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In montagna cambia il clima: sci a rischio entro 20 anni. «Investire sulla riconversione turistica»


Gli studi pi pessimistici (ma forse realistici) indicano la fine dello sci gi tra vent’anni. Se vero che le previsioni assicurano nevicate in arrivo tra oggi, domenica 8 gennaio, e domani su buona parte dell’arco alpino, incontrovertibile che da Natale alla Befana le montagne abbiano sofferto per le temperature sopra lo zero anche di notte e molte piste fossero rovinate gi a mezzogiorno per i cumuli di neve primaverile. Viene allora da domandarsi se sia ancora intelligente aprire nuovi demani sciabili a basse quote e se abbia senso finanziare impianti come quelli che serviranno per la creazione dei collegamenti tra Civetta e Cortina e tra Cortina e Arabba nel Bellunese (fortemente voluti dal governatore Luca Zaia) per il grande Carosello delle Dolomiti.


Investire sulla riconversione turistica

Bisogna che le istituzioni riflettano su quello che oggi la montagna alla luce dei cambiamenti climatici – spiega Marco Bussone, presidente dell’Unione delle Comunit Montane.- dire che non giusto investire sotto i 1.000 o i 1.500 metri una chiacchiera da bar perch con l’inversione termica spesso pi freddo in basso che in alto. Va per fatto un ragionamento area per area: se necessario, bisogna investire sulla riconversione turistica, con funivie e seggiovie utilizzate maggiormente d’estate, e su strutture alberghiere pi moderne. Nella legge di bilancio sono stati messi 200 milioni per gli impianti di risalita ma bisogna essere realisti su quello che accadr a lungo termine.

La posizione della Regione

I nuovi collegamenti sciistici sono fortemente difesi dalla Regione come spiega l’assessore al turismo Federico Caner: Non ha senso parlare solo di questa stagione perch anche in passato ci sono stati inverni senza neve. Noi continuiamo a finanziare i progetti anche in ottica di un turismo destagionalizzato. L’obiettivo deve essere quello di sfruttare gli impianti in tutti i mesi dell’anno, introducendo il concetto di mobilit sostenibile. Si pensi a quanti rifugi possono essere raggiunti senza automobile. Tra poco pi di un anno il nuovo impianto che collegher Malga Ciapela al Padon sotto la Marmolada (una cabinovia che entrer in funzione nel 2024, ndr) ne andr a sostituire due vecchi con una razionalizzazione dei costi. Noi finanziamo solo met dei progetti, il resto lo mettono i privati e dubito che lo farebbero senza un ritorno economico. Spero che anche il collegamento Civetta-Cortina vada in porto. L’assessore poi confida come il timore maggiore dei residenti della montagna non riguardi la possibilit che lo sci smetta di esistere: Gli impiantisti sono pi preoccupati per la tenuta sociale e lo spopolamento che per i cambiamenti climatici.

I cambiamenti climatici

Sulla necessit di trasformare il turismo mette l’accento anche Andrea De Bernardin, il sindaco di Rocca Pietore, che difende il progetto della nuova cabinovia che arriver al Padon in zona Capanna Bill: Inutile negare i cambiamenti climatici ma proprio in questa ottica che il nuovo impianto sar studiato per essere in funzione molti mesi. L’opera prevede anche la costruzione di un parco giochi per bambini. In questa logica fondamentale che muti la mentalit degli operatori del settore che sono abituati a lavorare da Sant’Ambrogio fino a Pasqua e solo a luglio ed agosto e che in un futuro dovranno rendere fruibili le strutture quasi tutto l’anno.

Gli ambientalisti: La montagna non un Luna Park

Sugli investimenti futuri la voce degli ambientalisti tutt’altro che accomodante come dice Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness, bellunese trapiantato in Trentino, che da sempre critica le grandi opere comprese quelle in cantiere per le Olimpiadi del 2026. ora di smettere di considerare la montagna il Luna Park dell’estate e dell’inverno. I nuovi collegamenti non si devono neanche immaginare, si ristrutturino solo le aree gi esistenti. La Regione deve avere il coraggio di dire “adesso basta”. Gli impiantisti investono grazie ai contributi pubblici, incassano, collegano e poi speculano. Non vero che le funivie sono sostenibili, una cavolata per prendere i finanziamenti europei. I nuovi collegamenti servono solo per future infrastrutture ad alta quota e non tolgono le automobili dai passi.

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8 gennaio 2023 (modifica il 8 gennaio 2023 | 09:45)

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Written by bourbiza mohamed

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