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Taranto, lo studio dei delfini con l’intelligenza artificiale: ecco chi ha trovato casa nello Ionio


diCesare Bechis

Le specie maggiormente diffuse nel mar Ionio settentrionale sono la stenella striata, il tursiope e il grampo

La stenella striata, il tursiope e il grampo sono i cetacei maggiormente diffusi nel mar Ionio settentrionale e continueranno ad essere i delfini più numericamente abbondanti in quell’area. E’ il risultato di una ricerca effettuata con l’applicazione di tecniche di intelligenza artificiale, combinate con i dati forniti dall’Eu Copernicus Marine Service, utilizzate per la prima volta per studiare l’habitat dei cetacei. E’ stato così possibile rilevare che «la concentrazione di nutrienti inorganici, quali i nitrati, il fitoplancton, la temperatura e la salinità, sono le variabili ambientali che più influenzano la distribuzione e l’abbondanza dei cetacei oggetto dello studio – chiarisce Roberto Carlucci, dell’università di Bari, – e questi parametri ambientali specifici dell’habitat marino sono direttamente collegati alla produzione primaria e, quindi, alla presenza abbondante di prede».

La ricerca, suggerita dalla considerazione che i cetacei sono esposti a «molteplici stress di natura antropica e ai cambiamenti climatici», mirava a valutare lo stato di conservazione di queste specie. L’obiettivo, per gli studiosi, è strategico per impostare efficaci «piani di gestione sostenibile della risorsa mare e, nello stesso tempo, per la conservazione delle aree critiche per la fauna marina d’interesse comunitario». Rosalia Maglietta, esperta di intelligenza artificiale del Cnr-Stiima. puntualizza che sono state utilizzati «descrittori ambientali forniti dalla Fondazione Cmcc e ricavati mediante l’uso di tecniche di telerilevamento spaziale e di prodotti di modellistica numerica del Servizio europeo Marine Core Service, che forniscono una vasta gamma di informazioni in relazione ai dati raccolti sull’ambiente in cui i delfini vivono, per la prima volta investigati e presentati in uno studio scientifico». Allo studio, pubblicato su Scientific Reports, hanno partecipato Cnr-Stiima (Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato), Jonian Dolphin Conservation, Fondazione Cmcc (centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) e le Università di Bari e della Basilicata. Determinanti si sono rivelati i dati di avvistamento raccolti nell’area di studio dall’associazione Jonian Dolphin Conservation in oltre 10 anni, tra l’estate del 2009 e quella del 2022.

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01 marzo 2023 ( modifica il 01 marzo 2023 | 14:23)





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Written by bourbiza mohamed

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