«Eccolo, eccolo! È quello lì con il vestito luccicante!». «Robbie ti amo da sempre!». Le grida dagli spalti uniscono fan di tutte le generazioni, mamme e figlie l’una accanto all’altra. Potenza del Re del pop britannico Robbie Williams che non si è risparmiato nella prima serata bolognese, il 20 gennaio, tappa inaugurale del suo tour europeo 2023 in una Unipol arena gremita in ogni ordine di posto.
La lunga attesa con i Lufthaus
Il pubblico è quello delle grandi occasioni, pochi giovani, tanti, tantissimi adulti, tutti con una voglia di vedere il proprio idolo, che sia quello dei tempi della «boy band» Take That o della carriera solista, poco importa. Ci sono intere compagnie di signore avvolte in abiti sontuosi, coppie con moglie e marito che si divertono a ballare sulle note dei brani proposti in attesa del concerto, insomma non resta che aspettare pazientemente, magari con la mezz’ora di set dei Lufthaus. Il duo propone un sound elettronico tutto da ballare. Il tunz tunz alla lunga risulta un poco insipido, con i due australiani che camminano sul palco quasi fossero in centro a fare una «vasca». Un momento di risveglio arriva con un brano degli Eurythmics che tutti cantano in coro. Finito il loro live, l’attesa per vedere Robbie viene ulteriormente «riscaldata» con diverse canzoni, tra cui Datf Punk, The Rolling Stones e i Queen. Tutto il palasport canta, battendo le mani a tempo. Ormai sono le 21, bisogna iniziare.
Arriva l’Elvis del Pop
Circa dieci minuti di ritardo e si spengono le luci. Una fan, insieme ad una ragazza, probabilmente sua figlia, esclama emozionata: «Eccolo, eccolo, è quello lì, con il vestito luccicante». Sì, è proprio Robbie Williams con un completo che lo fa assomigliare ad Elvis. Lui, effettivamente, può essere il Presley del pop senza ombra di dubbio. Si parte subito spediti con «Hey wow yeah yeah», sul palco c’è una squadra di calcio di musicisti, un corpo di ballo ed una scenografia che non sembra eccessiva, come capita a volte nei concerti pop. Col secondo brano in scaletta Williams spara un’altra bordata: «Let me entertain you». Poi «Angels» l’ultima del bis. Robbie, lascia cantare il pubblico, si presenta: «Sono Robbie “fucking” Williams». Siamo già dentro a un frullatore che gira vorticosamente. «Italy» urla a squarciagola e in italiano chiede: «Come si dice entertainment?», il tempo per rispondere quasi non c’è che inizia «Land of a thousand dances», un evergreen di Wilson Pickett. Il concerto è già lanciato sui binari del puro intrattenimento d’alta classe. Se non fosse che…
Un racconto lungo più di 30 anni
Se non fosse che appena inizia il successivo pezzo Robbie lo ferma: «Stop stop». Sembra che faccia fatica: «Sarà per il long covid», dice con una piccola smorfia sul volto. Pochi secondi e poi lo spettacolo può ripartire. Si tratta del tour che celebra i suoi 25 anni di carriera solista, quindi il live assume i contorni di un racconto. Robbie introduce i brani con lunghi monologhi. Racconta degli inizi, dei maledetti paparazzi, di come fu gettato in pasto ai media, dei momenti bui. Sul maxischermo appare il video dei Take That, quello con i ragazzi nudi e il clip si ferma su un paio di natiche: «Quello è il mio sedere», spiega Williams tra il divertito e l’arrabbiato. Insomma Robbie è qui per dire al suo pubblico che lui non ha mollato, che sulla sua strada ha incontrato amici e nemici. La cover degli Oasis, Don’t look back in anger, riporta a galla tanti ricordi, cannoni sparano coriandoli su tutta la platea, mentre sul palco i suoi musicisti, coristi e ballerine non sbagliano una nota. Lui non si risparmia, scende a toccare mani, regala t-shirt, guarda il pubblico quasi incredulo. Sul finale abbandona i racconti e propone una lista di canzoni senza interruzioni che culmina con Rock dj. Lo spettacolo è finito.
Il bis da brividi e il selfie con i fan
Per il bis Robbie indossa un kimono, sembra un pugile pronto a salire sul ring. Si intrattiene con una fan: «Come ti chiami? Da dove arrivi?». La fan è Elena, arriva da Milano. «La prossima canzone è per te» ed inizia «She’s the one», con Williams che inserisce il nome della fan nel testo. Ci siamo, manca solo Angels. Robbie torna vicino al suo pubblico, prende un telefonino dalla prima fila e si fa un selfie. Il concerto è finito. Mancano gli inchini al pubblico da parte del cantante e dei musicisti. Robbie s’inchina anche nei confronti dei suoi compagni sul palco. È il termine. Anzi no. Da solo intona una, due, tre canzoni e le lascia cantare alla platea. Scende nei camerini mentre l’Unipol sta ancora cantando un suo pezzo. «Come è stato il concerto?», chiediamo alla fan al nostro fianco. «Bello come sempre, forse è un po’ affaticato. Comunque un bel 8.5». Sì, è stata una bella serata. Fuori al freddo dell’inverno c’è chi compra una t-shirt, chi una felpa e chi il tour book. Avere un ricordo è quasi d’obbligo. Robbie, il re del pop inglese, ha aperto il 2023 a Bologna. Chissà dove sarà la donna che ha urlato per tutto il concerto: «Robbie sono single», magari avrà trovato l’anima gemella proprio mentre usciva dal palasport. Con Robbie tutto è possibile.
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21 gennaio 2023 (modifica il 22 gennaio 2023 | 17:08)
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