in

Trump incriminato per l’assalto al Congresso. Quattro capi d’accusa tra cui cospirazione


NEW YORKDonald Trump ricomincia da tre: incriminazioni s’intende. Sì, dopo l’accusa formulata a New York per aver pagato con fondi sottratti alla campagna elettorale il silenzio della pornostar Stormy Daniels con cui aveva avuto una relazione, e quella sulle carte segrete portate via dalla Casa Bianca e conservate in un gabinetto del suo resort di Mar-a-Lago, in Florida, l’ex presidente è stato ora ufficialmente incriminato a Washington per il suo ruolo nel tentativo di sovvertire i risultati delle presidenziali 2020, che ebbero come conseguenza l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.

Il Gran Giurìf ederale chiamato dal procuratore speciale Jack Smith ad esaminare le prove dell’indagine ha consegnato la sua decisione al tribunale ieri pomeriggio poco dopo le 17: come l’ex presidente aveva d’altronde annunciato circa un’ora prima sul suo social Truth: «Il pazzo Smith sta per incriminare di nuovo il vostro presidente preferito, il giorno dopo lo scandalo di Hunter Biden, il figlio di Joe, esploso in Congresso. Siamo un paese in declino».

L’atto di incriminazione

 (reuters)

È stata la giudice Moxila Upadhyaya a sigillare l’atto, approvando una citazione per sei imputati (i nomi non sono ufficiali ma la Cnn ritiene si tratti degli ex avvocati del tycoon Rudy Giuliani, John Eastman, Sidney Powell, Kenneth Chesebro, insieme all’ex impiegato del Dipartimento di Giustizia Jefferey Clark). Tutti sono chiamati a comparire in tribunale giovedì.

Trump sapeva di essere nel mirino degli investigatori: il suo team legale era stato già informato del fatto che il tycoon era l’obiettivo di un’indagine sul tragico evento. Quello che, nel corso della conferenza stampa organizzata sempre ieri pomeriggio, Smith ha definito “assalto alla democrazia americana senza precedenti” fomentato  da “gravi bugie”. Aggiungendo di volere “un processo rapido”.

Quattro i capi d’accusa

Nelle quarantacinque pagine depositate, i capi d’accusa contestati sono quattro, tutti molto gravi e legati proprio a quella “Big Lie” – la grande bugia, come la chiamano i media americani – secondo cui le elezioni erano state “rubate” da Joe Biden attraverso frodi elettorali. La stessa che il tycoon ancora ripete ai suoi comizi.

L’ex inquilino della Casa Bianca in cerca di nuovo mandato, dovrà dunque ora rispondere di “cospirazione per frodare gli Stati Uniti usando la disonestà e l’inganno allo scopo di ostacolare il processo nazionale di raccolta, conteggio e certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali”. E poi ancora di cospirazione allo scopo di ostacolare un procedimento ufficiale (ovvero impedire che il Congresso dichiarasse valide le elezioni riconoscendo Joe Biden presidente) e di ostruzione di un procedimento ufficiale. Ancora, di aver attentato al diritto costituzionale di avere il proprio voto contato, secondo una legge che risale al 1870, formulata, cioè, durante la Guerra Civile.

Gli addebiti segnano un nuova importante fase nelle indagini di Smith sull’ex presidente: cui potrebbe aggiungersi preto anche una quarta incriminazione, formulata questa volta ad Atlanta, Georgia: lo Stato dove Trump tentò ancora di influenzare le elezioni chiedendo, nel corso di una telefonata col locale segretario di stato Brad Raffensperger di trovargli “gli 11 mila voti mancanti…”.

Corsa obbligata



Trump evoca la Germania nazista e l’ex Urss

Il portavoce dell’ex presidente, Steven Cheung, accusa l’attuale amministrazione di voler interferire con le elezioni del 2024. E Trump già si atteggia a vittima parlando di “persecuzione da Germania nazista ed ex Unione Sovietica”, ben sapendo che proprio i guai legali contribuiscono alla sua popolarità: tanto che oggi domina i sondaggi delle primarie repubblicana imponendosi col 54 per cento sugli avversari, la sua base infiammata proprio da quella che considerano una “persecuzione” da parte dei giudici.

La nuova incriminazione sarà pure l’ennesimo colpo alle casse della campagna elettorale: Save America, il pac che le amministra, ha ammesso ieri di avere solo quattro milioni di dollari sul conto rispetto ai 105 milioni dell’inizio dello scorso anno. Buona parte è stata spesa proprio per pagare le spese legali dell’ex presidente. Nuove parcelle sono in arrivo.



Leggi di più su repubblica.it

Written by bourbiza mohamed

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Giornata degli uomini: le origini e il perché della festa

A Cesenatico tuffo nella storia e fuochi artificiali per la Festa di Garibaldi