A tre anni dalle Olimpiadi di Cortina, intorno alle quali ruota un giro d’affari di quasi tre miliardi di euro, la procura di Belluno è con l’acqua alla gola. Manca il personale, e scarseggerà ancora di più nei prossimi mesi al punto che il procuratore Paolo Luca ha dovuto dirottare il personale di polizia giudiziaria – strappandolo alle funzioni investigative – per fornire supporto ai pubblici ministeri rimasti a corto di cancellieri. «È una situazione critica, e le prospettive per l’immediato futuro sono perfino peggiori» denuncia il capo della procura bellunese.
Su quale organico può contare Belluno?
«La nostra è una piccola procura: oltre che sul sottoscritto, ci sono cinque pubblici ministeri ai quali dovrebbe essere affiancato personale amministrativo composto da 26 unità. Si tratta di cancellieri e funzionari che svolgono un servizio fondamentale a supporto del lavoro dei magistrati: dall’organizzazione dei fascicoli, all’esecuzione ai provvedimenti. Ebbene, in questi mesi ci sono state delle fuoriuscite che non è stato possibile rimpiazzare. Risultato: dal primo gennaio saranno in servizio soltanto sedici amministrativi. E, con i pensionamenti programmati nel corso del 2023, a Belluno ne rimarranno appena dodici. La metà, quindi, di quelli previsti in pianta organica».
Basteranno a far funzionare la macchina della Giustizia?
«Qualunque macchina, per funzionare, ha bisogno di tutti gli ingranaggi. Già allo stato attuale il personale è costretto a fare continuamente degli straordinari. Ci stiamo arrabattando, ma non si può pretendere l’impossibile. Di recente, ad esempio, ho dovuto accentrare il servizio di cancelleria affiancando ai funzionari alcuni carabinieri e poliziotti presi in prestito dalla polizia giudiziaria, e quindi indebolendo il settore investigativo. La situazione diventerà sempre più complessa con l’avvicinarsi dei Giochi olimpici i quali, visto l’enorme volume di appalti e denaro che muovono, fanno gola alla criminalità. Stiamo vigilando, come dimostra l’accordo stipulato di recente con l’Autorità anticorruzione, ed è probabile che, più ci avviciniamo al grande evento, più l’attività di indagine dovrà intensificarsi. Non solo: la legge Cartabia prevede, a partire dal 30 dicembre, una serie di nuovi adempimenti, monitoraggi e comunicazioni con la procura generale e il ministero, che porteranno un ulteriore sovraccarico di lavoro per le procure».
Come se ne esce?
«Ho scritto al giudice Gaetano Campo, appena messo a capo del Dipartimento di organizzazione giudiziaria dal ministro Carlo Nordio. Spero intervenga ma non sarà facile perché al momento non è in programma alcun concorso per l’assunzione di personale amministrativo, senza contare il fatto che Belluno è una località di montagna, con tutti i disagi che questo comporta, e quindi molti rifiutano l’assegnazione a questa procura».
Se non verrà rimpiazzato il personale amministrativo, che rischi si corrono?
«Per prima cosa dovrò limitare gli orari di accesso a tutti quei servizi che si rivolgono direttamente ai cittadini, come il rilascio dei certificati del casellario giudiziario. Ma soprattutto si rischia di rallentare ulteriormente i tempi della Giustizia, con i miei sostituti che già attualmente devono far fronte a circa 600 fascicoli d’indagine all’anno con la prospettiva, come detto, che in vista delle Olimpiadi invernali aumentino sensibilmente. Si rischia quindi di andare in direzione opposta a quella di una velocizzazione dei processi, come invece indica la riforma Cartabia ma, soprattutto, come meriterebbero tutti i bellunesi. Siamo in un territorio dove le speculazioni sono in aumento: non possiamo permetterci il lusso di rinunciare a un presidio fondamentale come quello della Giustizia».
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21 dicembre 2022 (modifica il 21 dicembre 2022 | 08:41)
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