“Non ho idea di cosa mi sia successo, non ho mai avuto comportamenti simili. Voglio capire anche io perchè ho fatto quell’azione”. Ha ammesso gli addebiti l’addetto alla vigilanza di un supermercato riminese arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale su una bambina di 8 anni che, venerdì mattina, è stato ascoltato dal gip del Tribunale di Rimini Manuel Bianchi per l’interrogatorio di garanzia. L’uomo, assistito dall’avvocato GianMaria Gasperoni, non è stato in grado di spiegare il motivo di quel toccamento e, oltre a dirsi dispiaciuto, si è augurato che la piccola non avesse delle ripercussioni psicologiche per quella palpata. L’abuso è avvenuto sotto l’occhio delle telecamere di videosorveglianza della struttura e, dalle immagini, emergerebbe come l’uomo dapprima appoggi una mano sulla spalla della bambina intenta a guardare una cesta di scarpe e poi in un movimento repentino toccarle le parti intime sopra i pantaloncini.
“Dal video – precisa l’avvocato Gasperoni – appare chiaro come il mio assistito abbia toccato la piccola nel basso ventre ma è evidente che non si sia trattato di uno strusciamento ma bensì come di una pacca. Lo stesso addetto alla vigilanza, dopo quel gesto, si è irrigidito come a non sapersi spiegare cosa fosse accaduto. La bambina, invece, non ha avuto alcun tipo di reazione e, poco dopo, la si vede raggiungere tranquillamente la sorella maggiore e la madre. La donna è andata subito a confrontarsi con il 52enne che, a sua volta, si è dimostrato disponibile a cercare di capire la situazione che si era venuta a creare. Il mio assistito non ha precedenti penali ed è sempre stato estraneo a comportamenti del genere”.
Dopo che la presunta vittima aveva raccontato alla madre quanto accaduto, la donna si è rivolta immediatamente ai carabinieri che in un’indagine lampo hanno acquisito il filmato e su disposizione del pubblico ministero Davide Ercolani proceduto all’arresto del vigilantes. Al termine dell’interrogatorio, il gip ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per il 52enne che si è detto disponibile ad intraprendere un percorso psicologico. I genitori della bambina, invece, si sono affidati agli avvocati Luca D’Apote e Carola Mecatti per tutelare i loro interessi costituendosi parte civile.