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10 e lode alla società, 10 a Magro e Della Valle- Corriere.it


Ferrari, Bonetti e Bragaglio le architravi di un trionfo che parte da lontano e fa rima con coraggio. Magro ha schiantato tre mostri sacri della panchina, Della Valle immenso. Capitan Moss chiude un cerchio, decisivo il ritorno di Petrucelli con i ritrovati Burns e Massinburg

10 e lode: Mauro Ferrari – Per il coraggio e l’impegno. Investire nello sport costa molto e non sempre ripaga con i risultati, c’ un’alta componente di rischio come in ogni impresa e lui, al timone della Germani azienda prima che team, lo sa bene. Rilanciare sulla pallacanestro in piena pandemia, divenendo socio di maggioranza a luglio 2020, stato un segnale alla citt prima che alla tifoseria: Brescia poteva rinascere. E adesso, per la prima volta, ha vinto.
10 e lode: Matteo Bonetti e Graziella Bragaglio – Ora consigliere e presidentessa del club, ma soprattutto i pionieri della rinascita della pallacanestro a Brescia dopo un lunghissimo oblio. Senza la lucida follia del primo, un inguaribile sognatore, e il pragmatismo della seconda, sua compagna nella vita e pilastro decisivo anche per il lungo percorso che ha portato al Palaleonessa, la scalata in sei anni e mezzo sino alla Serie A sarebbe stata una Cima Coppi irraggiungibile. Poi non stato pi possibile tirare il gruppo da soli, ma le premesse per un sodalizio di successo le hanno create loro due.
10: Alessandro Magro – Aveva perso una finale da vice, a Brescia. Ne vince una da capo allenatore, proprio quando era entrato nell’occhio del ciclone. In quattro giorni non sbaglia una mossa contro tre dei pi grandi allenatori dell’ultimo ventennio: Messina, Repesa e Scariolo. Li ha portati a scuola tutti, cambiando i quintetti e ritrovando la difesa feroce che sempre stato il suo marchio di fabbrica. E la squadra non ha mai smesso di essere al suo fianco, come la societ. Fiducia ripagata. 10: Amedeo Della Valle – Un saluto a tutti quelli che avevano storto il naso di fronte al suo ritorno, in estate, dopo aver annunciato l’addio. Parliamo di uno dei migliori giocatori italiani, anche se la nazionale pare essersi dimenticata di lui. Final Eight sensazionali per la crescita, graduale e matura: con Milano e Pesaro non gli entra mai il tiro da tre, marchio di fabbrica, ma spacca in due le difesa e diventa uomo assist per i compagni; in finale, con Bologna, torna ad essere mattatore assoluto con 26 punti e i canestri pi pesanti quando la palla scotta. AmeDeo.
9: David Moss – Voto alla carriera (va per i 40) e alla leadership, da capitano vero. Ma anche e soprattutto al grande giocatore che continua a essere. Le finali sono la sua arena preferita, a Brescia lo dimostr gi nel 2016 quando arriv in tempo per portare l’allora Centrale del Latte in Serie A. Quasi sette anni dopo, ad alzare la prima coppa nella storia del club, non poteva che esserci lui. Leggenda.
8,5: John Petrucelli – Esiste una Germani con Petrucelli e una senza, che purtroppo abbiamo visto troppe volte in stagione. Decisivo partendo dalla panchina, sin dal quarto contro Milano, lucido in attacco e spietato in difesa, sempre coraggioso e mai egoista: il leader occulto della squadra, il compagno ideale per andare in battaglia. E per vincerla.
8: CJ Massinburg – Colpo grosso dell’estate, poi quasi oggetto misterioso, raramente decisivo e spesso confinato in panchina. Dicevano non potesse giocare con Della Valle, ma nei finali di partita loro due erano sempre in campo assieme e l’americano ha piazzato canestri pesanti come piombo contro Milano e Bologna, quando serviva incoscienza e classe. Il canestro del +7, appoggiato al tabellone, stato quello della staffa. Da comparsa a protagonista della storia. Il bello inizia adesso.
8: Christian Burns – The right man at the right time. Sembrava finito in fondo alle rotazioni, un totem psicologico per i compagni pi che per Magro. A Torino, uno dei senatori – arriv a Brescia nell’ottobre 2016 – diventa invece grandissimo protagonista: contro Milano i suoi sette punti in serie tennero a galla una squadra che stava affondando, in finale sfodera un secondo quarto strepitoso su entrambi i lati del campo. Granitico.
8: Kenny Gabriel – Killer silenzioso, imprescindibile per gli equilibri della squadra, uomo cui affidare sempre i palloni decisivi in attacco. In finale tira gi dieci rimbalzi pur sparacchiando da tre punti. La mira l’aveva messa a posto mercoled, contro Milano, quando era stato il primo a far capire ai compagni come l’impresa fosse possibile. Ha giocato con un dito steccato, nessuno se n’ accorto.
7,5: Tai Odiase – Le due fotografie del quarto di Milano hanno la sua faccia sorridente: stoppata a Hines e canestro del +4 nell’azione decisiva. Utile contro Pesaro, con Bologna gioca una gara prettamente difensiva stringendo i denti.
7,5: Reginald Cournooh – Una stagione da rivelazione, il pi continuo della rosa senza dubbio alcuno, oltre ogni aspettativa. Nelle Final Eight era stato soprattutto un comprimario, ma in realt stava preservando la versione migliore per la finale: prova di enorme qualit, in difesa e in attacco, con testa e cuore.
7: Nicola Akele – Miglior giocatore della semifinale, contro la Virtus due punti in dodici minuti.
7: Aleksej Nikolic – Una partenza folgorante con Milano, la sua miglior partita in maglia Germani, poi si un po’ appassito ma il suo fosforo sar ancora molto importante.
Sv: Tommaso Laquintana e Ryan Taylor – Mai utilizzati in queste tre gare, ma Brescia si qualificata anche grazie a loro. L’americano, anche se di gran lunga inferiore rispetto alle attese, fu ad esempio decisivo a Sassari. Nota di merito anche a Michael Cobbins, infortunato e primo tifoso in panchina, cos come a Troy Caupain, dal cui recupero passeranno molte delle speranze bresciane per i prossimi impegni in Serie A ed Eurocup.

19 febbraio 2023 (modifica il 19 febbraio 2023 | 23:33)



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Written by bourbiza mohamed

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