uno strumento dell’Occidente per eliminare la Russia”. Allo stesso modo, ha proseguito la fonte, la Russia considera le relazioni con l’Armenia nelle sfere della sicurezza e dell’economia “non come la dipendenza di un Paese da un altro, ma come una partnership paritaria, reciprocamente vantaggiosa e comprovata”. 

L’agonia del lago di Van, il più grande della Turchia, che sta morendo. “Con l’acqua evapora la nostra storia”

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Il diplomatico ha quindi parlato alla Tass della guerra del Nagorno Karabakh del 2020, sostenendo che è stata in gran parte causata dai passi avventati e provocatori della leadership armena, comprese le dichiarazioni secondo cui “il Karabakh è Armenia”. Questo, afferma la fonte, “ha ampiamente svalutato gli accordi raggiunti dalle parti attraverso il gruppo Osce a Minsk. Se non fosse stato per l’intervento della Russia e del presidente Vladimir Putin personalmente, i risultati delle ostilità sarebbero stati ancora più deplorevoli”.

La fonte diplomatica ha anche definito infondate le accuse di presunta totale indifferenza della Russia nei confronti “dell’aggressione dell’Azerbaijan contro il territorio sovrano della Repubblica di Armenia”. Al contrario, ha detto, si sono svolte consultazioni rilevanti tra i ministeri degli Esteri e della Difesa dei due Paesi.

Nagorno-Karabakh, prove di pace tra armeni e azeri. La tela di Mosca

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“La via principale per risolvere il conflitto armeno-azerbaigiano è l’attuazione degli accordi trilaterali al massimo livello, che sono stati ritardati in modo inaccettabile e non per colpa della Russia”, ha sottolineato la fonte alla Tass. Allo stesso tempo, Erevan “non sfrutta appieno il potenziale della Csto” e “si è rifiutata di accettare la missione dell’organizzazione a favore di quella inefficace dell’Ue”.


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