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«La prima avvocata d’Italia è di Trani», anche la Camera penale contro Netflix


La Camera Penale di Trani rivendica il primato di Giustina Rocca nella professione forense: fu lei la prima avvocata in Italia e al mondo e non Lidia Poët

Nessuna polemica ma solo voglia di fare chiarezza. Anche la Camera Penale di Trani rivendica il primato di Giustina Rocca nella professione forense: fu lei la prima avvocata in Italia e al mondo e non Lidia Poët che fu, invece, la prima donna ad essere iscritta ad un albo forense. E Netflix, con la serie tv su Lidia Poët, definendola la prima donna avvocato in Italia, commette un errore. «Rocca è un simbolo di pari opportunità e progresso, antesignano delle più moderne battaglie per i diritti alla parità di genere. È da considerarsi un faro primigenio per l’intera avvocatura tranese ed europea» chiarisce il presidente dell’associazione forense di Trani, l’avvocato Giangregorio De Pascalis. Una figura, quella di Giustina Rocca, alla quale la città di Trani, forte di una tradizione forense ultracentenaria, è molto legata. A lei ha intitolato, oltre che la Camera Penale, anche una strada pubblica e una scuola media. Una figura che, nonostante sia vissuta a cavallo tra il 1400 e il 1500, è ancora viva ed è ispiratrice dei principi del giusto processo, come ribadì al Corriere l’avvocato Giuseppe Losappio, sotto la cui presidenza la Camera Penale di Trani fu dedicata a Giustina Rocca. «È documentato che Giustina chiese e ottenne la traduzione in lingua volgare dell’atto introduttivo e della sentenza di quel giudizio – chiarisce il professor Giuseppe Losappio -. È stato un progresso notevole sulla strada di quello che oggi chiamiamo “giusto processo” perché la maggior parte del popolo non comprendeva la lingua latina nella quale erano scritti gli atti giudiziari dell’epoca».«A Giustina Rocca – ricorda inoltre l’avvocato De Pascalis – la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dedicato la torre più alta, il Plesso C (tra le strutture di più recente costruzione del Palazzo di Lussemburgo), per ricordare le battaglie della donna a favore delle pari opportunità e, quindi, dell’accessibilità al diritto e alla giustizia da parte di tutti». E non è un caso che anche la Corte di Giustizia Europea abbia riconosciuto l’importanza dell’avvocata tranese, chiamando con il suo nome la torre più alta dell’edificio che la ospita, la torre C, «per ricordare le battaglie della donna a favore delle pari opportunità e, quindi, dell’accessibilità al diritto e alla giustizia da parte di tutti», come rileva il presidente della Camera Penale De Pascalis. Una precisazione che, tuttavia, non cancella i meriti di Lidia Poët, prima avvocata dell’Italia unita: «A lei e al lavoro del Collettivo Femminista di cui faceva parte si deve la legge del ‘19 che ha permesso anche alle donne di esercitare la libera professione» ricorda De Pascalis. Il nome di Giustina Rocca è passato alla storia non solo per essere stata la prima donna avvocato al mondo ma per aver chiesto e ottenuto che l’atto introduttivo e la sentenza del giudizio relativo alla controversia ereditaria sorta tra i suoi nipoti, fosse tradotta e letta in lingua volgare e non in latino come prassi dell’epoca. Un modo per consentire a chi non avesse gli strumenti per comprendere l’antica lingua di ascoltare e comprendere le parole della giustizia.

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27 febbraio 2023 ( modifica il 27 febbraio 2023 | 11:01)





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Written by bourbiza mohamed

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